Sea Watch, Rino Barretta: “Ogni cittadino italiano che si rispetti deve moralmente condannare la condotta di Carola”

Non ho potuto fare a meno di ascoltare le notizie provenienti da Lampedusa negli ultimi giorni. Sento l’obbligo di commentarli anche alla luce di quanto noti commentatori, fra cui Mattia Feltri, vanno blaterando sui vari siti, social, quotidiani e telegiornali.
Ho frequentato il liceo classico alla fine degli anni 70 nel periodo probabilmente peggiore della nostra storia repubblicana: non vi era mattina in cui i quotidiani non riportassero un omicidio o una “gambizzazione ” compiuta dalle Brigate rosse e/o da altri gruppi terroristi similari in nome della lotta di classe “per” il proletariato.
Ebbene, ricordo con rabbia e sdegno come alcuni professori passassero molte ore in aula nel tentativo maldestro di dare una giustificazione culturale a tali efferati delitti. Si parlava di “omicidio politico”e di tale menzogna ne era permeata buona parte della cultura e della politica italiana.
Uccidere o ferire un imprenditore, un sindacalista, un professionista un carabiniere o un poliziotto, era un atto si violento ma che in fin dei conti si poteva comprendere e in qualche caso giustificare vista la natura, la classe sociale o il pensiero corrente dell’assassinato.
In quarant’anni il Paese non è cambiato.
Il comandante della nave Sea Watch ha, nel corso dell’ultima operazione, compiuto volutamente e con premeditazione di vari gravissimi reati:
_ Favoreggiamento allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina (ha preso a bordo dai negrieri la loro “merce umana” completando così il trasporto organizzato da questi infami rappresentanti del genere umano). Se ne avesse una, la coscienza del comandante Rackete avrebbe dovuto esploderle in petto al solo pensiero di compiere tale reato;
_ Ammesso che, come da lei dichiarato, tali poveracci avessero lo stato di naufraghi e non quello di trasportati dai negrieri, avrebbe dovuto, secondo le norme internazionali, attraccare nel porto più vicino quindi riportarli in Libia. Eh già, ma così sarebbe saltato l’accordo con i negrieri! E allora, in seconda battuta, avrebbe dovuto fare rotta per Malta, sempre nel rispetto delle leggi e delle normative internazionali di cui il comandante Rackete sembra voler completamente ignorarne l’esistenza ponendosi al di sopra delle stesse in nome non si capisce bene di cosa;
_ Violazione deliberata del confine italiano entrando in un porto senza averne avuto il permesso;
_ Disobbedienza all’ordine di una nave da guerra nelle acque territoriali della stessa.
Questi due ultimi reati si configurano come ATTO DI PIRATERIA ;
_ Attacco con tentativo di speronamento di nave da guerra operante nelle proprie acque territoriali. Quest’ultimo potrebbe anche configurarsi come tentativo di aggressione dello Stato italiano. Non c’entra nulla il problema dell’immigrazione, clandestina o meno, dell’aiuto e dell’accoglienza a persone meno fortunate di noi. Il comandante della Sea Watch ha deliberatamente e volutamente compiuto atti delittuosi ed è, quindi, per lo stato di diritto italiano, una delinquente senza se e senza ma.
Pertanto ogni cittadino italiano che si rispetti deve moralmente condannare senza riserve la sua azione e plaudire alla sentenza di condanna che, come spero, verrà emessa al più presto da un tribunale della Repubblica italiana. Pensarla diversamente sarebbe prostituzione politica e culturale.
Continuo a pensare che modello assoluto di comandante donna sia la nostra Antonella Scarciglia che ogni mattina inizia il proprio lavoro nel rispetto delle leggi e delle regole, sicura del proprio know-how, ma certa di avere ancora tanto da imparare.
Spero che il capitano Carola Rackete (che da ieri non è più comandante…), possa per lunghi anni, al contrario, marcire nelle patrie galere.

 

Rino Barretta

12 COMMENTI

  1. Se il comandante la nave gli scafisti le Ong hanno delle colpe non spetta a noi giudicare ci sono delle leggi e quindi compito dei magistrati verificare eventuali colpevoli. Ma che c’entrano 40 disperati che fuggono da guerre o barbarie con un viaggio della speranza. L’aspetto umanitario deve sempre avere la priorità. Se ci consideriamo ancora esseri umani..ma ormai ho i miei dubbi.!!!

    • Si fa presto a dire che scappano da guerre o barbarie, dovrebbero restare nel loro paese e combattere per la libertà, proprio come hanno fatto i nostri eroi nel periodo più duro della nostra storia Italiana, considero io un naufrago quando un marinaio o un passeggero di una nave cade in mare o la nave affonda per motivi di avaria o tempesta, questi che noi chiamiamo naufraghi sanno benissimo cosa fanno, oramai la voce se sparsa fra loro, tentano la traversata con vasche da bagno appena sono un miglio dalla costa da dove son partiti vengono salvati dalle omg e il gioco e fatto!

  2. Ma come fai a sapere che proprio quelle 42 persone scappano dalla guerra, non hanno documenti quindi si ignora la provenienza.
    Basta con i finti moralisti tra poco le donne sbarcare saranno costrette a prostituirsi e gli uomini a spacciare.

  3. Non sono d’accordo con l’articolo.Sono stato obbiettore di coscienza e nel lontano 1970 ho rischiato di andare in galera se non fosse intervenuta la nuova legge a cui miracolosamente mi aggrappai e passai due anni in un paese in via di sviluppo.Non mi sono mi sono mai gloriato dell’impresa ma ho riflettuto che quello che contava per me era la motivazione umanitaria.Lo stesso penso per Carola.I paesi vanno avanti a furia di spinte e controspinte e questa è l’occasione per dire che Salvini abusa del suo potere per vessare gli avversari alla sua politica sull’immigrazione.Al suo ostinato cinismo e sadismo è giusto opporre una netta pratica resistenziale a favore di umani in grande difficoltà di vita..Carola ha esagerato e commesso reati?Aspetto fiducioso l’opera dei magistrati e poi ne riparleremo.

  4. Se osserviamo da questa prospettiva i 40 disperati nn c’entrano nulla, ma sarebbe moralmente scorretto non occuparsi dell’altro milione di disperati che sono sull’altra sponda.
    Siamo in grado di dare una mano a tutti???
    No di sicuro.
    Allora va bene questa politica fino a quando gli altri paesi europei che ingiustamente criticano l’operato dell’Italia, non si faranno carico del problema dato che il nostro paese si trova svantaggiato geograficamente parlando.

  5. Non si può sbeffeggiare uno stato , le sue leggi, il suo popolo in questo modo così plateale. Di fronte al silenzio tombale della comunità internazionale, nella risoluzione dell impasse, l’Italia non può e non deve cedere a questo ricatto, viceversa farà la figura di non essere in grado di difendere la propria sovranità territoriale. Le ripercussioni sarebbero gravi a tutti i livelli presentandoci come un paese senza spina dorsale ed inaffidabile . Il problema umanitario non può essere la scusante per offendere un popolo che in questi anni è stato ed è in prima linea nell’accoglienza. Spero che la magistratura faccia il suo dovere senza pressioni esterne.

  6. la guerra è una scusa, scappano per migliore vita guadagnare facile spacciando prostituirsi, nella nostra città si vede qualcosa sia in via torpisana, è alla stazione tutti vedono è nessuno interviene, sia il dormitorio che restinco vanno chiusi.

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