‘Amore va all’inferno’, spettacolo teatrale contro la violenza sulle donne

BRINDISI – ‘Amore va all’inferno’ nasce come progetto di co-produzione fra l’Associazione Balletto “città di Rovigo” e la compagnia AlphaZTL Compagnia d’Arte Dinamica, come nuova tappa di un percorso artistico, iniziato da alcuni anni, che vede la danza svilupparsi anche attraverso argomentazioni legate alle problematiche sociali.

Lo spettacolo esplora il tema della violenza contro le donne, una priorità sociale, un problema culturale, che esiste da sempre ma che solo da poco tempo trova uno spazio di discussione.

Il coreografo Vito Alfarano lo affronta mettendo in scena un percorso coreografico che si sviluppa in tre momenti: Viola(ta), Malati d’amore e Oltre i Confini.

Il trittico analizza, attraverso tre figure femminile, i diversi aspetti dell’amore, i suoi effetti, le sue conseguenze e l’inferno che ne deriva.

Viola(ta) affronta “a viso aperto” la violenza contro le donne e la riconquista della propria dignità. L’inferno è quello delle mura domestiche, dove le donne sono psicologicamente sequestrate, insultate, maltrattate.

In Malati d’amore, l’inferno è il carcere, dove il distacco provoca mancanza, desiderio, nostalgia, dipendenza e allora l’amore esce pieno di sincerità, calore, come unica consolazione per sopportarne la lontananza.

Oltre i confini, calato nell’inferno del V canto della Divina Commedia, ci parla dell’amore passionale, infinito, capace di unire indissolubilmente in un tutt’uno due anime, così grande da sopravvivere anche dopo la morte come quello di Paolo e Francesca.

AlphaZTL Compagnia d’Arte Dinamica

L’associazione AlphaZTL Compagnia d’Arte Dinamica è nata a Brindisi nel 2015 grazie alla volontà del danzatore e coreografo Vito Alfarano di voler portare in Puglia la sua esperienza artistica maturata negli ultimi 16 anni di lavoro in giro per il mondo. L’Associazione con sigla αZTL è una compagnia di danza contemporanea e video: installazioni, documentari, cortometraggi, video arte e video danza. L’Associazione svolge anche attività editoriale e letteraria. Perchè AlphaZTL? Alpha, prefisso di origine greca che indica rispetto al termine cui viene apposto valore di negazione, mancanza e privazione (alfa privativo). ZTL zona a traffico limitata.

La AlphaZTL entra attraverso l’arte in quelle realtà poco calpestabili esistenti in società, come il carcere, comunità di sordi e autistici, abbattendo quelle barriere che non permettono l’integrità sociale. Lo scopo è quello di dare voce a quelle realtà relegate da pregiudizi facendo arrivare l’eco quanto più lontano possibile attraverso le attività che la compagnia svolge.

Vito Alfarano nasce a Brindisi il 15.01.1978. Dal 2000 inizia la sua attività professionale come danzatore freelancer e lavora con vari coreografi

e con le sue coreografie vince primi premi nazionali e internazionali. Nel 2008 inizia la costruzione di un percorso coreografico che vede la danza svilupparsi anche attraverso argomentazioni legate alle problematiche sociali, come detenzione, sordità e sindrome di Down. Dal 2013 è membro del “Coordinamento Nazionale di Teatro in Carcere”. Firma le coreografie per la Compagnia Fabula Saltica, per la Biennale di Venezia, in Corea del Sud per il SIDance – Seoul International Dance Festival. Nel 2015 crea a Brindisi la Compagnia d’Arte Dinamica AlphaZTL, compagnia di danza contemporanea, video arte e editoria, che opera a livello internazionale. Insegna all’Università di danza di Cheonan in Corea del Sud, al Modem corso di perfezionamento della compagnia Zappalà Danza ed è docente esperto esterno al Liceo Coreutico E. Ferdinando di Mesagne (BR). Con il suo video arte/danza IL MIO GRIDO realizzato con i detenuti del carcere di Rovigo ed ora in circuitazione mondiale riceve una menzione speciale dal già Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Hai presente quando sogni di cadere? E la sensazione che ti resta al risveglio? Un sussulto e un senso di angoscia. La violenza sulla donna e’ un tema sul quale insistere non e’ mai troppo perche’ certi argomenti non devono mai essere messi da parte o, peggio, sottaciuti.

Viola(ta) nasce come performance di danza contemporanea e affronta “a viso aperto” la violenza contro le donne o violenza di genere, argomento di forte attualità, esistente però da millenni, dalla nascita dell’uomo e del suo desiderio di supremazia su ogni essere vivente ritenuto inferiore. Denunciare è il primo passo verso la libertà, la riconquista della propria dignità e soprattutto è il primo passo verso la salvezza: cosa c’è di meglio che alzarsi la mattina, guardare il sole e domandarsi “Cosa faccio oggi? Dove vado?” senza la paura di essere insultate, maltrattate, senza sentirsi in colpa per non aver fatto nulla. Vito Alfarano vuole porre l’accento su questo problema perchè insistere non è mai abbastanza.

Viola(ta) nasce dalla necessità di raccontare le emozioni che accompagnano le donne vittime di violenza senza bisogno di definire il fatto. L’inizio di Viola(Ta) è al tempo stesso anche la sua fine e viceversa, come un cerchio che si ripete ciclicamente dove la donna non ha una sola identità ma rappresenta ogni età, estrazione sociale e razziale, sotto il peso di un abuso. Dentro Viola(ta) troviamo tre principali momenti, le voci manifestanti delle donne dell’Associazione IO DONNA di Brindisi: “PRESENTE”, “LUI MI VOLEVA BENE”, “DONNA LO SAI LA FORZA CHE HAI, SI LO SO LA FORZA CHE HO”

1- “PRESENTE” è l’intima preghiera di questa donna, la sua vergogna, la paura, il nascondere e nascondersi. La donna senza volto.

2- “LUI MI VOLEVA BENE, BENE DA MORIR” ci mostra il tentativo di tornare alla normalità attraverso la quotidianità, attraverso l’amore che resta a tenere incollati in quel posto e in quel tempo.

3- “DONNA LO SAI LA FORZA CHE HAI, SI LO SO LA FORZA CHE HO” è il grido, espressione massima di tutto il peso che si porta addosso. Corpo e spazio scenico si fondono in una danza che non risparmia più nulla, che si concede, sfinita, al racconto di una violenza, a volto scoperto.

PRODUZIONE 2016 – AlphaZTL Compagnia d’Arte Dinamica

Durata 25 minuti

Nello spettacolo “IL RUMORE DELL’AMORE… Ispirato a Paolo e Francesca e agli innamorati contemporanei” l’innamoramento è il tema conduttore, con tutti i suoi “rumori”. Lo spettacolo è frammentario, costruito a quadri a volte autonomi e a volte collegati l’uno all’altro. I titoli dei quadri e il loro contenuto sono tratti dal libro “Frammenti di un discorso amoroso” di Roland Barthes. Gli innamorati ai quali ci si è ispirati sono Paolo e Francesca di Dante, i danzatori in scena e i detenuti. Infatti dopo un laboratorio condotto presso la Casa Circondariale di Rovigo, sono state raccolte immagini e parole che compaiono all’interno dello spettacolo. Si lavora sul tema dell’amore e si scopre che tutti i detenuti hanno un amore che li aspetta, che il loro cuore è caldo e la lontananza è sì dura da sopportare, ma il loro amore è anche la cosa più bella a cui pensare, la ragione di vita. Scrivono lettere, cantano, ballano e i loro volti si rilassano, sorridono, si commuovono e le loro mani applaudono le lacrime dei compagni che raccontano se stessi. Escono sentimenti profondi che non ce la fanno più a rimanere compressi dentro i loro corpi. Tutto in loro è pieno di sincerità. La sorpresa è che anche in carcere, nonostante il distacco, l’amore continua ad essere una forza misteriosa che rende meravigliosa la vita di tutti gli uomini. Tutti i danzatori rappresentano un solo personaggio: l’innamorato colto “in situazione” nei diversi quadri tratti dal libro di Roland Barthes, tra cui: Rapimento, Eternità, Assenza, Voler prendere e, come in MALATI D’AMORE, la dipendenza: come uno storpio ha bisogno di una stampella per reggersi in gambe, i due amanti si sostengono l’uno dell’altro.

PRODUZIONE 2009 – Associazione Balletto Città di Rovigo Compagnia Fabula Saltica

Durata 12 minuti

Tra le varie forme dell’amore vi è quello passionale, infinito, capace di unire indissolubilmente in un tutt’uno due anime coinvolgendo mente e corpo, così grande da sopravvivere anche dopo la morte. Questo è un modo assoluto e totale di amare, non da tutti così intensamente vissuto e per questo spesso immaginato ed idealizzato. Ed è proprio da questa idealizzazione che nasce la coreografia di “Oltre i confini.…”, la storia di due cognati amanti uccisi dal marito di lei, Gianciotto e condannati per l’eternità all’inferno per adulterio:

Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.

Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona.

Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi a vita ci spense.

Il tema di fondo è quello dell’amore, del suo insorgere, sublimarsi e decadere. Siamo nell’inferno dantesco, nel cerchio dei lussuriosi dove due creature si aggirano trascinate dalla bufera. Nella coreografia lo scorrere del tempo, la danza dei due protagonisti con un libro costituiscono i due elementi importanti. L’amore di Paolo e Francesca consumato durante la loro vita, superando i limiti della morte, diventa eterno e continua a vivere nel cuore di ogni uomo grazie all’opera dantesca.

…per scoprire o riscoprire un sentimento universale e autentico che accomuna ogni uomo, qualsiasi esso sia, in qualsiasi tempo e spazio.

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