PIANO INDUSTRIALE ENEL – GENTILE (CNA): CI ASPETTIAMO BEN ALTRO DALLA SOCIETA’ ELETTRICA. SI PROCEDA CON IL TURBOGAS

Per il futuro del sito di Brindisi l’Enel – così come emerso nel corso del “Capital Markets day” non intende andare oltre impegni generici che nella migliore delle ipotesi potrebbero riguardare la realizzazione di campi fotovoltaici, di un sistema di accumulo “Bess” e la conferma degli impegni assunti nel settore della logistica che rappresenta – come sostenuto dal primo momento proprio da noi della Cna – una grande opportunità per lo sviluppo delle attività industriali e portuali nella città di Brindisi.
Nonostante questo, però, dall’Enel è giunta una conferma dei timori più volte manifestati circa un possibile progressivo disimpegno dal polo energetico brindisino di cui è stata protagonista assoluta per decenni.
Ed è evidente che non può bastare la garanzia del posto di lavoro agli addetti diretti della centrale di Brindisi. Enel può e deve fare di più, ovviamente con il pieno sostegno del Governo nazionale.
Proprio in questa ottica, bisogna chiedere con sempre maggiore insistenza che Terna riveda la sua decisione circa l’inserimento del sito di Cerano tra quelli attraverso cui – con l’utilizzo del gas – si può garantire una sicurezza energetica al paese.
A quel punto diventerebbe decisamente più percorribile l’ipotesi di assegnare ad Enel i fondi del PNRR per realizzare un impianto a turbogas nel sito di Cerano. E non si tratta – si badi bene – solamente di una risposta al “lamento” del territorio brindisino, ma anche e soprattutto di una esigenza reale del paese che in questo modo assicurerebbe al Mezzogiorno risposte adeguate al fabbisogno energetico, anche in caso di situazioni di emergenza (grazie ad una accertata disponibilità di gas attraverso il raddoppio del gasdotto TAP).
E’ sin troppo chiaro, però, che il Governo nazionale dovrà intervenire, assicurando un sostegno all’Enel in termini di risorse e condivisione degli investimenti, nell’interesse del paese e in risposta alle esigenze di un’area – come quella di Brindisi – che per decenni ha garantito all’Italia intera la propria totale disponibilità ad ospitare impianti di produzione energetica, anche quando non esistevano le attuali garanzie in termini ambientali.
Si tratta, pertanto, di tenere in considerazione le esigenze di sostenibilità ambientale (attraverso la produzione energetica da fonti rinnovabili) nella stessa misura delle esigenze di sostenibilità sociale. Brindisi, insomma, non può permettersi migliaia di posti di lavoro in meno ed il crollo di un sistema industriale che per decenni ha assicurato professionalità e competenza nell’offerta di servizi inquadrabili all’interno dell’indotto.
Adesso Brindisi faccia la sua parte, sollecitando in maniera unitaria e convinta un intervento del Governo, al pari di ciò che è stato fatto per altre aree del paese.
Franco Gentile – Presidente CNA Brindisi
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