Torre Rossa Brindisi, Amati: “Emergenza sanitaria per 450 persone. Anche i pozzi non hanno più acqua per cause misteriose. Ho scritto al Prefetto”

“Nel quartiere Torre Rossa di Brindisi, 450 persone vivono in emergenza sanitaria, senza acqua e fogna, aggravata nelle ultime settimane per cause misteriose, poiché l’unica fonte di precario approvvigionamento, i pozzi, non riescono più a essere alimentati dalla falda, lasciando quindi senz’acqua le persone. AQP è pronta agli allacci ma la burocrazia comunale impedisce di farlo. Ho scritto al Prefetto per chiedere la convocazione di una riunione con Comune, ASL e AQP, affinché o si proceda agli allacci o si sgomberi il quartiere”.
Lo comunica il Consigliere regionale Fabiano Amati, Presidente della Commissione regionale bilancio.
“Ieri sera ho visitato il quartiere Torre Rossa di Brindisi e ho avuto modo di studiare tutta la documentazione urbanistica e idrogeologica. Ho potuto constatare che da qualche settimana la già assurda condizione igienico-sanitaria è stata aggravata dall’improvvisa e misteriosa interruzione del tributo idrico della falda ai pozzi artesiani. È come se fosse stata rotta la calotta in creta della falda superficiale in pressione, determinando un nuovo equilibrio idrologico e mettendo dunque fuori gioco i pozzi. Tutto questo – prosegue Amati – ha reso non più rinviabile, nemmeno per una settimana, il procedimento di allaccio alle reti idriche e fognarie”.
“Torre Rossa è un quartiere di Brindisi dove vivono circa 450 persone in case generalmente unifamiliari, in attesa dei permessi di costruire rivenienti dall’approvazione della variante di recupero degli insediamenti. Il quartiere è dotato di rete idrico-fognaria pienamente funzionante, ma il Comune di Brindisi non agevola l’allaccio delle singole utenze, nonostante AQP sia pronta a realizzare le opere. La carenza di acqua e fogna crea gravissimi problemi igienico-sanitari, sia per l’assenza di acqua potabile – sostituita sino a qualche settimana fa dall’emungimento dai pozzi – sia per l’utilizzo di veri e propri pozzi neri, privi di tenuta e dunque con caratteristiche altamente inquinanti. Allo stato è del tutto ingiustificata l’inerzia dell’apparato burocratico del Comune di Brindisi nel consentire gli allacci, considerato che il Consiglio comunale ha approvato l’acquisizione delle aree di sedime stradale al demanio comunale, ovvero la sottoscrizione di un atto unilaterale d’obbligo alla cessione. Poiché ogni ritardo è in grado di infliggere un danno alla salute degli interessati e all’ambiente – conclude –, ho scritto al Prefetto di Brindisi chiedendo la convocazione di una riunione urgentissima con la ASL, il Comune di Brindisi e AQP”.

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3 COMMENTI

  1. Bravo il consigliere Amato, che si ricorda oggi delle condizioni di vita di queste famiglie. Chissà perché si preoccupa di una zona non ancora perimetrata. Non si è preoccupato né lui né altri né presidente di regione né sindaci di Brindisi da venti anni e più. Ci sono altre famiglie in situazione simile altre contrade e con più famiglie residenti come unica e prima abitazione. Anzi a dire il vero malgrado sono veri contribuenti per le casse comunali, oggi gli si chiede ciò che nessun essere umano farebbe. Demolizioni di piccoli abusi e trattati da veri delinquenti per una seconda volta dopo che nessuno abbia mai voluto sanare l’abusivismo edilizio dopo aver condonato. 25 o trenta anni ed oltre sono tanti per affrontare un problema che era da mettere in regola in un paio d’animo come prescrivono le leggi.

  2. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Probabilmente, visto che le costruzioni sono abusive, pagando loro il condono edilizio potrebbero esserci i soldi per gli allacci, soldi, che come tutti ben sappiamo, il comune non ha. È fin troppo facile fare i conti in tasca agli altri.

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