Mensa scolastica, Antonino e Birgitta (PRI): “Si rischia di cadere dalla padella nella brace”

L’anno scolastico pare destinato ad avviarsi nel peggiore dei modi.

Ai problemi connessi al servizio di integrazione scolastica, con scambi di accuse pesantissime tra l’Amministrazione e alcune Organizzazioni Sindacali, potrebbero aggiungersi quelli relativi al servizio di ristorazione scolastica.

Tutti frutti avvelenati lasciati in eredità dalla gestione commissariale a cui pare l’Esecutivo non abbia la capacità di porre rimedio.

Avevamo a suo tempo espresso apprezzamento per la decisione assunta dalla struttura commissariale  di non prorogare l’affidamento del servizio di ristorazione scolastica alla azienda MARKAS, se non fino alla fine dello scorso anno scolastico, e di indire una nuova gara per la individuazione dell’impresa cui affidare questo delicatissimo compito.

Tanto in ragione dei disservizi che si erano verificati durante la precedente gestione: dal ritardo nella realizzazione del centro cottura alle vessazioni cui erano sottoposti i lavoratori, costretti a ricorrere alla magistratura per vedere rispettati i loro diritti.

Il rischio è di essere caduti dalla padella nella brace!

Intanto perché non si è voluto inserire nel bando di gara l’obbligo per le imprese partecipanti di garantire  il rispetto delle ore settimanali spettanti a ciascun lavoratore, come pure deciso dal Tribunale del lavoro di Brindisi con una sentenza del marzo 2018.

La conseguenza è che la nuova ditta aggiudicatrice del servizio, la Serenissima, ha addirittura proposto una ulteriore riduzione dell’orario di lavoro settimanale inizialmente accordato dalla Markas.

Questo comporterebbe che, in un ridottissimo lasso di tempo, i lavoratori impegnati nel servizio dovrebbero provvedere alla pulizia dei locali in cui viene svolto il servizio di ristorazione scolastica, alla somministrazione dei pasti e al ripristino successivo delle necessarie condizioni igieniche.

Ma addirittura corre voce che, non essendo evidentemente la Serenissima in condizione di avviare il servizio, si potrebbe disporre una breve proroga alla Markas,  facendo oggi quello che non si è voluto fare ieri!

Non è chiaro, in questa ipotesi, quale monte ore la Markas garantirebbe ai lavoratori: se lo stesso offerto dalla Serenissima o quello stabilito dal Tribunale!

E’ notorio che i lavoratori sono da tempo in stato di agitazione e che a queste condizioni difficilmente il servizio partirà nei tempi previsti, con grave disagio per le famiglie che beneficiano del servizio mensa.

Una riunione svolta tra l’Amministrazione Comunale e le Organizzazioni Sindacali per dirimere la questione non ha sortito alcun esito.

Laddove si dovesse arrivare ad una contrapposizione frontale il PRI tutto, dalle rappresentanze politiche a quelle consiliari,  non farà mancare il suo sostegno alle maestranze, vittime di questa ulteriore ingiustizia.

Non resta che augurarsi che nella Conferenza dei Capigruppo convocata per lunedì 24 settembre con all’ordine del giorno anche questo argomento si possano individuare i percorsi più idonei da seguire per conciliare le esigenze delle famiglie di non vedersi private di un servizio essenziale quale la ristorazione scolastica e quello dei lavoratori di non essere di nuovo sottoposti ad ingiuste vessazioni.

 Vito BIRGITTA

Segretario Cittadino

Gabriele ANTONINO

Capogruppo PRI

2 COMMENTI

  1. la questione non può prescindere dalla verifica amministrativa-contabile del provvedimento adottato per l’affidamento della gara del servizio di ristorazione.
    brindisi, 22/09/2018 Franco Leoci

  2. Il servizio di integrazione mi pare sia partito molto meglio rispetto agli scorsi anni. Lavoro nel mondo della scuola e posso dichiararlo con cognizione. Gli assistenti degli alunni disabili non si sono mai visti il primo giorno di scuola così come questo anno è accaduto, salvo qualche caso di operatori OSS ben strutturati già presenti fin dai primi giorni.
    Quanto alla mensa, beh….attendiamo, è sempre partita ad ottobre con un servizio sempre scarso. Questa volta sono fiduciosa. In ultimo, non vedo perché il sindaco come rappresentante pubblico avrebbe mai dovuto “recepire” un atto privato, come una sentenza, rivolta ai dipendenti Markas.

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