Dopo la sentenza di condanna all’ergastolo per i fratelli Cosimo ed Enrico Morleo, accusati di essere mandante ed esecutore degli omicidi di Salvatore Cairo e Sergio Spada – uccisi rispettivamente nel 2000 e nel 2001 – le famiglie delle due vittime hanno ufficializzato la richiesta per il riconoscimento come vittime di mafia, protocollando la domanda presso la Prefettura di Brindisi. Le istanze portano la firma di Paola Annicchiarico, moglie di Spada, dei figli Marco e Mattia, e di Raffaele Spada, fratello della vittima, oltre a quelle di Elvira Stano, moglie di Cairo, e dei fratelli Anna e Sebastiano Cairo. Il riconoscimento dell’aggravante mafiosa nella sentenza di condanna ha aperto la strada alla possibilità per le famiglie di accedere al fondo per le vittime di mafia, come previsto dalla legge del 99. Fondo che consente di costituirsi parte civile nel processo e dà diritto a un risarcimento per i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti. Come ha sottolineato il pubblico ministero della DDA di Lecce Milto De Nozza durante la requisitoria, gli omicidi avevano come scopo inviare un messaggio alla comunità, proprio attraverso le modalità violente e mafiose con cui sono stati commessi. Il dispositivo della sentenza è stato depositato in Prefettura, mentre le motivazioni sono attese per metà marzo. Motivazioni che potrebbero rivelare il dramma vissuto dalle due famiglie, segnato da oltre vent’anni di incertezze e dolore, in cui il mistero sull’uccisione dei loro cari ha pesato profondamente. Intanto, Paola Annicchiarico ed Elvira Stano, pur continuando a portare il peso di questa tragedia, preferiscono rimanere lontane dai riflettori e non parlare ai microfoni, come hanno sempre fatto.