BRINDISI – La presidente della Commissione Affari costituzionali, senatrice Anna Finocchiaro del Partito Democratico, è stata a Brindisi.

In mattinata ha partecipato ad una giornata di studi sul tema “Costituzione italiana e proposte di riforma”, all’interno del Teatro Verdi, poi – attorno alle 13,00 – si è spostata presso il Comitato “Brindisipuò”, dove ha incontrato la coordinatrice dello stesso Comitato Rosy Barretta, il senatore Salvatore Tomaselli, il presidente della Provincia Maurizio Bruno, simpatizzanti ed iscritti del Partito Democratico, oltre alla stampa.

finocchiaro intervista

“L’incontro di oggi – ha detto la Finocchiaro – è uno delle centinaia che sto facendo in tutto il Paese. In tanti si stanno mettendo in gioco per questa campagna referendaria che è molto impegnativa. E non solo rispetto all’esito. Sto notando ed apprezzando, infatti, quanta capacità di entrare nel merito, di discutere nei contenuti, di dare rappresentazione anche delle ragioni degli altri, motivando la propria contrarietà con argomenti solidi. Un lavoro capillare che sta investendo generazioni molto diverse: dai militanti del partito, a forze giovani, a forze di cittadini che impegnano il proprio tempo in una cittadinanza attiva sul territorio sulle grandi questioni. Io spero, ma ne sono certa, che alla fine di questo percorso – ovviamente mi auguro che vinca il sì – il Paese sarà migliore perché si è seminato tanto, di buone ragioni, di argomenti di merito, di capacità di apprezzare la Costituzione come fatto essenziale non solo per i risultati per la vita dei cittadini e delle imprese, ma soprattutto perché è un patto che ci lega tutti in una unica Nazione”.

Alla domanda “Lei ha detto che se vince il no sarebbe un’occasione perduta per il Paese e per le istituzioni”, la Finocchiaro ha risposto: “Ho seguito negli ultimi 30 anni i tentativi infruttuosi di andare ad una riforma costituzionale che non è stata certo partorita dalla mente di qualcuno che, un giorno si è alzato per il proprio ruolo politico ed istituzionale e ha ritenuto di imporre una riforma, ma è stata necessitata da un dibattito pubblico che non possiamo dimenticare. Per quanto tempo nel nostro Paese si è discusso della crisi del ruolo del Parlamento, della incapacità del sistema di dare risposte efficaci e tempestive ai grandi problemi del Paese, quanto si è discusso del conflitto tra Stato e Regioni? La risposta a queste domande, a queste necessità e situazioni di vera e propria crisi che hanno creato distacco tra cittadini ed istituzioni, oggi – e per la prima volta – con un tentativo riuscito, sono la riforma della seconda parte della Costituzione. Bocciare questo sforzo straordinario significherebbe ripiombare in un tempo in cui non è più possibile avere l’ambizione di pensare a istituzioni più efficaci e più capaci e di assecondare il paese nella crescita, nei diritti individuali e nella crescita economica del Paese”.

finocchiaro teatro

Ma il PD uscirà unito o martoriato da questa consultazione?

“Molto dipenderà da noi – ha detto la Finocchiaro – Per quanto mi riguarda non ho alcuna intenzione di entrare nello scontro armato tra le ragioni del si e del no. Io so perché il PD ha costruito nelle aule parlamentari quel testo di riforma assieme ad altre forze. So perché quel testo è stato approvato, so che si pone in  assoluta coerenza e continuità con quanto diciamo da decenni (leggi programma Ulivo 1996 )”. Ed alla minoranza del Pd che vuol votare ‘No’ al referendum, Finocchiaro dice: “Sbagliano, politicamente. Non voglio entrare nello scontro. Rispetto le idee di chi ritiene di votare ‘No’, mi auguro che siano assolutamente ancorate al merito e che non ci siano ragioni di altro genere”.

finocchiaro teatro

Infine, la presidente della commissione Affari costituzionali interviene anche sulle obiezioni fatte ieri da Gustavo Zagrebelsky nel confronto tv con Matteo Renzi. “Questa dei contrappesi è una obiezione al testo del tutto infondata. In tutti i sistemi costituzionali europei la seconda Camera, per il fatto di essere rappresentativa di altri governi e di altre istituzioni territoriali, e’ già un contrappeso al governo nazionale. Poichè si tratta di un Senato rappresentante delle istituzioni territoriali – ha specificato – che non deve essere obbediente al Governo, perchè non da e non revoca la fiducia, esso può rappresentare con le sue funzioni di controllo e valutazione dell’operato del Governo, un vero contrappeso. Non abbiamo toccato la giustizia, non abbiamo toccato nessuno degli istituti di garanzia. Abbiamo introdotto la possibilità del controllo preventivo della Corte sulla legge elettorale. Abbiamo alzato le maggioranze per eleggere il Presidente della Repubblica, anzi abbiamo dato al Senato la possibilità di eleggere due componenti alla Corte costituzionale. Abbiamo irrobustito gli strumenti di democrazia diretta. Non abbiamo irrobustito il Governo, perchè non lo abbiamo toccato. Sostenere che c’e’ uno sbilanciamento e’ non solo falso, ma anche strumentale”.

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