Dove sono finiti i Toromeccanica? La simpatica band, estati fa, impazzava a suon di sarcastici singoli, in vetta alle programmazioni delle radio brindisine e certamente, qualche appassionato, ancora ricorda e canticchia i loro testi eccentrici.  Nessuna fine! Anzi, si sta concretizzando un nuovo progetto, partendo dal basso Salento, per tornare anche su Brindisi e tentare l’ascesa oltre la Puglia. La formazione nata nel 2005, al fine di proporre i più disparati stili musicali amalgamati a trame autoironiche, si è riunita tra un live e l’altro per produrre ulteriori inediti. Noi sostenitori del loro stile, siamo andati a “punzecchiare” il front-man  Bob Tower (amichevole soprannome di Giampiero Della Torre ndr) per farci raccontare di più:

Da quando latitate dai palcoscenici brindisini cosa è cambiato?

Forse siamo cresciuti un po’ di più, ma di sicuro, nonostante il buon rapporto con lo speaker Marcello Biscosi di Ciccio Riccio fm, non c’è più quel “ponte” che ci permetteva di farci riconoscere anche dalle vostre parti. Probabilmente hanno mutato target o il tipo di eventi. Qualcuno ricorda i Toromeccanica nei loro tour e rimaniamo comunque felici di aver lasciato un segno anche a Brindisi.  Il nostro nucleo fisso è di tre elementi, in più c’è stato qualche componente della band che si è distaccato, altri ne fanno parte oggi in alcune date, ma la carica sul palco ed il modo di suonare i nostri inediti è rimasta quella che ricordate.

State scrivendo un altro album?

Il nuovo lavoro è già pronto, i pezzi dovevano essere pubblicati questa estate, ma abbiamo deciso di essere meno frettolosi, perché diverse canzoni sono state ideate e prodotte con featuring speciali e quindi, d’accordo con le case discografiche degli artisti presenti, abbiamo atteso fosse tutto ok a livello burocratico. Nella scorsa primavera è uscito il singolo iniziale “Il primo batterista dei Negramaro” con discreto successo anche sui social. Ora attendiamo di ufficializzare il resto.

Sonorità e testi hanno avuto qualche cambiamento rispetto ai brani già conosciuti?

Pezzi più orecchiabili e pop che prima abbracciavano più un pubblico radiofonico, hanno lasciato spazio ad un mutamento di sistema, anche perché le radio un giorno le puoi avere, un giorno no. Nel senso che abbiamo raggiunto la consapevolezza che il loro meccanismo viaggia secondo determinate regole che dopo un po’ minano la nostra libertà di fare live. Noi siamo nati in piazza o nei locali, a stretto contatto col pubblico, suonando brani che vanno oltre i tre minuti radiofonici. Non disdegniamo le radio, ma il desiderio di sperimentare come i primi Toromeccanica è stato più grande. Quindi ben venga ammiccare in primis al seguito dal vivo. La svolta è proprio tornare alle canzoni più originali degli inizi.

  1. Quale evoluzione ha avuto la vostra etichetta discografica?

Dei precedenti album che ricordiamo agli amici “Star System” (7 brani ndr), “Stars System Repack” (10 brani ndr) e “L’innocenza dei 30 anni” (10 brani ndr), la nostrastoricaRustyRecordsè stata affiancata da una etichetta discografica locale che ha aperto i battenti un anno fa con sede ad Alezio (LE), nostro paese natio. E’ stata denominata “Il paese dei balocchi” e collabora al 50% con la Rusty che di fatto ha sede a Milano. Questa nuova realtà ci fornisce una sala registrazione attrezzata, la strumentazione per i vari spettacoli ed opera nel campo occupandosi anche dei nostri concerti, facendo girare anche il gruppo materialmente. Siamo entusiasti perché in questa maniera stiamo creando una connessione ideale tra Salento e Lombardia per eventuali eventi futuri.

Si può campare di sola musica al giorno d’oggi?

In Italia bisogna avere solo tanta fortuna. Nel nostro caso è stato importante disporre di un introito parallelo dato da un posto di lavoro che non c’entra nulla con la musica. Puoi pensare di farlo solo se hai tanta energia, sei più giovane e mantieni il desiderio di lavorare con varie band a tutte le ore del giorno, suonando cover per eventi in generale durante tutto l’arco dell’anno. Bisogna muoversi  a riempire gli spazi, anche se ho visto musicisti locali che a 40 anni hanno mollato tutti i giri per stanchezza, trovando un mestiere con stipendio costante, tramutando tutta la passione per la musica in secondo lavoro che comunque permette di suonare con gusto.

Qual è l’obiettivo primario di questo nuovo disco?

Riconquistare il pubblico dal vivo, tornare a fare più rumore su scala nazionale, contando sulla nostra più pronta maturità acquisita negli anni di gavetta. Bisogna intercettare sempre quale sarà la nuova tendenza, anche perché non si tratta solo di scrivere canzoni d’avanguardia, ma di indovinare una formula innovativa per proporla nel giusto momento storico musicale. Fossilizzarti accontenta solo i fedelissimi, ma non basta! C’è bisogno di orecchie nuove e se hai un progetto inedito devi espanderti e sorprendere. Il disco ancora non ha nome, vi faremo sapere!

“Il primo batterista dei Negramaro” è stata una trovata per abbracciare anche una fetta di pubblico loro che non vi conosceva?

L’obiettivo è molto più genuino, ma non ci piace essere scontati. Tutti i nostri testi nascono dalle nostre passioni. Vedi per esempio la canzone del precedente disco sul calciatore Dario Hubner. Ci piace celebrare individui che a loro tempo sono stati valorizzati poco o scoperti troppo tardi. In questi testi mi ci rivedo. Le nostre sono favole che insegnano a sboccare sangue prima di arrivare in serie A. Per gradi, senza la malizia di nominare personaggi per accaparrarci un’altra fascia di pubblico.

La canzone nuova tratta di una occasione persa. E’ la storia reale un tantino romanzata di un ragazzo che per un po’ ha gravitato nell’orbita dei Negramaro non carpendone un potenziale che dopo breve tempo li avrebbe consacrati primi nelle classifiche di tutta Italia. Abbiamo deciso di riesumare questa storia perché ci sembrava curioso che lui poteva essere con loro, ma si è perso l’occasione della vita. Una sorta di “SlidingDoors”! Infatti la canzone inizia con le parole: “per un equivoco ho perso l’attimo, ho perso un treno grande come un oceano…”. Una canzone divertente che rappresenta le occasioni perse da chiunque in qualsiasi ambito. Abbiamo lavorato parecchio, ne abbiamo fatto una clip e ci siamo molto divertiti. Ci siamo vestiti come i Negramaro degli albori non per prenderli in giro, ma per dare dei riferimenti di cui lo scenario è colmo. Vi invito a dare un’occhiata oltre che un attento ascolto perché potreste sorriderne come i Negramaro stessi ai quali è piaciuto, al punto da condividerlo sulle loro pagine social.

  1. Perché i testi con significato non vincono in Italia?

Purtroppo ci impongono la mediocrità di canzonette che fanno ballare e cantare, ma che dopo qualche tempo si dimenticano. Oggi, puntare alla mediocrità, forse, significa puntare al successo assicurato. Così facile a noi non va! Speriamo di tornare a Brindisi al più presto per tentare ancora di sorprendere e farvi simulare entusiasmo. (sorride ndr)

I TOROMECCANICA sono:

Giampiero Della Torre (voce-autore ndr)

Matteo Tornesello (chitarra ndr)

Giorgio Maruccia (batteria ndr)

affiancati da Stefano Raia (tastiere ndr) e Mauro Levantacio Marco Verardo (basso ndr)

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Toromeccanica

next date: 10 settembre live a Galugnano (frazione di San Donato di Lecce) STAY TUNED!

Emanuele Vasta

 

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