Nelle fasi preliminari all’avvio della procedura di Valutazione Ambientale Strategica per il Piano comunale delle Coste, è stata avviata una fase di consultazione che, se pur non inquadrabile in termini normativi nel processo di VAS, ha evidenziato alcune sollecitazioni.

Come spesso accade, e com’è ovvio che sia, già in tale fase si sono evidenziate proposte e necessità spesso in conflitto tra loro. A puro scopo esemplificativo, le associazioni ambientaliste e quelle di rappresentanza di operatori ed esercenti, sono spesso apparse in conflitto tra loro. Questo conflitto è stato spesso espresso nel rispetto delle controparti da ciascun soggetto, ma ciò non toglie che sia sempre alla base del dilemma principale del piano che per sua natura deve ricercare il compromesso tra sviluppo economico e conservazione ambientale.

Nelle fasi successive ai momenti preliminari sopra menzionati, sono state avviate le fasi di consultazione dei Soggetti Competenti in Materia Ambientale, che hanno quindi avuto la stessa possibilità di visionare la documentazione VAS e di presentare suggerimenti, correzioni, integrazioni, richieste di approfondimento sui temi ambientali. Si rileva che il processo di consultazione VAS non è un esame o un concorso o una procedura che rilascia titoli abilitativi, ma è una procedura tesa a migliorare il rapporto ambientale con il contributo di tutti.

Nella fase in cui è stato reso disponibile il Rapporto Ambientale ai fini della consultazione, ai sensi della Legge n. 44/2012, gli ordini professionali e le associazioni non solo hanno di fatto riportato proposte simili a quelle presentate nella fase di partecipazione del PCC (che come spiegato ha finalità diverse da quelle della consultazione del Rapporto Ambientale) ma non hanno dato evidenza della  “coincidenza tra rapporto preliminare di orientamento e rapporto ambientale”. La svista imputata al Comune, quindi, non è stata notata neanche dai soggetti che oggi richiedono chiarimenti e per i quali la fase di consultazione è prevista ai fini del miglioramento del rapporto ambientale.

Da un punto di vista politico e sociale, va ricordato che la procedura di Valutazione ambientale strategica trova i suoi fondamenti nella “Convenzione sull’accesso alle informazioni, la partecipazione dei cittadini e l’accesso alla giustizia in materia ambientale”, firmata nel 1998 nella cittadina di Aarhus, in Danimarca, ed entrata in vigore nel 2001 con la Direttiva UE n. 42.




In Italia la Direttiva è stata recepita col D. Lgs. n. 152/2006 – Norme in Materia Ambientale.

In ogni caso la Convenzione di Aarhus e la normativa VAS assegnano il diritto all’autodeterminazione di una comunità all’informazione, finalizzata da una scelta più demodratica possibile, nella ricerca del giusto bilancio tra conservazione ambientale e sviluppo.

Il rapporto ambientale, non casualmente corredato da una sintesi non tecnica, rappresenta un documento informativo finalizzato alla scelta finale. Tale preferenza, in ossequio al principio di “Democrazia Ambientale”, è affidata ai rappresentanti istituzionali democraticamente eletti dalla comunità che deliberano sulla VAS e sul piano, piuttosto che ai tecnici e alle singole rappresentanze ambientali, professionali ed economiche.

La Democrazia ambientale considera non solo il punto di vista dei portatori di interessi (stakeholders) – esercenti, operatori di settore, associazioni ambientaliste, ecc. – ma anche e soprattutto quello della gente comune, dei cittadini, degli utilizzatori della costa che, non avendo interessi diretti, rappresentano il “soggetto terzo” e unico sovrano.

Pertanto, si auspica che nella nuova fase possano giungere contributi di tutta la comunità, in cui le formulazioni tecniche non inerenti al rapporto ambientale siano ridotte al minimo, e che siano utili per la scelta democratica del popolo sovrano e dei suoi rappresentanti, che non sono necessariamente esperti di economia o ambiente, ma che hanno come mandato la migliore traduzione dei desideri dei rispettivi elettori.

Giampiero Campo già Ass. all’Urbanistica

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