Relazione DIA: la droga il core business dei clan locali, seguono le estorsioni. Legami con albanesi e ‘ndranghetisti

BRINDISI – Leggendo la relazione della Direzione Investigativa Antimafia inerente il primo semestre del 2017 arriva la conferma che il traffico di sostanze stupefacenti è ancora il maggiore business per i gruppi mafiosi operanti sul territorio provinciale.

Due le direttrici principali emerse dalla relazione: quella che collega Brindisi all’Albania, dalla quale arrivano sempre più ingenti quantitativi di marijuana, anche grazie al coinvolgimento di numerosi albanesi oramai residenti nel brindisino; quella che forma un asse con la Lombardia, dalla quale giunge la droga da distribuire nelle varie piazze di spaccio. Di recente, comunque, si è avuto modo di apprendere attraverso un’operazione investigativa dei carabinieri di un’altra direttrice, ovvero quella che collega il Maghreb al Salento: due fratelli catanesi, infatti, barattavano con trafficanti brindisini hashish proveniente dall’Africa con marijuana proveniente dall’Albania.

Tale attività può essere definita il core business di tutti i gruppi criminali operanti nella provincia brindisina, che continua ad essere spartita nella seguente maniera: il capoluogo ai Brandi (particolarmente attivi nel traffico di droga e nella pratica estorsiva) ed ai Morleo (anch’essi attivi principalmente nel traffico di droga); Torre Santa Susanna ai Bruno, operativi sempre nel settore della droga; Tuturano alla famiglia Buccarella, che oltre al traffico di droga si cimenta nella gestione del gioco d’azzardo e nelle pratiche estorsive.

A conservare l’egemonia sull’intero territorio, di fatto, continuano però ad essere il gruppo dei mesagnesi (composto dai gruppi Vitale, Pasimeni e Vicentino) e quello dei tuturanesi (composto dai gruppi Campana, Rogoli e Buccarella), con i primi dominanti sui secondi, ma entrambi intenzionati a conservare il patto di non belligeranza vigente.

Oltre al traffico di droga, la seconda attività in termini di remuneratività è il racket delle estorsioni, mentre iniziano a fare capolino anche nella provincia di Brindisi (così come già accade nel basso Salento) gli appetiti intorno allo sviluppo turistico che sta interessando il nostro territorio. In questo settore, infatti, si registrano addirittura gli interessi della ‘Ndrangheta, che attraverso soggetti ritenuti vicini alla famiglia Piromalli di Gioia Tauro (i cui beni sono stati sottoposti a sequestro da parte della Polizia) erano intenzionati a realizzare un resort vista mare nei pressi della Riserva di Torre Guaceto.

Andrea Pezzuto
Redazione
CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO