BRINDISI – Inizierà lunedì 6 novembre, davanti al Tribunale di Brindisi, il processo a 46 attivisti che il 10 novembre 2015 – dal primo pomeriggio e sino alle 23,00 – occuparono i binari della stazione di San Pietro Vernotico per protestare contro l’abbattimento degli ulivi decisi all’epoca nell’ambito del piano di interventi dell’allora commissario straordinario Giuseppe Silletti.

Il blocco provocò problemi a una quarantina di treni, tra cui anche alcuni a lunga percorrenza.

Le persone sono accusate di interruzione di pubblico servizio e della mancata comunicazione della manifestazione alle autorità competenti, provocando in tal modo un danno ai passeggeri ed alle Ferrovie dello Stato. Una buona parte dei denunciati, alcuni dei quali hanno precedenti penali, proviene dalla provincia di Lecce.

In vista dell’udienza, oltre cinquemila persone hanno firmato l’appello promosso dall’associazione Bianca Guidetti Serra di Bologna. Tra i firmatari compaiono nomi noti della cultura italiana, come gli scrittori Stefano Benni ed Erri De Luca, il vignettista Vauro, l’attore Ascanio Celestini; e poi giuristi e magistrati come Paolo Maddalena, Luigi Ferrajoli, Livio Pepino, Antonio Ingroia, attivisti antimafia quali Salvatore Borsellino, il consulente della Commissione Stragi Aldo Giannulli. Hanno aderito all’appello biologi, agronomi, entomologi, chimici, genetisti, oltre centrotrenta docenti e ricercatori in discipline scientifiche e umanistiche presso università italiane e straniere e presso centri di ricerca quali il Cern, il Cnr e l’Enea, assieme a parlamentari, sindaci, giornalisti, rappresentanti dell’associazionismo, dei sindacati e della società civile. La petizione è stata promossa, con il sostegno dell’associazione salentina Spazi Popolari. I 46 attivisti fanno parte di un gruppo più ampio di persone che nel 2015 portò avanti una protesta contro l’eradicazione degli ulivi malati del Salento, in virtù del Piano del commissario straordinario Giuseppe Silletti. Il 10 novembre, in particolare, i manifestanti occuparono i binari della stazione di San Pietro, impedendo per ore il passaggio dei treni. A distanza di alcuni mesi, alcuni dei partecipanti al sit in furono identificati e iscritti nel registro degli indagati della Procura di Brindisi. Le accuse contestate sono interruzione di pubblico servizio e omissione di avviso alla questura della manifestazione.

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