BRINDISI- Femminicidio e violenze sui minori, indifferenza e insensibilità, dolore e sofferenza, educazione e informazione. Queste le parole importanti della mattinata di oggi al Liceo “Simone-Durano”. Con alle spalle sul maxischermo la foto di Ciccio e Tore, i due fratellini di Gravina tristemente noti alle cronache per la loro scomparsa e morte, l’avvocato La Scala, presidente nazionale dell’Associazione Penelope, ha raccontato, a rapide e pregnanti pennellate, con un lessico volutamente concreto, duro, realistico che cosa queste parole significhino. E a che cosa esse portino. Lasciando il suo uditorio, oltre centocinquanta studenti ed insegnanti, letteralmente senza parole. Parole forti che lasciano il segno. Anche e soprattutto nei più giovani. Parole per imparare che le persone scomparse in Italia sono un numero impressionante; parole per imparare che, dietro queste cifre a quattro zeri, si nascondono stranieri ed italiani, minori ed adulti, persone malate e persone disperate, uomini, donne e bambini; parole per imparare che in tanti casi la colpa è della nostra indifferenza. Domande volutamente scomode (“e voi che avreste fatto?”, “dopo la presenza in massa ai funerali delle tante vittime, il giorno dopo perché esse si dimenticano?”, “pensate che un ergastolo serva a qualcosa se dietro c’è qualcuno chiuso in una bara?”, “avete idea di che cosa significhi morire di freddo, di fame e di sete a dieci anni?”, “sapete cosa vuol dire aver subito violenze a tre anni?”), ma che hanno rimescolate le coscienze. A queste domande gli alunni, con acume, hanno posto delle questioni ancora più ‘scomode’, di quelle che spesso frenano i giovani nello sporgere denuncia.

Ospiti del Simone Durano le più alte cariche del Rotary Club Valesio e dell’Inner Wheel di Brindisi (associazioni da sempre in prima fila nell’impegno sulle tematiche sociali e culturali) e la fotografa coautrice del libro Un granello di colpa, Daniela Ciriello. A lei e all’Avv. La Scala la Dirigente Scolastica, Carmen Taurino, ha fatto omaggio di due opere spiccatamente ‘femminili’ realizzate dagli studenti. I ragazzi del Liceo hanno letto e commentato alcuni passi del volume, hanno ridato vita a una bellissima pièce sul tema realizzata da Paola Cortellesi e Claudio Santamaria (mi chiamo Valentina e credo nell’amore), hanno accompagnato l’evento con la musica di fisarmonica e violini. Ma soprattutto hanno ascoltato e sicuramente imparato. Non sarà una giornata che la scuola dimenticherà. Una giornata che dimostra, una volta di più, quanto sia importante avviare nelle scuole, a cominciare dalle scuole, percorsi educativi tesi a imprimere nelle giovani generazioni il rifiuto e la denuncia della violenza. Tanta strada c’è ancora da fare, ma un segnale importante è stato lanciato.

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