Ilva, svolta dei 5 Stelle: “Si va avanti, ma solo se…”. “Flat tax? Non ci sarà per le famiglie”. Il Ministro Barbara Lezzi a “La Piazza…”

CEGLIE – La titolare del dicastero per il Sud: “Con Salvini lavoro bene”. “Autostrade, togliere la concessione ai Benetton” “Sull’Ilva si andrà avanti, se saranno rispettati occupazione e ambiente”. Flat tax? “Per ora le famiglie restano escluse da questo abbattimento delle tasse. Poi si vedrà”. Con queste parole Barbara Lezzi, ministro dei 5 Stelle nel governo presieduto dal premier Giuseppe Conte, anticipa ai microfoni de ‘La Piazza’ – la tre giorni di dibattiti organizzata dal direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino a Ceglie Messapica – le mosse dell’esecutivo giallo-verde su alcuni dei nodi più delicati di questo inizio legislatura.

Riguardo al colosso siderurgico di Taranto spiega il ministro “stiamo cercando di approfondire ancora alcuni passaggi. Poi sarà la legalità a dirci la direzione da imboccare. Di certo il nostro governo non ha preso la questione Ilva solo come una questione occupazionale. E’ necessario che Taranto ricominci a vivere e respirare. Quando sento mamme di bambini già ammalati, io non accetto che queste mamme vengano trattate alla stregua di semplici ambientaliste”. Quando la svolta? “Abbiamo preso un po’ più di tempo, ma solo per dare la migliore risposta possibile. Ad oggi, ripeto, non abbiamo alcuna risposta definitiva. Prima che i soldi finiscano troveremo una soluzione”. Siete ancora convinti che dietro la gara per l’affidamento vinta da Acelor Mittal ci sia qualcosa che non va? “Di certo sembra strano che non vi siano stati rilanci di gara. E’ un po’ inspiegabile. Non siamo investigatori, ma sicuramente delle domande ce le facciamo”. Tuttavia “l’Ilva va avanti se rispetta un nostro principio sacrosanto: noi non siamo contro la produzione. Siamo contro la produzione a scapito della salute dei cittadini”.

Mezzogiorno: “Il Sud ha alzato la testa e vuole avere la dignità del lavoro e un contesto produttivo all’altezza dei nostri giovani, ancora oggi costretti ad andar via dal Mezzogiorno. Il Sud non ha strade, non ha infrastrutture, manca perfino l’Alta Velocità fino a Lecce. Per non parlare delle poltrone nei treni, la pulizia, e così via”.

“Con Emiliano non mi sono ancora rivista. Il 10 settembre ho già preso appuntamento con la Regione Puglia. Quando vado nelle Regione del Sud non guardo se c’è il Pd o Forza Italia. Guardo solo se c’è il pugliese, il lucano, il campano e cerco di fare in modo che i Fondi europei arrivino a quelle popolazioni. E che con quei fondi vengano fatti gli investimenti”. “La gente da Nord a Sud ci dice: siete la nostra speranza. E se nella sala dei bottoni io non trovo i bottoni, allora devo fare di tutto per trovarli quei bottoni. Quando vado in Calabria e vedo il porto di Gioia Tauro capisco perché i cittadini mi dicono siete l’ultima speranza. Così come capisco quando vado in ospedale e devo aspettare 6 mesi per una tac, o quando non riesco a raggiungere la Basilicata in treno dalla Puglia. Noi siamo stati pronti da subito per raccogliere quella speranza, anche cercando la collaborazione, a patto che non ci siano infingimenti. Io mi appello alle Regioni per collaborare con noi nell’accorciamento di questo divario perché se raggiungiamo questo obbiettivo, non vinceremo noi dei 5 Stelle, ma vinceremo tutti. Le regioni del Sud devono avere una visione comune, diventare una grande calamita che attrae non solo risorse economiche, ma anche umane. Io non mi sono rassegnata all’idea che un ragazzo del Nord non possa venire a studiare al Sud”.

Sul ritardo dell’utilizzo dei fondi strutturali di coesione “noi scontiamo innanzitutto uno scotto elettorale, perché quando quei rimborsi sono arrivati sono stati utilizzati per spesa corrente anziché investimenti. C’è poi una complessità burocratica che presta alibi alle Regioni. Con il premier Conte ora stiamo lavorando a un progetto di semplificazione a carico delle Regioni. C’è poi l’Agenzia per la Coesione che ho voluto cambiare per renderla più vicina soprattutto ai piccoli Comuni che non hanno quelle competenze di progettazione necessarie per raggiungere l’obbiettivo di ottenere le risorse di cui stiamo parlando”.

Flat Tax, Reddito di Cittadinanza e riforma delle pensioni. “Stiamo cercando su questi temi un punto di caduta che porti alla loro realizzazione senza sfasciare i conti pubblici. Non faremo ovviamente tutto e subito. Dovremo trovare le risorse. Tagliare il contratto dell’aereo di Renzi non risanerà i conti pubblici. Ma se noi a questo ci aggiungiamo il taglio dei vitalizi, e poi il taglio alle pensioni d’oro e così via, le risorse vengono fuori. Riguardo alle pensioni d’oro noi non vogliamo punire nessuno, ma solo ridistribuire da chi ha tanto verso chi ha poco”.

La Flat tax riguarderà anche le famiglie? “Sulla flat tax stiamo lavorando oggi innanzitutto per le imprese, perché tagliare le tasse alle imprese significa avere anche ricadute occupazionali. Se poi ci saranno margini cercheremo di allargare la flat tax anche alle famiglie”.

Riguardo al reddito di cittadinanza “io non accetto lezioni da chi ha la pancia piena. Io devo pensare alle famiglie in cui il genitore che perde il lavoro rimane senza un reddito. Se io non sostengo quella famiglia, se io non sostengono i 10 milioni di poveri che oggi abbiamo in Italia, io non ho fatto il mio dovere. Insultare chi è povero dicendo che vuole il reddito di cittadinanza per stare sul divano io non lo accetto”.

Il dossier Tap è oggi in capo al premier Conte. Sarebbe inopportuno da parte mia dire qualsiasi cosa mentre il presidente del Consiglio sta lavorando su questo fronte. Vi ricordo che sono trascorsi tre mesi, che possono sembrare tanti, ma se vediamo la complessità di queste e altre situazioni, si capisce che abbiamo bisogno di tempo”.

Molti giornalisti, osserva il direttore Angelo Perrino, sostengono che la Lega potrebbe piano pieno fagocitarvi: “Per tutti i giornali eravamo già morti nel 2013. Siamo ancora qui e più forti per cambiare questo paese e migliorarlo. Cosa accadrà in futuro non lo sappiamo, di certo noi lavoriamo con la prospettiva della legislatura. Sul perché i media ce l’abbiano con noi c’è sicuramente il timore di perdere certe posizioni in quell’anello superiore, che pensa di potere tutto e che ha perso il gancio con la realtà. E’ un sistema di potere che si nutre di se stesso, per cui se entrano delle forze diverse, per loro c’è il rischio che tutto si sbricioli”.

Ha paura di Salvini? “Non ho paura di Salvini. Io continuo a lavorare seguendo il contratto e le linee che ci diamo come Movimento 5 stelle. Non amo pensare a ciò che potrebbe accadere. Io con Salvini, quando parlo del Paese, mi ritrovo su molte posizioni”.

“Sulle anime diverse dei 5 stelle non mi resta che ricordare quando si dicevano le stesse cose cinque anni fa. Noi siamo un movimento fatto di persone libere e media intelligenza, con le proprie opinioni. Ciò che conta alla fine è trovare dei punti di convergenza. E questo accade sempre e subito”.

Tragedia di Genova: “Bisogna togliere ai Benetton quella concessione. E’ importante per noi, per tenere botta su questa linea, ricordare quei giorni terribili, ricordare le persone che abbiamo incontrato. Non dimenticare quelle storie e andare avanti, questo è ciò che dobbiamo fare. Non può più accadere tutto questo e quel ponte non può ricostruirlo chi diceva che quel ponte non aveva problemi”.

Nel corso dell’intervista il direttore Perrino ha poi dato spazio all’intervento di uno dei 148 operai Tecnomessapia rimasti senza lavoro: “A luglio abbiamo ricevuto un licenziamento collettivo che ha riguardato 148 persone. Con i sindacati abbiamo inviato al Ministero del Lavoro una comunicazione, ma ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Siamo riusciti a parlare con la Regione ma non con il governo”. La risposta del Ministro Lezzi: “Solleciterò il Ministro a incontrare i lavoratori di Tecnomessapia. Non giustifico nessuno, e lo farò già lunedì”.

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