Riappropriamoci di Brindisi, ma attenti a non perdere di vista la trave!

BRINDISI – Ok, la recinzione di Via del Mare – obbligatoriamente richiesta dalla normativa antiterrorismo e necessaria ai fini dell’ormeggio delle navi da crociera sulla banchina carbonifera – è brutta esteticamente ed impedisce la piena visuale di quel tratto di porto, ed anche se la Soprintendenza ha prescritto l’utilizzo di una recinzione metallica, il materiale utilizzato (il corten) proprio non ci piace. Riteniamo quindi sacrosanto il diritto di protestare ed accogliamo con piacere il fatto che i cittadini prestino così tanta attenzione al loro rapporto con il mare.

Al contempo, però, farebbe altrettanto piacere che i brindisini rivendicassero con lo stesso ardore anche il resto di quello che gli spetta e che gli è invece precluso per una serie di ragioni, davvero tra le più disparate.

Non meno grave della vicenda di Via del Mare appare infatti l’invadenza della Marina Militare: nei giorni scorsi, attraverso un’intervista a Teo Titi, abbiamo sollevato il problema delle prescrizioni apparentemente irragionevoli poste dalla Marina, le quali impediscono al nostro lungomare di presentare per tutto l’anno lo straordinario colpo d’occhio che riserva nei giorni della Brindisi – Corfù. Non si tratta di un mero capriccio, dato che lo sviluppo del diportismo nel Porto Interno garantirebbe alla città un ritorno economico probabilmente pari a quello fatto registrare negli anni ’90 dal traffico dei traghetti.

E sempre a proposito del lungomare, spesso ci si lamenta della mancanza di vivacità che lo caratterizza: i lavori di riqualificazione che lo hanno interessato, infatti, sono serviti esclusivamente ad imbellettarlo, ma non hanno creato le condizioni per uno sviluppo economico dell’area. La ragione di tutto ciò va ricercata nei vincoli che continuano ad insistere su quel tratto: ci chiediamo infatti se sia normale che un lungomare non possa ospitare ristoranti galleggianti o rotonde sul mare o giochi d’acqua (come quelli previsti nei progetti in foto), snaturandone così la vocazione e tarpandone lo sviluppo. Così come ci chiediamo se sia normale che in una città abbracciata dal mare come Brindisi non venga permesso ai cittadini di fruire (nemmeno saltuariamente) dei posti più caratteristici, i cosiddetti luoghi dell’anima.

Quindi, ricapitolando: ben vengano le proteste per la recinzione di Via del Mare, ma non sarebbe parimenti opportuno rivendicare a gran voce anche l’apertura della Porta Thaon de Revel, che impedisce il collegamento del Centro con il Casale; l’immediato abbattimento del muro che divide il piazzale del Monumento da Deposito Catene, tornato nella titolarità del Comune; la costituzione del varco doganale unico; la fruizione del Piazzale di S. Apollinare, luogo dal potenziale enorme e dalla vista mozzafiato, e via dicendo?

Ed infine (ma solo per non ammorbarvi troppo), è normale che dopo anni di successo di pubblico ed organizzativo, il Campionato di Motonautica venga spostato nel Porto Medio – falciando di fatto l’evento – e gli spettatori vengano costretti ad assistere agli spettacoli che invece permarranno sul lungomare ad 8 metri di distanza dal mare? Oppure è normale che la tariffa della Tosap applicata a Brindisi renda quasi impossibile l’organizzazione degli eventi, quando altrove si concede gratuitamente il suolo pubblico (vedi gli eventi dell’Estate leccese) e si farebbero carte false per ospitare le manifestazioni che negli ultimi anni hanno dato lustro alla città? Per tutti bastino gli esempi: del Negramaro Wine Festival – evento chiacchierato ma che ha comunque portato in città centinaia di migliaia di avventori -, frenato soprattutto dalla tardiva richiesta di pagamento della Tosap da parte di Abaco, dopo che il Comune si era impegnato ad esentare gli organizzatori dal pagamento della stessa; dei Sapori del Mediterraneo, manifestazione oramai rodata che ha trovato nell’applicazione della circolare Gabrielli un ostacolo insormontabile (curioso constatare come a Mesagne ci abbiano messo 24 ore per dare la propria disponibilità ad accogliere l’evento; ma saranno al corrente gli amministratori mesagnesi dell’esistenza della suddetta circolare? Crediamo proprio di si…).

Insomma, indignamoci ed alziamo la voce, perché rappresentano due dei pochi strumenti che ci restano a disposizione (il più potente rimane il voto elettorale), ma non facciamolo ad intermittenza, perché il rischio è quello di vedere la pagliuzza ma di perdere di vista la trave…

Andrea Pezzuto
Redazione

1 COMMENTO

  1. Da questo punto di vista, per vivacizzare il lungomare sarebbe auspicabile che la Capitaneria traslocasse nella vicina zona Dogana e che il complesso che attualmente la ospita fosse aperto verso il lungomare. Nel suo cortile interno appositamente coperto con strutture “leggere” si potrebbe mettere un mercato di quartiere (di giorno) e Bistrot e centro culturale multifunzione, di sera. Niente di originale, lo si vede già in molte città.
    La cancellata?…ma chi se ne frega, c’è ben altro…

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