L’INTERVISTA – Il notaio Michele Errico: “L’Amministrazione? Siamo ancora in rodaggio”

BRINDISI – Il notaio Michele Errico, consigliere personale del Sindaco Carluccio e Garante della Trasparenza e della Legalità, dopo un approccio entusiasta e convinto verso la nuova avventura che si apprestava a vivere in primavera, è rimasto nell’ombra per tre lunghi mesi, ovvero da quando, l’11 agosto scorso, è stato approvato dalla Giunta il suo Codice etico dell’amministratore. Abbiamo così deciso di intervistarlo per sapere cosa ne pensasse delle varie vicissitudini che hanno accompagnato i primi passi di questa Amministrazione.

Notaio, partiamo proprio dal suo primo atto ufficiale, ovvero il Codice etico dell’amministratore, il quale disciplina, in 22 articoli, il comportamento che devono tenere il Sindaco, gli assessori ed i componenti degli organi delle società partecipate. Tale Codice, tra i tanti punti, contiene il divieto, da parte di un amministratore, di nominare un soggetto rinviato a giudizio; la pubblicizzazione degli stipendi degli amministratori e degli eventuali finanziamenti ottenuti in campagna elettorale; le situazioni di conflitto d’interesse ed i modus operandi improntati alla collaborazione verso gli organi d’informazione e verso i colleghi. Sono state rispettate proprio tutte, fino ad ora, queste disposizioni?

Guardi, il Codice è stato approvato (e quindi sottoscritto) dalla Giunta l’11 agosto, e da quando è in vigore posso affermare che si sta agendo con onestà e trasparenza. Certo, prima dell’approvazione probabilmente c’è stata qualche elusione ma è riconducibile a scelte di opportunità che spettavano al Sindaco ed alla maggioranza. Adesso, però, è tutto disciplinato dal Codice etico.

Passiamo ai 6 punti toccati dal suo programma elettorale, i quali sono confluiti in quello dell’attuale Amministrazione. Alcuni di questi prevedono: la trasformazione del Collegio Tommaseo in un Polo universitario marittimo, lo sviluppo commerciale del porto attraverso i fondi per la Puglia, lo smantellamento della centrale A2A, la riduzione delle emissioni di CO2 della centrale Enel. A che punto siamo?

Ricordo quotidianamente al Sindaco i punti del programma da lei citati. Quasi ogni giorno faccio pervenire al Sindaco il mio pensiero, non solo sul programma, ma su ogni aspetto.

Il punto più qualificante del programma riguarda il porto. Con questa riforma portuale il Comune, finalmente, entrerà direttamente nella gestione del porto mediante un suo rappresentante. Siccome siamo il porto più importante dell’Autorità di Sistema del Basso Adriatico, dobbiamo fare in modo che il Comune venga rappresentato nel modo più appropriato. Io sto facendo delle proposte al Sindaco sia riguardo il soggetto più adatto a ricoprire il ruolo di delegato, sia in merito alla possibilità di istituire una commissione consiliare speciale che possa intervenire sulle questioni del porto.

Questo, a livello di programmazione strategica dello sviluppo della città, è un momento straordinario, perché il Comune, entrando nella Governance della nuova autorità di sistema, potrà programmare, in parallelo allo sviluppo urbanistico, industriale e dell’area vasta, anche quello del suo porto.

Fino ad ora il Comune non aveva alcuna possibilità di incidere sulle scelte dell’Autorità Portuale. Adesso, finalmente, grazie alla riforma potremo programmare il futuro del nostro porto, unitamente allo sviluppo urbanistico ed industriale della città.

Tutto ciò avveniva già 20 anni fa negli Stati Uniti, dove spettava al municipio programmare lo sviluppo del proprio porto, vedasi i casi di Vancouver, Los Angeles, San Francisco. Tutti questi aspetti rientrano nel programma a cui lei faceva riferimento.

State pensando anche a qualche nome da proporre alla Regione per il ruolo di Segretario generale della nuova Autorità di Sistema?

No, l’aspetto burocratico non ci interessa, noi stiamo solo lavorando sull’indirizzo politico che vogliamo portare lì dentro, perché finalmente abbiamo la possibilità di diventare protagonisti assoluti delle scelte riguardanti il nostro porto.

Un altro punto sul quale lei ha spinto molto è quello riguardante la democrazia partecipata. L’operato di questa Giunta, però, si sta caratterizzando per l’effettuazione di scelte in “camera caritatis”, basti pensare, ad esempio, alla visita in gran segreto effettuata dal sindaco Carluccio al sindaco di Taranto per proporre l’accorpamento tra i due porti. Non nota, anche qui, una certa incoerenza?

Affatto, il Sindaco ha fatto benissimo ad andare a parlare con Stèfano in quel momento. Questo, comunque, è un problema superato. Adesso dobbiamo solo pensare a raggiungere i risultati sperati per rispettare i criteri sanciti dall’UE sui porti core. Il porto di Brindisi è il doppio, in tutti i sensi, rispetto a quelli di Bari e Manfredonia, pertanto assumerà certamente un ruolo preminente all’interno dell’Autorità di Sistema. Tra l’altro ogni tre anni vengono effettuati, da parte del Governo, i controlli sui criteri da rispettare per restare porto core, e non è detto che fra tre anni non si creino i presupposti per un’autorità unica di sistema comprendente anche Taranto, nella quale Brindisi possa avere ancora più peso.

Tornando alla questione della democrazia partecipata, penso che l’istituzione di una commissione consiliare speciale sul porto rappresenti l’esempio più fulgido in tal senso.

Lo Statuto comunale prevede strumenti di partecipazione popolare, quali referendum e consultazioni popolari, però non è mai stato adottato un regolamento attuativo di tali indirizzi. Questo stato di cose castra la volontà della cittadinanza di partecipare alle vicende amministrative. State pensando di adottare tale regolamento, magari integrandolo con forme di partecipazione quali i referendum propositivi o i bilanci partecipati?

Si, in effetti questo è un altro problema che vorremmo risolvere. Tenga conto, però, che esistono anche altre forme di democrazia partecipata che vanno oltre gli steccati normativi. La democrazia partecipata deve essere una cosa sostanziale: a tal proposito stiamo lavorando per coinvolgere i cittadini di ogni quartiere nel servizio di igiene urbana, fornendogli dei kit appositi.

Una sorta di baratto amministrativo quindi?

Esatto, ma non solo. Pensiamo anche ad un bando che possa coinvolgere i professionisti della città, affinché possano dare il loro contributo, un po’ come sto facendo io.

Lei supporta questa maggioranza perché crede nella possibilità di autodeterminazione della città, senza che la stessa reciti un ruolo subalterno rispetto a Bari e ad Emiliano. Di fatto, però, l’attuale maggioranza si regge su un patto d’acciaio stretto tra Fitto e Ferrarese, che di Brindisi non sono.

Non c’entrano niente i patti politici con la capacità dei consiglieri comunali e della giunta di prendere le scelte in autonomia. Ben vengano i vari Fitto e Ferrarese, nulla tolgono alla possibilità di autodeterminarsi; la mediazione politica viene effettuata in loco, dai consiglieri comunali, e le posso assicurare che il Sindaco è assolutamente indipendente nelle sue decisioni.

Cosa pensa della incresciosa vicenda dei 25 autisti Stp chiamati a fare da scrutatori, quando ci sono liste interminabili di disoccupati e di bisognosi?

Sono intervenuto immediatamente, insieme al vice sindaco, nella stesura di un nuovo regolamento che andrà a disciplinare propri situazioni come queste, in modo tale che non si ripetano più. Diciamo che siamo stati presi alla sprovvista da un comportamento ritenuto normale da alcuni elementi, ma che normale non è affatto.

Qual è la sua posizione su Ecologica Pugliese e Multiservizi?

Con Ecologica abbiamo ereditato un rapporto non disciplinato da alcun contratto. Abbiamo quindi proposto ad Ecologica di formalizzare il rapporto, ma la società non ha voluto firmare il contratto alle condizioni da noi proposte; così, abbiamo emesso un’ordinanza che interrompeva il rapporto con tale azienda. Ecologica ha impugnato l’ordinanza davanti al Tar, il quale ha incomprensibilmente dato ragione all’azienda. Purtroppo sono sentenze e come tali vanno rispettate, seppur non ne condivido il merito.

Abbiamo così rifatto il bando per l’affidamento biennale del servizio di igiene urbana, in attesa della soluzione definitiva decennale. In realtà stiamo pensando a tre strade: rifare il bando decennale Aro; cercare di costituire una nostra società, un’ Amiu brindisina per intenderci: questo è un mio vecchio pallino, dato che non sono nuovo alla costituzione di società pubbliche, in quanto credo che le società pubbliche, se curate bene, possano dare le giuste soddisfazioni, al contrario dei soggetti privati che si dimostrano spesso ingestibili; coinvolgere l’Amiu, società pubblica partecipata dai Comuni di Bari e Foggia.

A mio parere, però, è meglio gestire direttamente le proprie cose, piuttosto che affidarsi ad altri.

La costituzione di una nuova società pubblica, però, dipende da come riuscirete a risolvere il problema della Multiservizi.

Esatto. Ci stiamo lavorando da mesi, abbiamo studiato da dove derivano le perdite ed abbiamo pensato ai giusti rimedi da mettere in campo. Certo, stiamo incontrando tante resistenze, però pensiamo che l’unico rimedio possibile sia un importante piano di razionalizzazione. La soluzione sarebbe quella di intervenire: sui premi di produzione; sui contratti di servizio tra il Comune e la Multiservizi, senza che vengano defalcati del 30% gli importi, come invece è avvenuto in questi anni o, peggio ancora, evitando che a seguito di una prestazione fornita dalla società, il Comune non ne riconosca il servizio ed il conseguente credito; rivedendo la pianta organica. In 5 anni, così, potremo ripianare la perdita, la quale non supera i 3,8 milioni di euro. Il deficit, in fondo, nasce proprio dalle incomprensioni tra il Comune e la Multiservizi, sorte in merito ai contratti di servizio non riconosciuti dall’Ente; si può parlare, pertanto, di una perdita fittizia.

Sulle internalizzazioni dei servizi lei è d’accordo?

No. Anche perché il problema principale della Multiservizi è quello di cui ho parlato prima.

Vi è pervenuta la risposta dell’Anci sulla vostra proposta di risanamento della Multiservizi?

Non ancora, e comunque quel piano di fusione per incorporazione riguarda soprattutto la Energeko.

Ci tengo ad aggiungere una cosa in chiusura: questa amministrazione è ancora in fase di rodaggio, però le posso assicurare che rappresenta garanzia massima di onestà e si sta dimostrando all’altezza della situazione, a differenza di quanto ventilava Emiliano.   

Andrea Pezzuto
Redazione

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