VIDEO – Da Terra D’Oriente a Terra di Mafia, Procuratore Dinapoli: “Brindisi ancora sotto la cappa della SCU anni ‘80”

BRINDISI – Una città bella, a tratti affascinante, con scorci e pertugi suggestivi da far invidia. In molti la identificano come un paesone; forse, hanno ragione, ma è il nostro ‘paesone’. Ahinoi, però, da anni presa per ‘capelli’ e violentata dalla criminalità. Non quella spicciola, quella predatoria, ‘di quartiere’, bensì quella organizzata della Sacra Corona Unita.

Una città agonizzata che potrebbe ancor più morire, oltre che per incapacità politica, anche a causa della mafia. Con essa presente ad ampio raggio diventa davvero impossibile creare lavoro per le generazioni future ed altrettanto impossibile far arrivare imprenditori disposti ad investire in un qualsiasi settore, perché intimoriti di rimanere vittime di azioni mafiose.

Di questo si è parlato nel convegno tenutosi questo pomeriggio presso l’aula magna della scuola Salvemini di Brindisi, alla presenza di tantissimi ragazzi e del Colonnello dei Carabinieri Nicola Conforti, a cui hanno partecipato il Procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli; il professor Nando Benigno, presidente della Scuola di Formazione ‘Antonio Caponnetto’; il segretario generale CGIL, Antonio Macchia ed il segretario generale Spi Cgil Michela Almiento.convegno mafia

Purtroppo, Brindisi non si è scrollata da dosso la più sudicia, subdola, ‘perfetta’, ‘precisa’, spietata mafia organizzata, nota come Sacra Corona Unita, che vede il suo epicentro in quel di Mesagne e che si sta sempre più radicando nei paesi della provincia (Tuturano, Torchiarolo, San Pancrazio).

di-napoli-procuratore
Marco Dinapoli

“Brindisi non si è ancora liberata dalla cappa che è stata costituita dalla SCU negli anni ’80 – ha dichiarato Dinapoli – ci sono ancora degli strascichi pesanti ed il problema non è ancora risolto. Quelle persone sono ancora qui e sono in grado di inquinare il tessuto della città”. Ma la SCU, come balzato alla cronaca soprattutto nell’ultimo anno, si sta ‘ringiovanendo’, divenendo una criminalità 2.0: “Ha cambiato pelle – ha specificato il procuratore della Repubblica di Brindisi – ha cambiato modus operandi, però è sempre operativa”. Sempre più spesso, si sente parlare di mafia con i cosiddetti ‘colletti bianchi’; infiltrazione mafiosa nel tessuto sociale; la mafia collusa con le Istituzioni. A Brindisi, al momento, non si è registrato alcun caso, ma Dinapoli mette in guardia: “Nei processi che abbiamo fatto – ha chiuso Marco Dinapoli – questo non è emerso, però sono emersi fatti di corruzione su grossi problemi attinenti alla vita della città, che ci hanno lasciato molto perplessi e preoccupati”.

Chi cerca di ‘salvare’ le nuovi generazioni dalla mafia, tramite la propria associazione, è il professor Nando Benigno, sempre in primo piano nella lotta alla criminalità e favorevole a tantissime iniziative di sensibilizzazione cittadine: “Già è qualcosa che ci siano tante associazioni e che se ne parli – ha detto – noi, rivolgendosi alle scuole ed alla città tutta, intendiamo sensibilizzare e seminare. I frutti si vedranno dopo. Posso solo dire che tramite una grande manifestazione del 1992, due giorni dopo l’assassinio di Giovanni Falcone, due ragazzi presero la decisione che avrebbero fatto i magistrati. Adesso fanno i magistrati a Brindisi e sono giovani magistrati di punta. Abbiamo avuto modo direttamente di seminare e di vederne i frutti. Come loro, ce ne sono tanti altri”. Quale è la situazione a Brindisi? Benigno non è mai scontato ed ha una sua visione: “C’è una situazione di grande incertezza – ha continuato il professore – di mancanza di punti di riferimento istituzionale, per quello che riguarda l’Amministrazione della città da un po’ di anni a questa parte. Giunta, assessori, sindaco, potrebbero far fare un grande passo sotto l’aspetto culturale e civile alla città. La mancanza di riferimenti solidi rende tutto più incerto”.

convegno mafia 5
Michela Almiento

Presente in prima linea sul territorio anche la CGIL. Ma come si pone il sindacato sulla problematica della mafia? “Da tantissimi anni siamo impegnati sul versante della lotta alla criminalità organizzata – ha evidenziato l’Almiento – uno dei nostri impegni più eclatanti è aver rivendicato l’approvazione della legge sul caporalato. E’ stata una grossa battaglia della CGIL. Siamo convinti che tutto ciò che attiene alla formazione dei giovani sulla cultura della legalità, lo facciamo attraverso campi estivi, in collaborazione con ARCI, Libera e tante altri, affinchè i ragazzi si rendano conto cosa significhi la lotta alle mafie. Non è affatto vero che la SCU sia scomparsa. Abbiamo, purtroppo, segnali che sia ancora ben radicata e che abbia avuto la capacità di trasformarsi in maniera camaleontica e di infiltrarsi in tutti i settori dell’economia: economia verde, ciclo dei rifiuti, giochi online e tutto il sistema degli appalti. Al momento siamo impegnati nel confronto con gli Enti locali per il riutilizzo dei beni confiscati alla mafia. A Brindisi, abbiamo 590 beni confiscati e solo una metà di questi è stata ridestinata ad un uso legittimo. Vogliamo si possa riutilizzare appieno questo patrimonio per riuscire a creare lì lavoro sano e dignitoso. Qui, comunque, la situazione è preoccupante. Le infiltrazioni mafiose in ogni dove rendono anche difficile creare nuove opportunità di lavoro e sarà sempre più difficile che arrivino investitori esterni per investire a Brindisi”.

Tommaso Lamarina
Redazione

LASCIA UN COMMENTO