ROMA – Si è concluso con un rinvio al prossimo 20 luglio, cioè con un nulla di fatto, il tavolo tecnico di oggi presso il Ministero dello Sviluppo economico, a Roma, sulla vertenza Tecnomessapia Srl. Sono i 177 lavoratori a rischio licenziamento dopo che Leonardo Spa (ex Finmeccanica) ha deciso di estromettere l’impresa, con sede a Ceglie Messapica, dal suo ciclo produttivo. Nel corso dell’incontro, la vice ministra Teresa Bellanova, cegliese d’origine, ha accusato l’On. Ciracì (Direzione Italia) di aver strumentalizzato la vicenda. Un’accusa sulla quale il diretto interessato, almeno in questa fase, preferisce glissare: «Io ho sempre agito in buona fede e sono con la coscienza a posto, spero sinceramene e senza polemica che possa dire altrettanto la collega Bellanova».

«Ritengo nel complesso deludente l’esito dell’incontro odierno al Mise – prosegue il deputato – nel corso del quale, ancora una volta, il Governo centrale e quello regionale hanno dimostrato di essere appiattiti sulle posizioni e sulle decisioni di Leonardo Spa».
«La proposta della cassa integrazione straordinaria – continua – è a mio avviso piuttosto debole, a fronte di una tragedia sociale che comporterà l’eliminazione di oltre 170 posti di lavoro, la chiusura di un’azienda e l’impoverimento delle province di Brindisi e Taranto».
«Cose ancora più gravi – commenta Ciracì – sono rappresentate dal fatto che qualcuno sembri pronto ad accettare questo contentino e che la stessa Leonardo Spa continui a sfruttare il lavoro interinale per assumere, a tempo determinato e per brevi periodi, le maestranze uscite da Tecnomessapia ponendo in essere una sorta di “caporalato” camuffato».
«Le uniche note positive – spiega ancora – sono giunte dal temporaneo congelamento dei licenziamenti e dalla possibilità, emersa oggi per la prima volta, di un “reinserimento occupazionale della manodopera nei cicli produttivi dell’aerospazio pugliese”. Intanto, voglio rivolgere un plauso a Tecnomessapica che si sta facendo carico dei salari nonostante non disponga di commesse e quindi di lavoro».
«Mi auguro – conclude Ciracì – che il sindacato risponda nella maniera più efficace all’inconsistenza della politica del Governo e che Confindustria faccia, finalmente, sentire la sua voce e il suo peso. Per quanto mi riguarda, prendo atto che oggi è stato portato a casa un primo piccolo risultato, ma proprio da qui ricomincia la mia battaglia parlamentare permanente in difesa di quei lavatori e della dignità del territorio che sono onorato di rappresentare nelle massime istituzioni del Paese».

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