Il Movimento “Proiezione Futuro”, a seguito delle risultanze delle indagini preliminari della procura, pone alla Vs. attenzione alcune preoccupanti considerazioni in merito alla situazione ambientale della nostra città.
Da quanto emerso, la centrale Federico II di Brindisi (Cerano) produceva ceneri, oltre che dalla combustione del carbone coke, anche dalla combustione di OSD (Olio Combustibile Denso) e Gasolio. Mentre le prime possono essere stoccate e rivendute per la produzione di cemento e laterizi, le altre devono essere immagazzinate in appositi silos e successivamente smaltiti secondo le procedure dettate dalla legge.
Tuttavia abbiamo appreso che i dirigenti dell’ENEL, che ne erano consapevoli, con una condotta fraudolentaconsentivano lo stoccaggio promiscuo delle ceneri e la successiva vendita, a prezzi appetibili per il mercato. In tal modo l’azienda otteneva un vantaggio economico rilevante a danno della salute dell’individuo visto che, invece di sostenere il costo relativo allo smaltimento delle cenerisi otteneva un consistente profitto dalla vendita delle stesse, quantificato dalla procura in circa mezzo miliardo di euro.
È evidente che questo comportamento fraudolento, oltre che mettere a rischio la salute dei cittadini, contravveniva a quanto disposto dall’AIA che, seppur consentendol’impiego di combustibili diversi dal carbone, ne classifica in maniera diversa i rifiuti della combustione del gasolio e dell’OSD, prevedendo lo stoccaggio e lo smaltimento delle ceneri con specifiche procedure.
Su questo punto la procura sembra minimizzare affermando che si tratterebbe solo di una violazione amministrativa dovuta alla classificazione delle ceneri e sorvolando invece sui rischi per la salute e sulla possibilità di chiedere la revoca, anche solo temporanea, dell’AIA vista l’attestata violazione da parte di ENEL.
Qualora ce ne fosse bisogno vogliamo riportare alla memoria che Brindisi e la sua provincia, da almeno un ventennio, ha vissuto un rapido depauperamento delle proprie eco-risorse a causa della permanenza sul proprio suolo, a pochi Km di distanza, di installazioni industriali ad alto impatto ambientale: petrolchimico (Ex Montedison), Centrale ENEL Federico II e Centrale EDIPOWER Brindisi Nord, solo per citare le più grosse.
È noto che il funzionamento prolungato e contemporaneo delle stesse, in uno stesso eco-sistema, ne causa il prosciugamento delle risorse ambientali nonché il rallentamento nella loro rigenerazione.
Il fatto poi che tutto ciò possa avere un impatto devastante sulla salute degli abitanti è ormai noto ed è materia di studio. L’ultimo in ordine cronologico, ma forse il più importante, è lo studio commissionato dalla Regione Puglia.
Il report di questo studio ha sancito il rapporto causa effetto tra l’esposizione del passato alle polvere sottili e all’anidride solforosa di origine industriale, prodotte dalle centrali termoelettriche Enel e dal petrolchimico di Brindisi, e la mortalità per tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie ed incidenza di alcune forme tumorali come il cancro al polmone.
L’esame dei ricoveri ospedalieri ha inoltre evidenziato un’associazione tra inquinanti e malattie cardiovascolari, respiratorie e le malformazioni congenite nel primo anno di vita.
In pratica all’aumento degli inquinanti, si è constatato il raddoppio delle leucemie e un incremento del 60% di tumori alla vescica ed infarti.
Il dato inquietante è che solo nel periodo 2006/2010 si sono registrati 5183 tumori secondo il registro dell’ASL. Condizione che è migliorata negli ultimi anni in quanto il quadro emissivo degli impianti si è modificato profondamente nel periodo 1991/2014 anche a seguito della cessazione delle attività della centrale EDIPOWER nel 2012.
La pregressa esposizione all’anidride solforosa da centrale termoelettrica mette in evidenza infatti un’associazione con la mortalità per tutti i tumori(+16%), tumori della vescica(+63%), leucemie(+115%) ed eventi coronarici acuti (+62%).
Questi sono solo alcuni dati emersi dallo studio commissionato dalla Regione Puglia, un report di 144 pagine dettagliato e preciso, un vero è proprio bollettino di guerra che danno evidenza di quanto la popolazione brindisina ha dovuto pagare in termine di vite umane.
Fatte queste opportune premesse
CHIEDIAMO
Alla Vs. competente autorità di:
- Verificata la sussistenza delle violazioni dell’AIA, procedere ad una richiesta formale di revoca della stessa in forma cautelativa.
- Istituire una task force di professionisti idonea a verificare l’impatto sulla salute della popolazione e a quantificare l’entità dei danni che la condotta fraudolenta dell’ENEL ha prodotto.
- Richiedere il pignoramento preventivo dei beni mobili e immobili, per un importo pari al danno economico quantificato.
- Costituire il Comune di Brindisi come parte civile nel processo che scaturirà dalle risultanze delle indagini della magistratura.
- Vista l’accertata dannosità che il funzionamento contemporaneo delle due centrali termoelettriche ha prodotto sulla salute della popolazione, negare qualsiasi autorizzazione preventiva ad una proposta progettuale della società A2A, proprietaria dell’ex centrale Edipower, che non preveda il completo smantellamento dei 4 gruppi e la bonifica dell’area in questione.
PROIEZIONE FUTURO