BRINDISI – La notizia dell’esito del bando per le periferie, al quale il Comune di Brindisi ha concorso con la riqualificazione dei due capannoni ex Saca, piazzandosi al 99° posto, ha aperto un dibattito animato.

Difatti, dopo la nota del capogruppo di Forza Italia Mauro D’Attis che tuonava quasi come un “ve lo avevo detto” e la replica di Marina Miggiano, ex assessore alla Programmazione Economica che ha spiegato in altro articolo i motivi di quella scelta, a gettare benzina sul fuoco arriva un post affidato a facebook da parte di Emma Taveri, giovane imprenditrice brindisina in ambito turistico, da anni impegnata nella riqualificazione e valorizzazione del territorio.

Emma Taveri
Emma Taveri

“99 su 120. E’ il posto che Brindisi merita?” – si chiede la Taveri che, poi, prosegue: “Voglio raccontarvi la storia dietro questo risultato, che ho vissuto in prima persona senza mai polemizzare: circa 2 anni fa (la Taveri era, all’epoca, presidente della Associazione Brindisi is you, ndr), abbiamo candidato il progetto Brindisi is you ad un bando ANCI, arrivando secondi in Italia su 63. A darne notizia – come dimostrano i giornali cartacei ed on line di allora – fu l’allora vice sindaco Giuseppe Marchionna che era anche assessore alla Programmazione Economica. Mesi di laboratori, incontri con le famiglie ed i bambini di una periferia degradata (Quartiere Perrino).
 I bravissimi Antonio De Castro Pinto e Paola Muti hanno trasformato in un fantastico e colorato progetto l’idea che i bambini avevano del loro quartiere.
 Ho vissuto pochissimo di questa fase, ma una cosa mi è rimasta impressa: gli occhi di quei bambini.

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Bambini che, abituati a vivere in un’area triste e degradata, per una volta potevano immaginare una realtà diversa, migliore. Il progetto era a disposizione dell’Amministrazione. Poteva essere candidato a questo bando per la rigenerazione urbana, e nella peggiore delle ipotesi avrebbe ottenuto un finanziamento. Quei bambini oggi ci avrebbero guardato con quegli stessi occhi ed un sorriso meraviglioso. Questa è la responsabilità più grande di chi ha consapevolmente optato per altro. Ho scoperto delle belle persone all’interno dell’Amministrazione. Confido in loro per il futuro. Non dobbiamo mai smettere di credere nella Bellezza”.

Ma l’ex assessore Marina Miggiano afferma che quel progetto non era affatto candidabile: “I progetti – afferma – devono essere di proprietà del Comune per potere essere candidati. L’Amministrazione, per legge, non può prendere un progetto da un privato, gratuitamente. E se una persona volesse, invece, donarlo, può farlo, ma deve protocollarlo. E se il Comune ha un parco progetti, cosa che non abbiamo, lo mette a disposizione. Ma in questo caso, quel progetto non è mai stato protocollato. E se pure fosse stato fatto, questo mi preme sottolinearlo, non è chi ha realizzato il progetto che poi seguirebbe i lavori”.

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