La notizia riportata dagli Organi di stampa circa il rischio che l’impianto di biostabilizzazione di Ugento non riceva più, a partire dalla metà di questa settimana, la frazione organica di rifiuti prodotta dalla città di Brindisi desta preoccupazione e sconcerto.
Tanto più che nella conferenza stampa indetta dalla Amministrazione Rossi per fare il bilancio della attività posta in essere nel primo anno di mandato amministrativo il Sindaco non ha mancato di sottolineare, tra l’altro, l’efficacia delle iniziative assunte in materia di ambiente e trattamento dei rifiuti.
In realtà, per quanto riguarda la FORSU, ciò che è certo è che il Comune di Brindisi ha accettato di ospitare nella zona industriale un impianto di trattamento della FORSU della capacità di 50.000 tonnellate, rifiutato da altri Comuni, e quindi destinato a ricevere rifiuti anche da altre provincie della Puglia.
Ad oggi, peraltro, non vi è alcuna notizia sulla precisa localizzazione del suddetto impianto né vi è traccia di un progetto e non vi è neppure certezza che le risorse per la sua realizzazione siano realmente disponibili.
Intanto vi è il concreto rischio che questa affannosa ricerca di impianti disponibili a ricevere i rifiuti organici di Brindisi faccia di volta in volta lievitare i costi di trattamento riflettendosi poi, inevitabilmente, sulle tasche dei cittadini.
Fa specie che il Sindaco Rossi, nelle sue frequenti esternazioni in materia di rifiuti, non faccia mai riferimento all’impianto di compostaggio di proprietà comunale esistente in zona industriale, alla Via per Pandi, capace di trattare ben 12.000 tonnellate.
Lo stesso Rossi che un tempo, quando era consigliere di opposizione, indossava i panni del censore, denunciando lo spreco di risorse pubbliche, e che oggi non va a fondo sulle vicende di quell’impianto, a suo tempo oggetto di un intervento di “riqualificazione impiantistica” (revamping).
Un intervento costato ben 2,5 milioni di euro, la cui realizzazione fu affidata all’associazione temporanea tra le aziende ASWG International Srl di Milano ed R.A. Costruzioni di Brindisi che ne ottenne anche la gestione “a caldo” per sei mesi, dal 25/06/2012 al 24/12/2012, poi rinnovata per ulteriori sei mesi, dal 25/12/2012 al 24/06/2013.
Perché Rossi non avvia un’indagine per verificare se i proventi rivenienti da tale gestione dell’impianto siano mai stati portati in detrazione dall’allora Tassa Rifiuti?
Perché Rossi non avvia un’indagine per verificare se i lavori furono eseguiti correttamente visto che il Sindaco Consales, con Ordinanza n. 13 del 10/06/2013, dispose la “immediata sospensione cautelare”del funzionamento dell’impianto per la fuoruscita di “percolato” e il fortissimo inquinamento odorigeno?
Si è mai chiesto il Sindaco Rossi se esiste un verbale di “fine lavori” dopo il revamping e se vi sono verbali di sopralluogo da parte di tecnici comunali?
Si è mai chiesto l’attuale Sindaco se quella struttura industriale, di proprietà comunale, non fosse ancora utilizzabile con la tecnologia più adeguata a garantire un conferimento certo ed un risparmio per i cittadini brindisini?
E come mai in quella stessa struttura l’attuale gestore del servizio di raccolta rifiuti effettua la trasferenza della FORSU?
Oggi il Sindaco dà il proprio assenso alla realizzazione di un impianto di compostaggio da 50.000 tonnellate annue, a fronte di una produzione annua di FORSU da parte dei cittadini di Brindisi di circa 10.000 tonnellate, e non avverte il dovere morale, oltre che politico, di avviare una indagine amministrativa e contabile per verificare come sono state spese le risorse comunali che dovevano garantire il perfetto funzionamento dell’impianto di compostaggio già esistente.
Forse sarebbe stato meglio se il Sindaco Rossi avesse impiegato il tempo della conferenza stampa per spiegare le vere ragioni della sua trasformazione da Robin Hood allo sceriffo di Nottingham o, se lo preferite, da Riccardo Cuor di leone a Giovanni Senzaterra!
Il Responsabile Provinciale Ambiente
Prof. Francesco MAGNO