“Operazione Cani Sciolti”: in otto in manette per associazione per delinquere, rapina, detenzione illegale di armi e ricettazione

Se non fosse stato per l’emergenza Covid ed il conseguente lockdown avrebbero messo a segno decine e di decine di rapine. Ma i controlli serrati da parte delle forze dell’ordine a causa del Coronavirus hanno sparigliato i loro piani. E così all’alba di oggi otto persone sono finite in manette nel corso dell’operazione denominata “Cani Sciolti” messa a segno dai carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni, tra Ostuni e Ceglie Messapica. Devono rispondere di associazione per delinquere, rapina, detenzione illegale di armi e ricettazione. Una vera e propria banda dedita alle rapine,  perpetrate sul territorio di competenza della Compagnia di San Vito tra il 1 marzo e il 7 marzo scorso. Tre sono state compiute nello stesso giorno, il 5 marzo. Altri colpi, invece, erano già stati pianificati, ma mai messi a segno. In manette sono finiti Mariano Barnaba, a capo dell’organizzazione, Giuseppe Santoro e Francesco Tanzariello, tutti di Ostuni e ristretti in carcere. Ai domiciliari, invece, sono finiti i genitori di Barnaba, Francesco, 60 anni e la moglie Margherita Borsellino, di 57. Domiciliari anche per Oronzo Milone e Gennaro Cantore, anche loro di Ostuni, e Rocco Suma, di Ceglie. Due, infine, le persone denunciate a piede libero nel corso del blitz di questa mattina. Le ordinanze sono state emesse dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Brindisi, su richiesta del Sostituto procuratore Paola Palumbo.

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