Processo security porto: “Accuse infondate a artificiose”: le motivazioni contenute nella sentenza

Il giudice del tribunale di Brindisi, Maurizio Saso, ha emesso una sentenza di assoluzione per tutti gli imputati coinvolti nell’inchiesta sui presunti abusi edilizi nel porto di Brindisi, demolendo l’impianto accusatorio presentato dalla Procura contro otto imputati, tra cui spiccavano Ugo Patroni Griffi, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Meridionale, e Maria Angela Danzì, ex sub commissaria del Comune di Brindisi. Gli altri imputati assolti sono Francesco Di Leverano; Pierluigi Aloisi; Antonio Iaia; Teodoro Indini; Antonella Antonazzo, Aldo Tanzarella. Nei loro confronti il pm aveva chiesto condanne fino a un massimo di 5 anni e otto mesi di reclusione.

La sentenza di assoluzione è stata emessa lo scorso aprile, al termine di un processo celebrato con rito abbreviato, e le motivazioni sono state depositate il 12 luglio. Il giudice Saso ha smontato punto per punto le accuse mosse dalla Procura, criticando duramente le tesi del pubblico ministero Raffaele Casto.

Secondo l’accusa, l’Autorità di sistema portuale avrebbe realizzato in modo illecito alcune opere relative alla sicurezza del porto di Brindisi. Tuttavia, il giudice ha sostenuto che le accuse si sono rivelate infondate e che la conformità urbanistica delle opere non è stata dimostrata in modo convincente.

Il giudice ha respinto anche l’istanza di applicazione di misure restrittive personali nei confronti degli imputati, sottolineando l’assenza di prove a sostegno delle accuse mosse contro di loro. Inoltre, il giudice ha criticato duramente le affermazioni del pubblico ministero, definendole gratuite e prive di fondamento.

La sentenza di assoluzione ha sottolineato l’infondatezza delle accuse e ha rimarcato il lungo periodo di attesa degli imputati per vedere riconosciuta la loro innocenza. Il giudice ha evidenziato le incongruenze nell’accusa e ha sottolineato che l’impianto accusatorio è stato costruito in modo artificioso, alterando anche la configurazione delle imputazioni rispetto alla loro formulazione originaria.

Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Giustina Giordano, Rosario Almiento, Mauro Masiello, Mario Guagliani, Anita Mangialetto, Luciano Marchianò e Carlo Enrico Paliero

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