“SANITÀ A BRINDISI: DALLA REGIONE SOLO FUFFA”

Negli ultimi due mesi tre conferenze dei sindaci. All’ultima hanno partecipato, oltre all’Assessore Palese, anche consiglieri regionali e l’onorevole D’Attis. Risultato: sommessa delusione, ha dichiarato il sindaco Marchionna, condividendo lo stato d’animo, presumibilmente, dei colleghi degli altri Comuni. Sembra che per l’ASL di Brindisi pur essendo, a detta di tutti, in forte affanno, con criticità che aumentano ogni giorno invece che diminuire, non si riesca a trovare rimedi. Non si riesca o non si vuole? Da rappresentante sindacale delle persone anziane,  spesso le  più fragili e le  più in difficoltà per i grossi disagi che incontrano nel richiedere risposte al bisogno di cura, credo che ormai sia ora che la delusione si trasformi in forte rivendicazione, a tutela del diritto alla salute. Non è più tollerabile, infatti,  che una situazione come quella che vivono i cittadini della provincia possa essere così trascurata dall’Assessorato alla Salute e dallo stesso Presidente Emiliano. Quando si analizzano gli indicatori relativi a qualità e quantità dei servizi sanitari pubblici erogati, si tiene conto di tutte le persone che, non potendo permettersi né una visita in intramoenia né una visita privata esterna,  sono costretti a rinunciare a curarsi? Nel fare i migliori auguri di buon lavoro al nuovo Direttore Generale, Maurizio De Nuccio, ribadiamo alla Regione Puglia che l’Asl di Brindisi ha bisogno di un piano di rilancio straordinario, con risorse economiche straordinarie che vanno richieste al Ministero della Salute, come è stato fatto in altri casi, e vanno anche reperite con uno sforzo mirato a livello regionale. Non sappiamo neanche più che fine abbiano fatto, per esempio, i 30 milioni di euro che dovevano servire per smaltire le liste d’attesa! Il buco economico creato dall’ennesimo caso di malaffare relativo al periodo covid, di fatto, sono i cittadini che lo stanno pagando! Noi,  come SPI, continueremo a raccogliere firme a sostegno delle nostre proposte, insieme alla Confederazione e a tutte le  altre Categorie della CGIL di Brindisi. Sono oltre 15.000 le firme già raccolte, a dimostrazione che le persone esigono risposte, non chiacchiere. L’auspicio è che prima del 15 settembre, data prefissata per la prossima conferenza dei sindaci, qualcosa sia cambiata: magari che  si riapra qualche reparto chiuso,  o qualche ospedale di comunità, che i Cup non dichiarino che le “agende sono chiuse” per le prenotazioni, che si assuma qualche unità medica o paramedica… vogliamo comunque evidenziare che come Organizzazione Sindacale non ci  fermeremo fino a quando non arriveranno risposte concrete rispetto a una così grave violazione di un  diritto fondamentale quale è quello alla salute.

           La Segretaria Generale

SPI CGIL BRINDISI

Michela Almiento

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