BRINDISI – Burrasca in Provincia. L’Ente è in default di 11 milioni di euro ed il Governo ne stanzia solo 2,5. “Volevo destinare parte di questi fondi alle strade ed alle scuole, ma i dirigenti dell’Ente hanno bocciato la proposta. Potrei dimettermi.”, afferma il presidente della Provincia, Maurizio Bruno.

La Provincia di Brindisi sprofonda sempre più in una crisi che sembra senza ritorno, al punto che anche il suo presidente, Maurizio Bruno, alza le mani e pensa seriamente alle dimissioni. Ecco il motivo.

E’ cosa nota che l’Ente abbia una perdita di ben 11 milioni di euro. Così, il Governo centrale, per ridare ossigeno, seppur davvero esiguo, ha previsto l’erogazione di 2,5 milioni di euro. Una somma che, tuttavia, non basta neppure a garantire i riscaldamenti nelle scuole o a risanare le strade provinciali. Bruno propose nella riunione di giovedì scorso di destinare a strade e scuole 1,5 milioni ed il rimanente milione, invece, tenerlo nelle casse dell’Ente.

Oggi la doccia fredda, anche se preannunciata. Stamane, infatti, Bruno, le sigle sindacali, i parlamentari (tutti assenti ad eccezione di Elisa Mariano, Salvatore Tomaselli e Pietro Iurlaro. Assenti anche tutti i consiglieri regionali) si sono riuniti per discutere delle sorti della Santa Teresa e della stessa Provincia. Nel corso dell’incontro, il presidente ha dato lettura del parere dei dirigenti dell’Ente sulla sua proposta della settimana scorsa. Il parere è stato negativo. Dunque, i dirigenti vogliono destinare l’intera somma proveniente dal Governo alle casse della Provincia, a discapito di strade, scuole e Santa Teresa, ossia quelli che Bruno aveva sempre individuato come servizi fondamentali. Tale annuncio ha scatenato parte dei presenti. Infatti, il consigliere provinciale Cristian Continelli ha avuto un acceso diverbio con Roberto Aprile del sindacato Cobas, al punto che son dovuti intervenire i poliziotti della Digos. (il video della lite https://www.youtube.com/watch?v=7SfVQXAQaPg)

(Video della lite https://www.youtube.com/watch?v=XjUG21IQlMQ)

“Credo che da parte mia non ci siano più le condizioni per proseguire questa esperienza – ha detto Bruno – il mio intento era quello di garantire fino al 31 dicembre il minimo alle funzioni fondamentali (viabilità, riscaldamenti nelle scuole e Santa Teresa, ndr). Purtroppo, non abbiamo queste risorse, a causa del parere negativo da parte degli uffici. Sono deluso dall’assenza dei consiglieri regionali e dei parlamentari. Questo denota un distacco politico tra chi sta a Roma con quello che succede qui. Attualmente – ha concluso il presidente – non sono nelle condizioni di acquistare il carburante per garantire il riscaldamento nelle scuole. A Roma se ne rendono conto? Numeri alla mano, se noi ci ritroviamo in queste condizioni, non è per responsabilità nostra, ma per i tagli che sono avvenuti in questi anni. Stando così le cose, che venga qui il Commissario. Lui metterà tutto in liquidazione, dalla Santa Teresa al resto. Questo è un dramma di cui nessuno si rende conto. Io posso anche rimanere, ma solo alle condizioni di garantire le funzioni fondamentali”.

Intanto, nell’incontro è stata avanzata l’ipotesi di allargare il tavolo anche con Roma.

Lo stesso Bruno, poi, ha chiesto ai sindacati di uscire dalla stanza per poter avere un confronto con i consiglieri di maggioranza ed opposizione. Incontro durato pochissimi minuti, tanto da sorprendere alcune sigle sindacali ancora presenti. Infatti, Bruno ha delegato il tutto a Domenico Tanzarella, vice presidente. Questi ha asserito che ci sarà un tavolo interistituzionale e che non avrebbero alcun senso le dimissioni del presidente.

Lo scoglio è pressoché insormontabile. I lavoratori sul piedi di guerra ed ora, forse, anche insegnanti, dirigenti scolastici e studenti.

Tommaso Lamarina
Redazione

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