“Sanofi/Euroapi mantenga gli impegni assunti e investa anziché scappare”

Il disimpegno dal territorio annunciato da Euroapi, mediante la messa in vendita dello stabilimento di Brindisi, preoccupa per le modalità e soprattutto per il negativo impatto socio-economico che può scaturire da tale ipotesi.

È davvero singolare, poi, che da quando la multinazionale Sanofi ha riconvertito la compagine societaria dello stabilimento brindisino in Euroapi srl mantenendo, almeno all’inizio a quanto risaputo, il pieno controllo della stessa società neocostituita, le condizioni siano rapidamente peggiorate.

All’epoca della riorganizzazione societaria, è evidente, fu concessa eccessiva fiducia nelle prospettive annunciate e nelle promesse di rilancio dello stabilimento di Brindisi. Forse, ancora una volta i vertici di Sanofi/Euroapi, pensano di irretire l’opinione pubblica con comunicati finalizzati ad indorare la pillola nascondendo scenari più cupi e drammatici. Non ci stiamo.

È doveroso ricordare e sottolineare che lo stabilimento di Brindisi del gruppo Sanofi/Euroapi è tra gli opifici maggiormente finanziati dalla Regione Puglia e da Puglia Sviluppo, e quindi con soldi pubblici, tramite accordi di programma e contratti di sviluppo finalizzati a potenziare la produzione.

Perciò Sanofi seppur schermata da Euroapi ha l’obbligo, non solo morale, di investire le risorse necessarie a rilanciare la produzione a Brindisi.

Per questo non faremo sconti e non ci faremo nuovamente abbindolare, favorendo questa volta la fuga di Sanofi/Euroapi.

Chiederemo l’immediato intervento della Regione Puglia proprio nei confronti di Sanofi/Euroapi a tutela del futuro dell’impianto di Brindisi e della stabilità lavorativa dei dipendenti, affinché vengano mantenuti gli impegni assunti a fronte di cospicui finanziamenti regionali ricevuti negli scorsi anni.

Francesco Cannalire segretario cittadino Pd Brindisi e capogruppo consiliare Brindisi

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1 COMMENTO

  1. Elemosiniamo affinché le multinazionali aprano senza cautelarci legalmente una volta che le stesse decidono di chiudere. Gli stupidi siamo noi

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