BIBBIANO, secondo me
parte prima
Ecco, secondo me.
Come spesso accade mi trovo in controtendenza rispetto alla maggioranza dei pareri più autorevoli.
Sulle vicende di Bibbiano si sono espressi parlamentari, segretari nazionali di partito e presidenti di sezioni regionali, amministratori locali, presidenti di tribunali, ordini professionali, Garanti regionali, giornalisti televisivi e di carta stampata.
Minimizzare è la parola d’ordine che trasuda dalla maggior parte delle dichiarazioni ufficiali, e a seguire depistare, spostare altrove l’attenzione, nascondere il nocciolo del problema o addirittura negare che ci sia un problema.
In sostanza, in troppi si sono affannati a concentrare l’attenzione sul dito e non sulla luna.
Le truppe oscurantiste si sono mobilitate al grido di “in fondo non è successo niente, è solo una strumentalizzazione dei bambini per fini politici”.
Un pluridirettore di TG ha liquidato la questione sentendosi a posto per aver dato la notizia dei primi indagati il 27 giugno, tacendo poi su tutto il resto. Dovere di cronaca rispettato, e visto che lui non intendeva seguire gli sviluppi dell’inchiesta, non avrebbe dovuto farlo nessun altro: chi si azzarda a parlare ancora di Bibbiano è un avvelenatore di pozzi.
Roba da stracciargli la tessera dell’Ordine.
Come se la stampa mondiale avesse trattato la strage del DC9 di Ustica limitandosi alla notizia “è caduto un aereo”, calando poi un velo omertoso sugli sviluppi successivi. Era un avvelenatore di pozzi chi ha osato scrivere dei radar militari spenti, del Mig libico caduto sulla Sila, degli aerei francesi ed americani in volo, dell’ipotesi “sull’aereo c’è Gheddafi”, della teoria bomba a bordo, della teoria aereo abbattuto da un missile, della teoria cedimento strutturale, dei reperti recuperati e tutto il muro di gomma emerso negli anni successivi. È sufficiente “è caduto un aereo”, tutto il resto ad un bravo giornalista non deve interessare.
E Montanelli si rivolta nella tomba.
“Quelle su Bibbiano sono solo fake news” tuona qualcuno, dichiarandosi vittima di una macchinazione ai danni del proprio partito ed esprimendo solidarietà al Sindaco arrestato, mica alle famiglie devastate. Poi vengono mobilitate falangi di avvocati per agire penalmente nei confronti di chiunque insinui coinvolgimenti politici con toni non graditi al segretario nazionale. Emergono posizioni molto critiche con la sinistra in generale e col PD in particolare, tralasciando quelli offensivi ecco un esempio tra i meno violenti, a firma Selvaggia Lucarelli sul Il Fatto Quotidiano:
“La sinistra è molto più preoccupata del fatto che Bibbiano contamini il PD che del fatto che il metodo Foti abbia contaminato i tribunali di mezza Italia” e ancora “a destra si continua a parlare di “bambini che non si toccano”, a sinistra di “partito che non si tocca”.
Selvaggia Lucarelli non risulta essere militante di Casapound, però nel web è stata additata come fassista ed ha sollevato un polverone di critiche per aver scritto ciò che è sotto gli occhi di tutti: c’è chi, anche strumentalmente, indossa i panni del difensore dei minori, e chi invece ha scelto di concentrarsi sulla difesa del proprio apparato.
Personalmente non credo a coloro che oggi sventolano il vessillo di paladini dell’infanzia, per un motivo semplicissimo: è facile sbraitare oggi, ma quando avrebbero potuto e dovuto fare non hanno fatto ciò di cui c’era bisogno. Ed avevano tutte le informazioni necessarie.
Lontano dai riflettori la tutela dell’infanzia non è una priorità della politica, tutta senza esclusioni.
Diventa argomento caldo solo in alcune fasi particolari, quando cioè i media garantiscono titoloni, interviste, servizi al TG, visibilità. E soprattutto quando serve a gettare fango sugli avversari, salvo poi scambiarsi grandi strette di mano al prossimo rimpasto di alleanze.
Sono partite accuse di speculare sui bambini per accusare un partito, dimenticando o fingendo di dimenticare che in altre occasioni l’immagine di un bambino annegato è stata utilizzata per accusare la fazione opposta. E all’epoca identiche accuse di speculazione sui bambini erano partite a ruoli invertiti. Della serie: utilizzare i bambini a fini politici non si può, tranne che sia io a farlo.
La Garante regionale dell’Infanzia sforna appelli a non fare di tutt’erba un fascio, gli assistenti sociali sono tutte brave persone e la categoria non può essere sfiduciata se ogni tanto qualcuno sbaglia. N.B. – lo ha detto la Garante, pagata per rilevare le violazioni dei diritti dell’infanzia, che invece si espone pubblicamente per tutelare una categoria professionale.
Un presidente di tribunale è di parere diverso e lascia intendere che la responsabilità del sistema di malaffare sarebbe dei servizi sociali. Si dichiara infatti preoccupato per i suoi giudici ed annuncia che farà di tutto per stroncare la campagna d’odio costruita a causa di qualche assistente sociale infedele. Sport nazionale italiano, lo scarico di responsabilità.
Quindi i giudici non c’entrano niente, come se i provvedimenti di allontanamento dei minori, lo stato di abbandono e la dichiarazione di adottabilità li firmassero assistenti sociali, psicologi ed assessori.
Come minimo il tribunale ha legittimato una intera filiera disfunzionale fatta di condizionamento dei minori, relazioni false, ricordi costruiti a tavolino e disegni contraffatti al solo scopo di “scoprire” abusi in realtà inesistenti.
Come minimo i giudici hanno avallato una montagna di falsità, incentivando la reiterazione delle dinamiche illecite. Come minimo, ad altro tacere..
Grazie alla superficialità di GOT e togati gli operatori infedeli hanno potuto agire indisturbati per anni, erano tranquilli perché sapevano che nessuno avrebbe verificato, in tribunale si fidavano ciecamente, abboccavano a qualsiasi falsità.
Ma oggi il tribunale si chiama fuori, provando addirittura a passare per vittima.
Si è poi aggiunta una ulteriore forzatura a-giuridica: l’affidamento di parti dei compiti di valutazione a privati, con il risultato che a valutare una presunta fragilità familiare non è più il Tribunale per i Minorenni.
Il Tribunale – non solo in Emilia – ha delegato a psicologi ed assistenti sociali il compito di raccolta delle prove, valutazione della famiglia, eventuali rilevanze giuridiche.
Polizia giudiziaria e magistratura possono anche andare in naftalina, gli elementi sui quali basare il processo li raccolgono gli “esperti” delegati dal tribunale, e sono sempre gli stessi “esperti” ad indicare soluzioni, misure da adottare, percorsi di sostegno.
Con tale prassi il processo ha smarrito il proprio ruolo, l’accertamento della verità.
“Tra le righe si delega al Consulente il compito di cavare le castagne dal fuoco a chi deve giudicare, togliendo ai professionisti del processo il loro faticoso mestiere, che è quello di portare prove (il PM) , demolirle ponendo dei dubbi (l’avvocato) e infine decidere sulla base delle prove rimaste in piedi (il giudice) . Il consulente deve solo dirci se il bambino ha idea di cosa voglia dire testimoniare e se capisce la differenza fra vero e falso. E aiutare a porre domande che non contengano suggerimenti sulle risposte, ovvero che siano all’interno di uno schema corretto
Il resto è mestiere dei giuristi”
(cit. Marco Scarpati)
Ecco un’altra strategia diffusa, quella di dichiararsi parte lesa.
Gli Ordini professionali annunciano la costituzione di parte civile, il diritto cioè di ottenere dei risarcimenti dai propri iscritti qualora ne fosse accertata nel processo la responsabilità penale.
Alla società civile poco importa se gli Ordini chiederanno indennizzi di 50 euro o 500.000, piuttosto sarebbe interessante sapere quali misure disciplinari intendano applicare nelle more dell’iter penale. Ci sono dei codici deontologici, vogliamo dargli un’occhiata?
Le cronache dicono che la prima pentita dell’inchiesta Angeli e Demoni è stata reintegrata nel proprio incarico. È un premio per aver aiutato le indagini? Tale riconoscimento spetta, eventualmente, alla magistratura sotto forma di uno sconto di pena, o all’Ordine sotto forma di “vabbé, dai, chiudiamo un occhio però prometti di non farlo più”? .
Anche il Garante Nazionale per l’Infanzia annuncia la costituzione di parte civile. Anche lei, manco a dirlo, recita il copione della parte lesa; tuttavia proprio il suo ruolo istituzionale le avrebbe imposto di rilevare il problema già da tempo e segnalarlo al Governo. Non lo ha fatto.
La filiera disfunzionale ipotizzata dagli inquirenti viene confermata dalle confessioni dell’ultima ruota del carro, la giovane assistente sociale che ha ammesso di aver compilato relazioni false dietro pressione dei propri dirigenti.
Doveva scrivere che i bambini andavano allontanati perché la casa in cui vivevano era inadeguata, anche se in quella casa non aveva mai messo piede. Tanto non sarebbe mai stata controllata dal dirigente del Servizio, che non sarebbe mai stato controllato dall’Assessore, che non sarebbe mai stato controllato dal Sindaco. Et voilà, la frittata è servita.
Emerge dagli atti d’indagine una macchina organizzativa fondata sulla sistematica falsificazione delle valutazioni sulle famiglie, con lo scopo di allontanare i minori anche quando non ci fosse alcun criterio per farlo.
Una filiera strutturata su paradigmi antidemocratici ed antisociali, contrari alla Convenzione di New York del 1989, alla Carta di Noto ed a qualsiasi principio nazionale ed internazionale di tutela del minore.
Un laboratorio assistenziale spacciato per best practice. dove ci si arroga il diritto di scegliere arbitrariamente in quale contesto far crescere bambine e bambini tolti senza motivo ai propri genitori, fratelli, zii, cugini, nonni.
Esperimenti di architettura sociale FFM – Famiglia Forzatamente Modificata.
Acronimo che utilizzo per identificare il minore sradicato dalla propria famiglia d’origine, e collocato in un contesto forzatamente modificato ad unilaterale discrezione di chi “rileva”, anche con prove false, criticità inesistenti.
Il focus è essenzialmente sui diritti del minore, meglio sorvolare sui diritti delle famiglie alle quali vengono strappati i figli poiché si dovrebbe aprire un altro fronte sconfinato.
Non c’è solo Bibbiano; per decenni le famiglie hanno denunciato il sistema che sfornava FFM, e a fianco delle famiglie singoli avvocati come anche associazioni forensi, associazioni di pedagogisti, associazioni di genitori ed anche diverse interrogazioni parlamentari.
I contorni del problema “allontanamenti facili” hanno cominciato a delinearsi già nel secolo scorso, con le prime inchieste su maltrattamenti ed abusi nel Forteto del Profeta a Vicchio, poi i finti abusi sessuali di Sagliano, poi 16 finti casi di pedofilia e satanismo a Mirandola e Massa Finalese … l’elenco dei casi emersi è lungo, e di quello dei casi sommersi non si può intuire la fine .
Tutti sapevano tutto, anche a livello istituzionale. C’è da stupirsi che oggi la politica si stupisca.
L’attuale Sottosegretario a Palazzo Chigi Vincenzo Spadafora sapeva tutto, ma ha snobbato l’allarme.
Nel 2014 gli ho illustrato personalmente, in Senato, una relazione dettagliata sulle storture del sistema di allontanamento dei minori dalle famiglie d’origine e sui trattamenti a volte irrituali che subiscono.
Sapeva quindi che non esiste un database ufficiale dei minori collocati fuori famiglia, dei tempi di permanenza, delle strutture di accoglienza laiche e religiose, dei fondi erogati a tali strutture.
Sapeva che non esistono criteri certi per l’allontanamento dei minori, sapeva che le criticità delle famiglie potevano essere mistificate.
Sapeva che esistono interessi economici che proliferano nella costruzione degli abusi.
Sapeva dell’enorme potere conferito dall’art. 403 CC e sull’utilizzo non sempre cristallino di tale potere,
Sapeva persino degli abusi e maltrattamenti subiti dai minori proprio nelle strutture che avrebbero dovuto proteggerli.
Oggi tutti si indignano per Bibbiano e la politica chiede trasparenza, riforme e commissioni d’inchiesta. Tuttavia le stesse richieste sono state fatte a Spadafora da oltre 5 anni, che invece di recepire le criticità non trovò di meglio che minimizzare: “non è il caso di fare allarmismi, il Sistema tutto sommato regge”.
Eppure all’epoca era, o fingeva di essere, il Garante Nazionale per i diritti dell’Infanzia.
Torniamo all’oscuramento dei fatti di Bibbiano: un tentativo di cortina fumogena che però viene diradata dai fari antinebbia accesi – principalmente sul web – per mantenere alta l’attenzione.
Esiste una sostanziale differenza tra la Val d’Enza e le migliaia di situazioni simili denunciate da anni in tutta Italia, ed è nella sua genesi.
L’inchiesta Angeli e Demoni nasce dalla magistratura, non dalle proteste dei cittadini come nelle mille occasioni precedenti.
Il Sostituto Procuratore del Tribunale di Reggio Emilia, Valentina Salvi, ha rilevato con sospetto la mole anomala di situazioni problematiche, o presunte tali, presenti sul territorio, dalle quali nasceva l’esigenza di allontanamenti in massa dei minori dalle famiglie d’origine.
Ed ha deciso di vederci chiaro, verificando gli sforzi fatti dal Sistema per autoassegnarsi l’esclusiva della bontà, ramificata ben oltre l’Emilia.
Il resto è cronaca: creando un problema creo anche il diritto di potermene occupare.
E brulicano le FFM.
Fabio Nestola
“non creiamo falsi allarmismi, il sistema tutto sommato regge” detto 5 anni fa dal Garante Nazionale dell’Infanzia, non si può accettare. LEGGE112/2011
La nascita della figura del garante dà attuazione all’articolo 31 della Costituzione (“La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”) oltre che a una serie di convenzioni e atti internazionali, fra i quali la quella sui diritti del fanciullo di New York, la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e quella europea sull’esercizio dei diritti dei fanciulli.
Sono inaccettabili, per una qualunque semplice cittadina quale io sono, cio’ che si legge si dice si parla e si sa riguardo alla NON tutela dei DIRITTI dei MINORI.
Sono scandalizzata quando sento parlare del Forteto, del caso Veleno e di Bibbiano.
Quando, finalmente, ognuno si prenderà la propria responsabilità e i Bambini saranno tutelati in primis da uno Stato che, se non altro, ha ratificato e legiferato LEGGI A TUTELA DELL’INFANZIA ?
ha perfettamente ragione Maria Giusti, l’affermazione di Spadafora è gravissima, considerando il ruolo di chi l’ha pronunciata.
Bizzarra la posizione del Garante: non ha accolto pubblicamente l’allarme per ogni bambina o bambino (anche fossero solo poche decine in tutta Italia) indebitamente sottratto ai genitori o maltrattato all’interno della struttura che dovrebbe proteggerlo; ha invece tranquillizzato la platea sostenendo che “il sistema regge” perché vi sono decine di migliaia di minori presi in carico dai servizi territoriali, che non vengono ne’ abusati ne’ maltrattati.
Il compito istituzionale dell’Autorità Garante per l’infanzia non è quello di minimizzare una violazione dei diritti dei minori in quanto poco rilevante dal punto di vista numerico.
Un minore illecitamente sottratto alla famiglia d’origine va riconosciuto come vittima, si o no?
Un minore abusato sessualmente dagli operatori ai quali era stato affidato dai servizi sociali, va riconosciuto come vittima, si o no?
Qualsiasi maltrattamento fisico, sessuale o psicologico subito in Casa Famiglia va riconosciuto come violazione dei diritti dei minori, si o no?
Tali anomalie, in quanto violazioni dei diritti dell’infanzia, rientrano nella sfera di competenza dell’Autorità Garante, si o no?
Su questo avremmo voluto si esprimesse il dr. Spadafora, che invece non ha ritenuto opportuno accogliere e fare proprio l’allarme perché i minori allontanati senza motivo o abusati in casa-famiglia non sono poi così tanti.
Il Sistema “regge”, dice lui. Grazie … E’ ovvio che le violazioni siano minoritarie rispetto al totale dei bambini presi in carico.
Per prendere atto di una criticità, qualsiasi criticità, è necessario che riguardi il 50% + 1 degli interessati, altrimenti non vale la pena occuparsene?
Questa singolare teoria varrebbe esclusivamente per l’infanzia, in quanto per gli adulti i criteri di valutazione sono diversi. Ogni anno da 100 donne uccise nasce l’allarme sociale femminicidio; le Pari Opportunità ed il Ministero dell’Interno non sminuiscono il fenomeno sostenendo che “il sistema regge” perché milioni di donne non vengono assassinate.
Ogni anno da 30 detenuti suicidi nasce l’allarme sociale emergenza carceri; i Garanti per i diritti dei detenuti ed il Ministero dell’Interno non sminuiscono il fenomeno sostenendo che “il sistema regge” perché decine di migliaia di detenuti non si suicidano.
L’autorità Garante della concorrenza, meglio nota come Antitrust, non sostiene che “il sistema regge” guardando benevolmente alle migliaia di aziende corrette, ma prende posizione contro ogni singolo caso che meriti la tutela del consumatore.
Il dr. Spadafora però è fatto così: per lui qualche bambino abusato non suscita allarme, che vuoi che sia, l’importante è dire che “il sistema regge”.
Finalmente qualcuno che dice come stanno le cose facendo nomi e cognomi – ovviamente non di tutti – con coraggio e senza peli sulla lingua!!
Ad onor del vero il dottor Nestola sono anni che smaschera personaggi, a dir poco, squallidi che lucrano sulla pelle dei bambini e dei loro genitori!
Grazie Fabio per il tuo coraggio, il tuo impegno pluriennale e la tua onestà intellettuale
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