Paolo Stasi, le fidanzate dei due ragazzi accusati dell’omicidio rispondono alle domande del Gip e respingono le accuse

Paolo Stasi

“La droga l’avevamo solo per uso personale”. Hanno respinto l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti la 25enne Marirosa Mascia e la 20enne Sara Canovari, fidanzate rispettivamente di Luigi Borracino e  Cristian Candita, il 18enne ed il 21enne arrestati perché ritenuti responsabili, in concorso, dell’omicidio di Paolo Stasi. Le due ragazze – la prima ristretta ai domiciliari, la seconda sottoposta ad obbligo di dimora – hanno risposto alle domande del gip del Tribunale di Brindisi Vittorio Testi, assistite entrambe dall’avv. Michele Fino. Rispetto, invece, a tutti gli altri aspetti dell’inchiesta, hanno detto di non sapere nulla, compreso quindi l’omicidio del 19enne, ucciso a Francavilla Fontana il pomeriggio del 9 novembre scorso sotto l’uscio della sua abitazione di via Occhibianchi. A detta degli inquirenti – come emerge dalle pagine dell’ordinanza – le due ragazze avrebbero aiutato i rispettivi fidanzati nell’attività di spaccio di droga, proseguita anche dopo il delitto, nonostante sia Borracino che Candita sapessero di essere nel mirino degli investigatori. Interrogato dal Gip anche il 20enne Pasquale Moldavio, sottoposto ad obbligo di dimora. Sarebbe stato lui, dopo la morte di Stasi, a prenderne il posto quale custode della sostanza stupefacente. Il ragazzo, anche lui assistito dall’avv. Fino, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Moldavio è stato sottoposto sia a interrogatorio di garanzia che di convalida dell’arresto in flagranza di reato eseguito lunedì scorso, quando durante una perquisizione in casa lo hanno trovato in possesso di droga. Intanto, domani mattina (venerdì) è in programma il secondo interrogatorio di garanzia di Luigi Borracino, atteso davanti al Gip del Tribunale dei minorenni di Lecce Paola Liaci, in riferimento al reato di omicidio volontario in concorso. Il ragazzo, infatti, il giorno del delitto era ancora minorenne.

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