“Salviamo quei lecci” – di Angelo Camassa

(Francavilla Fontana) Sono perfettamente d’accordo con chi seppur con una affissione abusiva (vedi prima foto) ha voluto esprimere questo che è un grido di allarme ed anche una richiesta di clemenza.

In questi giorni ho incontrato un bel po’ di Persone con tutte pacatamente mi sono confrontato, dato la posizione pubblica che ho assunto sulla questione. Al netto di ragionamenti che sfociano quasi sempre nella scarsa e improvvida attenzione al verde pubblico in generale e soprattutto nelle zone periferiche, Tutti o quasi erano contrari alla eradicazione di quei lecci. La Cittadinanza non è dunque spaccata, se non fosse per i solti, fortunatamente, pochi fiancheggiatori. La cittadinanza è molto coesa a difesa dei lecci che sono memoria storica di questa Comunità.

Paradossalmente lo evidenzia lo stesso volantino. Gli unici che non vogliono capire sono coloro che buttano la palla nel solito campo della contrapposizione politica. Giusto per distogliere e per autodistogliersi dalla realtà dei fatti e degli atti compiuti. Ricordo che ad oggi al di là di dichiarazioni sui social gli atti che sono lo strumento esecutivo e vincolante sono la delibera di giunta n. 332 del 28/10/2021, con cui si individua l’eradicazione dei lecci quale soluzione per abbattere le barriere architettoniche di appena 30 metri di strada. Concetto ribadito con delibera n. 438 del 31/12/2021 ed infine confermato con il parere della Soprintendenza n. 3454 del 23/02/2022.

Nel novembre 2020 nel primo e fino ad ora unico bando sul bilancio partecipato come Presidente di una piccola associazione “Nova Era” ho presentato un proposta proprio sui quei lecci, sulla loro interferenza sulla mobilità pedonale e sull’impedimento visivo del loggione degli Imperiali. Pertanto non sono annoverabile tra i fiancheggiatori di alcuna parte politica. Certamente ho le mie visioni politiche ma per mia cultura non mi pongo mai in una dimensione acriticità, o di fedeltà cieca.

Così com’è in questo caso il tema è solo e solamente legato all’eradicazione dei lecci. Questa ipotesi a mio modesto parere è da scongiurare senza se e senza ma. Poi le soluzioni per rendere tutti gli aspetti compatibili ci sono e si possono individuare. Quindi o troviamo un punto di raccordo oppure ognuno strumentalizzi la questione per i propri fini.

Io sono e resto a fianco di quegli alberi. Perché in tutta questa storia chi è davvero la parte debole sono loro.

 

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