BRINDISI – Il decreto Sud, al momento, prevede uno stanziamento di 200 mln di euro per i prossimi tre anni per la creazione di 5 Zone Economiche Speciali. La suddivisione delle risorse sarà così ripartita: 25 mln per il 2018, 31 per il 2019 e 150 per il 2020.
Appare certo che la prima Zes sarà Gioia Tauro, così come è molto probabile che la Puglia farà istanza per ottenere il riconoscimento di due Zes. A tal proposito pare certa la candidatura di Taranto per l’area ionica, mentre per l’area adriatica è ballottaggio tra Bari e Brindisi. Il problema di fondo, però, è che nel decreto è specificato che l’area dove sorgerà la Zes dovrà essere collegata alle Reti Ten-T: Bari lo è, Brindisi no. Patroni Griffi, nella sua recente visita a Brindisi, ha affermato che il porto e le aree retroportuali della città messapica sono perfette per accogliere un’operazione come quella delle Zes: bisognerà ora comprendere come contemperare la volontà del Presidente dell’Authority – emersa dalle dichiarazioni appena richiamate – con le spinte baricentriche e con la difficoltà di aggirare nel breve periodo il vincolo posto dal decreto sull’appartenenza ad una delle Reti Ten-T.
Andrea Pezzuto Redazione |