Brindisi – Altamura termina con un pareggio che, se non proprio inutile, accontenta gli altamurani più dei brindisini. La seconda partita casalinga consecutiva dei biancazzurri rappresentava un ideale trampolino di lancio verso posizioni ancora più alte di classifica e anche un’iniezione di fiducia per i prossimi turni che certamente non saranno tra i più agevoli. Dopo due vittorie di fila le aspettative dei tifosi erano elevate tanto che la risposta al botteghino è stata positiva con una più che buona cornice di pubblico ma, come spesso è successo in questa stagione, la risposta del campo non ha soddisfatto le ambiziose attese. Per l’ennesima volta dobbiamo rimarcare come questa squadra non ha il cosiddetto “killer instinct”, la capacità cioè di dare il colpo di grazia a un avversario che, subendolo, trova difficile ribaltare il risultato, anzi sembra avere l’istinto opposto, arretrando il baricentro del gioco che, di fatto, non fa altro che favorire l’avanzata avversaria. Fin dal primo minuto del secondo tempo si è capito che i baresi si sarebbero riversati nella metà campo brindisina alla ricerca del pareggio ma nessuno dei tifosi biancazzurri pensava di rivedere la squadra di qualche tempo fa, timorosa e insicura, tanto da subire dopo soli sette minuti la rete dell’1 a 1 e rischiare di prenderne altri. Ci si aspettava una rabbiosa reazione al gol subito ma si è visto solo tanto impegno e poco gioco, con qualche estemporanea occasione frutto più d’iniziative personali che di trame corali. Certo è curioso annotare che il Brindisi, anziché effettuare le cinque sostituzioni consentite ne sfrutti solo tre, ma lo è ancor di più nel veder seduti in panchina uomini come Dammacco, Ceesay, Baldan, Santoro, Palumbo e Triarico oltre ai non convocati Maltese (?), Di Modugno e Rossi (???) che già così farebbero una squadra competitiva. Gli effetti benefici dell’esonero/reintegro di mister Danucci si sono già esauriti? Gli appassionati brindisini sperano di no, ma ci vuol ben altro per puntare a una stagione ambiziosa.