VIDEO – Fontana Tancredi, le Associazioni denunciano il notaio Errico: “Ha violato la riservatezza dei documenti”

BRINDISI – Un botta e risposta fatto di querele quello che caratterizza la questione dell’immobile in costruzione a ridosso della Fontana Tancredi, nel quartiere Minnuta di Brindisi. Nella conferenza stampa indetta dal notaio Michele Errico lo scorso 10 giugno, in cui illustrò il suo punto di vista, il professionista denunciò anche le Associazioni Italia Nostra, Legambiente, Club per Unesco di Brindisi, Touring Club Italiano – Club territoriale di Brindisi, Fondazione Tonino Di Giulio perché lo hanno accusato di un notevole conflitto di interessi tra sé e la vicenda. Le dette Associazioni, così, hanno a loro volta querelato il notaio.conferenza stefano latini 2

Errico, nella famosa conferenza presso il suo studio, sostenne che il terreno sopra la Fontana Tancredi fosse di piena proprietà della EdilMic, l’impresa che ha presentato al Comune la richiesta di permesso a costruire. Inoltre, rimarcò l’ingiustizia di quanto imputatogli, cioè un conflitto di interessi, avendo ricoperto il ruolo di garante della legalità sotto la Giunta Carluccio e che, per tale motivo, avrebbe presentato un esposto-denunzia a tutela della propria immagine.

Nell’odierno pomeriggio, presso lo studio dell’avvocato Stefano Latini, lo stesso legale, assieme alle Associazioni Italia Nostra, Legambiente, Club per Unesco di Brindisi, Touring Club Italiano – Club territoriale di Brindisi, Fondazione Tonino Di Giulio, da egli stesso difese, ha convocato una conferenza stampa in cui è stato spiegato il perché della querela al notaio Errico (ben diversa dalla contro-querela).documenti fontana tancredi

Innanzitutto, le Associazioni, a loro dire, hanno sempre lasciato parlare le carte nelle sedi amministrative e giudiziarie, spronando altresì l’Amministrazione comunale ad attivarsi per la salvaguardia del bene monumentale e revocare il permesso a costruire. Ma solo l’istruttoria della Provincia ha mosso qualcosa, emettendo l’atto di revoca per tre motivi: chi ha chiesto il permesso non aveva titolo per farlo, perché enfiteuta e non proprietario effettivo; violazione degli strumenti urbanistici vigenti, legata a quel fabbricato; violazione della norma paesaggistica. Così, solo uno di questi elementi può determinare la nullità del titolo, indipendentemente dall’enfiteusi.

Latini ha spiegato che, subito dopo l’annullamento del TAR a costruire, avrebbero potuto mostrare benissimo tutta la documentazione probante la persistenza dell’enfiteusi sulla particella interessata dal progetto realizzativo dell’immobile ed attestare l’inesistenza di un titolo di proprietà legittimo di chi aveva i terreni in enfiteusi e non li aveva, invece, mai affrancati.conferenza stefano latini 3

L’avvocato ha anche posto un quesito: “L’affrancazione viene fatta per atto pubblico che deve essere trascritto e registrato, altrimenti il notaio non può erogare un atto pubblico di proprietà; se non c’è un atto pubblico di affrancazione, come mai i notai susseguitesi non hanno verificato perché mancava l’affrancazione?”.

In sede di conferenza stampa, poi, è stato spiegato il perché non nutrire qualche dubbio in merito alla determina dirigenziale comunale, oppositiva della revoca del permesso a costruire, fondata su una relazione di consulenza per il costruttore, redatta dal notaio Errico, mentre era, però, già ‘garante della legalità’ per conto dell’ex sindaco Carluccio.

“Ora siamo noi a querelare Errico per diffamazione – sostiene il legale Latini – per conflitto di interessi e per aver violato la riservatezza di alcuni documenti che sarebbero dovuti rimanere assolutamente privati. In tal modo può avvenire anche una cosa gravissima: il cosiddetto condizionamento”.

Ad ogni modo, fino all’8 novembre prossimo, giorno in cui vi è l’udienza dinanzi al Tribunale Amministrativo, le opere di costruzione sono del tutto sospese.

Tommaso Lamarina
Redazione

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