Brindisi, è buio pesto: dalla prestazione difensiva di Randle giunge la luce della speranza

BRINDISI – L’Happy Casa replica – in peggio se possibile – la gara d’esordio contro Torino e rimedia la seconda sconfitta consecutiva in quel di Pistoia. Il canovaccio è stato sostanzialmente il medesimo: partenza soft nel primo tempo, scollamento totale tra i giocatori in attacco ed in difesa fino a raggiungere il -20, poi la reazione nervosa, la rimonta insperata ed infine la sconfitta per via di qualche soluzione affrettata in attacco e di qualche sbavatura in difesa e nel controllo dei rimbalzi. Anche questa volta, infatti, Brindisi ha perso nettamente la sfida sotto canestro (45 a 32 i rimbalzi per i padroni di casa ieri, 35 a 45 per Torino nella gara d’esordio), dove Lalanne è sembrato davvero in grande affanno, e l’incredibile 2 su 10 dalla lunetta (nuovo record negativo?) sta a testimoniare la condizione di difficoltà attraversata dal ragazzo.

Seppure non abbia fornito un grande apporto a rimbalzo (soli 2 quelli catturati), segnali estremamente positivi, a tratti entusiasmanti, sono arrivati dall’altro lungo, ovvero Brian Randle, che nella seconda parte di gara è salito clamorosamente in cattedra nella metà campo difensiva, fornendo un assaggio succulento delle qualità che in passato lo hanno hanno fatto assurgere agli onori della cronaca con l’appellativo di “Ministro della Difesa”. Il lungo americano, se in attacco appare ancora esitante, in difesa ha praticamente vinto quasi tutti i duelli, riuscendo a sporcare e soffiare tutti i palloni che passavano dalle sue parti.

Ma le note positive non terminano qui, perché nella serata pistoiese si è avuta la riconferma di un Giuri su livelli stellari (altri 21 punti per lui): il giocatore brindisino, infatti, sin dall’inizio della stagione è stato riconosciuto dai compagni come leader tecnico ed emotivo, e non a caso la prima reazione dei biancazzurri è scaturita proprio da un “suo” time out motivazionale seguito da una tripla delle sue. Peccato soltanto che nel finale di gara si sia nuovamente lasciato andare ad una forzatura da oltre l’arco: tra l’altro, Giuri è particolarmente efficace quando il tiro lo costruisce andando a sinistra, molto meno quando viene portato dagli avversari verso destra (come nei due casi in esame), ma l’adrenalina, comprensibilmente, può portare a voler “strafare”.

Le note positive terminano con la prestazione offensiva offerta dal gioiellino Mesicek, che di fatto ha tenuto in partita i suoi nel corso del secondo quarto, realizzando ben 8 punti dei 13 complessivi, così sopperendo alla svogliatezza incomprensibile della guardia americana Suggs.

Per il resto, tutto molto meno positivo: Brindisi in 80′ di gioco non è mai stata in vantaggio; la squadra, costruita a trazione posteriore, spessissimo non riesce a tenere gli 1 contro 1 degli avversari; in attacco, per la seconda volta, i soli Giuri e Barber si sono presi pressoché la metà dei tiri totali di squadra; alcuni giocatori paiono distaccati emotivamente o in blocco psicologico (vedi Suggs ed Oleka su tutti), e la squadra nel complesso pare non avere le idee chiare su cosa fare in campo, il che inizia a diventare preoccupante (l’8 su 21 ai tiri liberi sembra proprio figlio del nervosismo e dell’insicurezza dei giocatori); Tepic stesso, il giocatore di maggiore caratura, vaga per il campo come un pugile suonato, ma la speranza è che ciò dipenda solo da un ritardo di condizione.

Insomma, siamo solo alla seconda giornata di campionato, la squadra è nuova e le sconfitte sono comunque arrivate di misura, ma i campanelli d’allarme non mancano, e forse è già arrivato il tempo che la società faccia sentire la sua voce e richiami all’ordine qualche “pecorella smarrita”.

Andrea Pezzuto
Redazione

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