Sfiammate: “Il 3 giugno concentrazioni di inquinanti particolarmente elevate”. La Regione intanto solleva dubbi sul nuovo progetto delle torce a terra: “Non ci sono evidenze sulla riduzione delle emissioni”

BRINDISI – Il Dipartimento regionale Ecologia e Paesaggio, Qualità Urbana, Mobilità e Opere Pubbliche ha inviato una nota alla Sezione Autorizzazioni Ambientali, ad Arpa Puglia, ad Ares Puglia, alla Provincia di Brindisi, al Comune di Brindisi, alla Asl di Brindisi ed al Ministero dell’Ambiente, prodotta dal direttore del dipartimento Barbara Valenzano e dal funzionario Francesco Corvace, primo al concorso per dirigenti di area tecnica indetto dal Comune di Brindisi, avente ad oggetto la “Procedura ID-VIP 4106 – Verifica di assoggettabilità a VIA ai sensi dell’art. 19 del Dlgs 152/2006 e ss.mm.ii del progetto inerente il nuovo sistema di torcia a terra asservito all’impianto di steam cracking denominato P1CR dello Stabilimento Versalis Spa di Brindisi”.

Il progetto in oggetto prevede l’installazione di un nuovo sistema di torcia a terra (RV-101E) del tipo “enclosed” a servizio dell’unità di Steam Cracking (di seguito identificata con l’acronimo P1CR) della Società Versalis nel sito di Brindisi ed il Dipartimento regionale, con riferimento al procedimento in oggetto, ha chiesto pareri alle autorità coinvolte nell’ambito dell’endoprocedimento, con nota prot. 6610 del 19/06/2018.

Nella presente nota il Dipartimento dapprima rappresentata la situazione attuale: “Attualmente l’impianto P1CR è connesso all’esistente sistema di torcia, comune all’intero complesso petrolchimico Versalis, consistente in una torcia elevata (RV101C) con terminale smokeless (punto di emissione E53 con altezza pari a 95m e portata fino a 650 t/h). Le principali sostanze inviate in torcia sono Etilene, Propilene, Butilene, Butadiene, Idrogeno e Metano. In particolare, la torcia elevata RV101C, oltre ad essere dedicata a gestire gli scarichi dell’impianto P1CR, riceve anche, in situazioni di emergenza e/o nelle fasi di avvio/arresto impianti, i flussi gassosi provenienti dai serbatoi del Parco Stoccaggio PGSGPL-S13-P39, dal Pontile (Molo), dall’impianto di Produzione Butadiene (identificato con l’acronimo P30B), dalle pensiline e dagli impianti Enipower”.

Passando alla descrizione del progetto presentato da Versalis, il Dipartimento regionale spiega come l’attivazione dell’impianto di cracking verrà limitata alle condizioni di emergenza più gravose, non gestibili solo con la nuova apparecchiatura in previsione: “Nella nuova configurazione verrà mantenuta la connessione fra il collettore di scarico gas dell’impianto steam cracking P1CR e il sistema di torcia elevata RV101C, ma l’attivazione di questa per scarichi dall’impianto P1CR verrà limitata alle condizioni di emergenza più gravose, non gestibili esclusivamente con la nuova apparecchiatura”. 

La nota prosegue descrivendo la situazione ambientale attuale, appesantita dalle accensioni oramai a cadenza mensile della torcia: “Si registrano oramai sistematicamente e con una frequenza di circa una volta al mese significativi eventi di attivazione torce di emergenza stabilimento Versalis, creando a volte colonne di fumo visibili anche nel raggio di chilometri, con inevitabili ricadute sull’aria-ambiente”.

In riferimento all’episodio del 3 giugno, viene riportata la relazione di Arpa: “Dal controllo degli S.M.E. (Sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni dei camini, non delle torce) non risultano superamenti dei valori limite emissivi in atmosfera prescritti dall’AIA attualmente vigente“. Tuttavia “Dal controllo degli S.M.E., in relazione all’evento di attivazione della torcia, a seguito del blocco del compressore, tutti i forni di cracking che erano in marcia regolare, a partire dalle ore 15:00 sono passati in uno stato di “GUASTO”; in queste ore con fasi di impianto in “transitorio”, le concentrazioni degli inquinanti normati NOx e CO emessi dai camini dei forni di cracking E101-E106 ed E1085 (non dalle torce) dell’impianto P1CR sono risultate particolarmente elevate, ma in tali fasi di impianto in transitorio non sono sottoposte a limiti emissivi. Il fatto che le emissioni di questo tipo non provocano superamenti dei limiti previsti non significa, tuttavia, che non vi sia stato un apporto degli inquinanti emessi rispetto alla qualità dell’aria“.

La Regione infine passa all’affondo, sottolineando come a Marghera le torce esterne verranno eliminate completamente; come il funzionamento della nuova tecnologia proposta potrebbe non essere ottimale e dare luogo comunque ad emissione di fumo, senza contare che il beneficio in termini di riduzione delle emissioni non sarebbe chiaramente esplicitato all’interno della documentazione prodotta, né vi sarebbero evidenze a tal proposito; come l’intervento in oggetto dovrebbe compendiare anche uno studio di impatto sanitario in seno ad una Valutazione di Impatto Ambientale: “Considerato che risulta che Versalis stia effettuando altrove (Marghera) interventi finalizzati ad eliminare completamente le torce esterne, mentre nel caso in esame si limita ad un sistema torce a terra in parallelo con quelle principali esterne elevate, che vengono solo bypassate per piccole portate.

Considerato il parere pervenuto da Arpa Puglia, prot. n. 0049484 – 35 – 27/07/2018, il quale recita in particolare che come dichiarato dal costruttore il funzionamento smokeless, quindi senza emissione visibile di fumo dalla torcia elevata, è garantito per portate superiori a 150 t/h, pertanto, data la soluzione di continuità esistente fra le portate di progetto di funzionamento delle due torce, il funzionamento in parallelo, per portate intermedie, potrebbe comunque dare origine ad un funzionamento non ottimale e pertanto all’emissione visibile di fumo, impatto fortemente risentito dalla popolazione locale. Al fine di valutare l’impatto e i costi benefici della nuova realizzazione pertanto si richiede al proponente di simulare, basandosi sulle registrazioni degli eventi di accensione torcia occorsi negli ultimi anni, il funzionamento di entrambe le torce, evidenziando in quali casi sarebbero entrate in marcia entrambe o in quali casi sarebbe entrata in funzione solo la torcia a terra e simulando, sempre sulla base dei risultati ottenuti e del report torce già prodotto da parte del Gestore in occasione dei report annuali AIA, come prescritto dall’autorizzazione vigente, se e come si sarebbero modificate le emissioni nell’atmosfera, nel caso in cui fosse entrata in funzione una sola delle due torce. Infatti il beneficio in termini di riduzione delle emissioni non è chiaramente esplicitato all’interno della documentazione prodotta, né vi sono evidenze che il nuovo sistema torcia sortisca un effetto in questi termini. Si fa presente inoltre che, piuttosto che mirare ad una riduzione della sola visibilità dell’impatto, senza nessuna alterazione del regime gestionale del sistema torcia, benefici più ampi in termini di riduzione degli effetti emissivi, delle ricadute e anche della visibilità, possano essere raggiunti minimizzando gli eventi non accidentali e massimizzando il recupero della portata degli scarichi inviati in torcia.

Considerato il DLgs 152/2006 , art. 23, “Presentazione dell’istanza, avvio del procedimento di VIA e pubblicazione degli atti”, al comma 2 dispone che “Per i progetti di cui al punto 1) dell’allegato II alla presente parte e per i progetti riguardanti le centrali termiche e altri impianti di combustione con potenza termica superiore a 300 MW, di cui al punto 2) del medesimo allegato II, il proponente trasmette, oltre alla documentazione di cui alle lettere da a) a e), la valutazione di impatto sanitario predisposta in conformità alle linee guida adottate con decreto del Ministro della salute, che si avvale dell’Istituto superiore di sanità”. L’intervento di che trattasi, pur essendo ricondotto al punto 6) dell’allegato II alla parte II, non è privo di affinità con i progetti descritti al punto 1) e pertanto, stante anche la fattispecie di contesto e l’insieme industriale cumulativo in cui è inserito, dovrebbe compendiare anche uno studio di impatto sanitario in seno ad una Valutazione di Impatto Ambientale: è necessario, infatti, comprendere gli effetti sanitari delle sfiammate e dei transitori anche se non sottoposti specificatamente ai limiti AIA, anche sulla scorta dell’esperienza di ARPA dedicata a questo genere di eventi. Per gli effetti di benzene, NOx e CO occorre procedere a valutazione dedicata agli effetti sanitari nella popolazione potenzialmente coinvolta, anche in conseguenza di eventi di natura impulsiva. In particolare occorre svincolare la valutazione del rischio per la salute al mero calcolo di quello determinato per via inalatoria, laddove quest’ultimo sia esclusivamente confrontato sui soli VLE normati. La valutazione delle alternative progettuali, in seno alla VIA, dovrà porsi l’obiettivo del miglioramento progettuale complessivo affinché possa essere stabile e non di natura provvisionale o occasionale

Si chiede alla competente Sezione in indirizzo (Sezione Autorizzazioni Ambientali) di completare l’istruttoria del procedimento in argomento, tenendo conto di quanto sin qui segnalato, ai fini della proposta di assoggettamento a VIA dell’intervento in oggetto“.

Andrea Pezzuto
Redazione
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