ASL: Carenza di neonatologi all’Ospedale Perrino. I pediatri rispondono al Commissario straordinario e al Direttore Sanitario

Ospedale "Perrino" Brindisi

In una nota inviata ai vertici aziendali dell’ASL di Brindisi, i dirigenti medici del Reparto di Pediatria dell’Ospedale Perrino di Brindisi hanno inteso esporre alcune loro osservazioni in relazione alle recenti disposizioni aziendali della settimana scorsa riferite alla carenza di specialisti neonatologi presso il reparto di Neonatologia della stessa struttura ospedaliera.

“In relazione alla comunicazione del 12 luglio 2023, avente ad oggetto “Grave carenza specialisti neonatologi UOC Neonatologia PO Perrino” – si legge nella nota – dirigenti medici, tutti assegnati all’U.O. di Pediatria del P.O. Perrino, ritengono necessario esprimere alcune osservazioni al fine di palesare le gravi criticità derivanti dalla suddetta disposizione.

Nello specifico, occorre evidenziare che i dirigenti medici del reparto non possiedono la necessaria competenza ed esperienza professionale richiesta nell’ambito dell’U.O.C. di Neonatologia-TIN, atteso che, sin dall’assunzione, non hanno avuto alcun modo di valutare neonati.

Ne deriva che l’espletamento di attività medica in ambito neonatologico non può di certo avvenire sic et simpliciter, dovendo, piuttosto, essere subordinato al completamento di uno specifico piano di formazione, con indicazione di tempi, tappe e modalità di verifica dell’idoneità, tanto più che, in ambito universitario, l’indirizzo neonatologico prevede un biennio di lezioni teoriche e di pratica con affiancamento ben distinto dall’indirizzo pediatrico e perciò in alcun modo sovrapponibile.

In assenza di tali presupposti, appare, dunque, evidente che l’utilizzo di medici pediatri in ambito neonatologico determinerebbe un peggioramento della qualità assistenziale a discapito dei pazienti neonati, a cui si aggiungerebbe un notevole incremento del rischio clinico ed un verosimile aumento dei contenziosi legali.

Quanto da ultimo rimarcato assume, inoltre, ulteriore rilevanza ove si consideri che l’impiego di specialisti pediatri del Perrino in copertura a turni di Neonatologia/UTIN comporterebbe lo svolgimento di mansioni non contemplate dal contratto di lavoro firmato all’assunzione e, soprattutto, non coperto dalla propria polizza assicurativa professionale.

Sotto diverso profilo, si deve, poi, rilevare che l’impiego dei pediatri del Perrino in attività extra rispetto alle attuali (reparto, consulenze di pronto soccorso e di altri reparti, ambulatori) finirebbe con il determinare la sospensione di gran parte delle visite ambulatoriali e dei day service, non potendosi di certo comprimere l’attività di reparto, e ciò pregiudicherebbe il recupero delle prestazioni ambulatoriali perse durante il periodo COVID, con inevitabili ripercussioni sul soddisfacimento delle esigenze dell’utenza anche nel reparto in esame.

Peraltro, al momento tre dei dirigenti medici impiegati sono assunti con contratto a tempo determinato (una è specializzanda in formazione) ed hanno scelto il reparto di Pediatria solo per il tipo di attività svolta. Il cambio di prospettiva, per gli stessi, al pari di qualunque medico strutturato, potrebbe, dunque, creare la spinta per ricercare un altro impiego, circostanza, questa, che comprometterebbe il delicato equilibrio che, con straordinarie capacità professionali ed umane, il Dr. Moramarco ha creato in reparto fra fattori soddisfattori ed insoddisfattori (Heltzberg,1959).

In attesa di riscontro a breve, porgiamo i nostri saluti”.

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