“Terramare”, una nera favola del sud:  il 29 agosto nell’atrio del Castello di Mesagne

Ospiti del Cabiria Art Fest, Marcantonio Gallo e Fabrizio Cito, insieme alla loro compagnia,  chiudono gli appuntamenti estivi il 29 agosto alle ore 21. Saranno nell’atrio del Castello di Mesagne con “Terramare” una nera favola del sud.

La terra è quella aspra del meridione. In un’epoca in cui la natura di certi amori è inconfessabile, le credenze ataviche e le erbe miracolose o fatali, gli uomini e le donne di Terramare attendono scalzi. Tutto comincia in una notte di temporale e senza luce, in un tempo sospeso e scuro come il sonno, rallentato dalla luce delle candele. Con la complicità dell’oscurità tutti si disperdono mescolando i desideri, in una notte che cambierà il destino di ognuno degli abitanti della masseria di Terramare.

Lo spettacolo si rapporta con la parte più evocativa della parola. Ogni singola frase racconta un universo, e ogni personaggio ha il compito di portare avanti la narrazione diventando narratore di se stesso, raccontando gli accadimenti dal proprio punto di osservazione. Ispirato ad una leggenda che ancora oggi viene narrata e tramandata nell’entroterra pugliese, lo spettacolo prende forma di radiodramma e vede gli attori narrare e agire come evocazioni, raccontando un passato che nessuno vuole ricordare.

L’infinita lentezza di un tempo non definito e quotidiano è al centro di una scrittura evocativa in cui gli inserti delle poesie di Vittorio Bodini, Ercole Ugo D’Andrea e Vittorio Fiore, aggiungono una liricità alla scrittura di Marcantonio Gallo e Fabrizio Cito in un testo che svela con la semplice narrazione, evocando una atmosfera d’altri tempi.

La forma della scrittura è importante, e il materiale generato per Terramare prende spunto dalle leggende che si tramandano nei “cunti” della nostra tradizione. Nella fantasia popolare si riflettono pagine di storia e pagine d’amore e passato. I fatti narrati, ripensati con poetica barocca, hanno generato un ambiguo e affascinante racconto per voci sole che si scioglie in nerissima storia corale”.

La scelta delle musiche originali e della tradizione effettuata da Marcantonio Gallo insieme al maestro Luciano Gennari aggiunge alla narrazione l’ideale tappeto sonoro per amplificare le parole.

Una poesia è sempre un appunto, una emozione, qualcosa che si impiglia nella mente ed è in grado di evocare qualcosa dentro di noi.

Per spiegare l’idea di affabulazione Gallo e Cito hanno attinto a piene mani dall’universo poetico bodiniano, dove la bellezza della parola è assoluta.

TERRAMARE

di Marcantonio Gallo & Fabrizio Cito

in scena

Marcantonio Gallo, Antonella Colucci, Antonio D’Andria, Giuseppe Nacci, Giampiera Dimonte

musiche

Luciano Gennari

foto di scena

Patrizia D’Aversa

“Fu un amore, amici, vestito d altro, e che a causa delle sua natura, doveva finire; avevamo creduto che gli uomini potessero stare bene insieme, o che fossero santi, o più semplicemente capaci di stare nelle spirali dell’affetto giusto. I più cattivi allontanati da noi; avevamo creduto potesse diventare tutto festa e perdono, e che la morte fosse lontana, solo qualcosa che ci spetta alla fine degli anni, di tutti gli anni, una medaglia sul petto. Ma è tutto molto più oscuro di ciò che avevamo pensato, l amore non sempre può manifestarsi”. 

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