BRINDISI – Una giornata degna di “Scherzi a parte” quella consumatasi ieri, dal mattino sino a tarda sera. Peccato che i nostri ‘attori’ non siano neppure capaci di recitare.

Tutto è iniziato nella tarda mattinata, quando i 17 consiglieri di opposizione hanno tentato il colpo di mano. L’intento era – prima della riunione dei capigruppo convocata per le 12,00 – di andare dal segretario generale del Comune Salvatore Alemanno per rassegnare le proprie dimissioni. Tentativo fallito perché un paio di loro era misteriosamente scomparso: uno aveva spento il cellulare e si è stati costretti a prelevarlo da casa, un altro iniziava a fare ‘puzze’. Golpe fallito, si va ai capigruppo. Altra pantomima: si decide di convocare solo il Consiglio comunale per discutere della rottamazione delle cartelle Abaco, da tenersi obbligatoriamente entro il 31 gennaio. Si fissa per il 30. Nel frattempo, i 17 supereroi fanno sapere che, alla presenza del notaio Braccio, si vedranno nel pomeriggio alle 17,00 nella sede di Carmelo Palazzo che, per motivi di salute, ha difficoltà a spostarsi. Sono le 16.39 quando arriva una nota da Palazzo di Città in cui si legge che il sindaco Angela Carluccio rassegna le dimissioni: “Nel constatare il progressivo venire meno delle condizioni politiche necessarie alla prosecuzione della mia esperienza di Governo, rispetto alla originaria impostazione programmatica ed agli accordi posti a base della stessa, con la presente, ai sensi dell’art. 53, 3° comma,del d.l.vo n. 267/2000, rassegno le mie dimissioni da sindaco della città di Brindisi, con l’intendimento, con il presente gesto, di favorire una nuova fase di riflessione e costruzione che, partendo dagli uomini e dai movimenti che mi hanno inizialmente sostenuta, possa trovare la condivisione e il concorso di altri uomini e movimenti, per la realizzazione di un nuovo accordo programmatico, con cui garantire alla città una amministrazione che abbia la forza e gli strumenti per affrontare e risolvere i gravi problemi della città. Firmato Angela Carluccio”.

Bene, possono – queste – essere considerate dimissioni? Mutuando quanto scritto su facebook da un collega, di grande esperienza ed obiettività, il documento sembrerebbe quasi un bando pubblico per un ribaltone, una sorta di avviso di chiamata. Non si sa se, in  questo caso, i nuovi consiglieri di una eventuale maggioranza saranno sottoposti a colloquio, come è stato per la individuazione del presidente della Multiservizi e delle Farmacie comunali. Ma una cosa è certa: la mossa della Carluccio è una grande furbata. E, come sempre, le sarà stata suggerita dai suoi fidatissimi uomini. Ci auguriamo per Raffaele Fitto che non sia stata partorita da Marcello Rollo, considerato che il leader dei Conservatori e Riformisti era stato molto chiaro su questo aspetto con Massimo Ferrarese: “A Brindisi si va avanti, si continua a dare fiducia al sindaco – aveva detto – ma devi fermare lo strapotere di Rollo”.

Chiunque sia stato, la mossa è stata quella giusta, perché la maggioranza ben sapeva che dall’altra parte c’era più di qualcuno che evidentemente ha sempre fatto opposizione di facciata. Tanto che la commedia si è consumata poco dopo.

Alle ore 17,00, infatti, i consiglieri hanno iniziato ad arrivare alla spicciolata. Chi prima, chi dopo, alla fine si sono presentati tutti. L’ultimo in ordine di tempo è stato il capogruppo di Forza Italia Mauro D’attis che, vista la presenza della stampa – giornalisti, fotografi, operatori tv – ha chiesto che uscissero tutti perché “voleva discutere”. Accontentato, il forzista ha ripreso il discorso di qualche giorno fa: ovvero la opportunità di andare al voto nel 2018 e non già nei prossimi mesi. Un discorso che, tuttavia, era già stato abbondantemente superato.

Tanto che il 22 gennaio era stato lo stesso D’Attis, attraverso un  comunicato congiunto con il coordinatore provinciale Antonio Andrisano, a rilanciare: “Alla luce del confronto che si è avuto tra tutti i sottoscrittori della proposta di mozione di sfiducia alla Sindaca Carluccio, non ha senso aspettare la seduta di Consiglio comunale e siamo pronti a firmare, con il nostro capogruppo, le dimissioni innanzi al notaio unitamente e contestualmente agli altri 16 consiglieri. Se proprio si vuol portare la città al voto nel 2017 e non nel 2018, sciogliendo il Comune il 25 febbraio prossimo, allora è più giusto decretare la fine dell’Amministrazione Carluccio sin da subito, evitando che si possano consumare giochi di potere e di palazzo rispetto ai quali Forza Italia era e rimarrà del tutto estranea”.

 mauro

D’attis, però, ha insistito sulla possibilità di congelare le firme per andare al voto nel 2018. Ma in realtà, il forzista, che dovrebbe ben conoscere il Tuel, dovrebbe anche sapere che le firme, una volta autenticate dal notaio, entro 5 giorni al massimo devono essere depositate.  Non solo. D’Attis dovrebbe sapere anche che anche se si dovesse arrivare al Consiglio comunale per la discussione della mozione, in Assise si andrà comunque entro il 22 febbraio, scongiurando in ogni caso il commissariamento lungo.

Tornare nuovamente sul discorso, dunque, è sembrato agli altri 16 consiglieri del tutto fuori luogo. E’ così che gli animi hanno iniziato a surriscaldarsi: ne è scaturito un litigio tra Damiano Flores del Partito Democratico ed Antonio Pisanelli dell’UDC. Quest’ultimo, infatti, ha riferito delle continue pressioni che, anche in quel preciso momento, stava ricevendo da parte della maggioranza (in termini di telefonate e messaggi). E’ stato a questo punto che Flores ha detto a Pisanelli che erano lì per firmare e che non c’era più spazio per ripensamenti dell’ultima ora. Anche perché – a questo punto sì – sarebbero stati sospetti.

E’ qui che Lino Luperti – promotore e primo firmatario della mozione di sfiducia nei confronti del sindaco – ha chiesto a Marika Rollo di andar via, stufo del teatrino che si stava consumando. Sino a tarda serata, si è cercato di ricompattare il tavolo. Dopo l’uscita di Luperti, D’Attis si è detto pronto a firmare. Ma a quel punto è stato Luperti a non tornare sui suoi passi. Solo dopo un paio di ore, ci si è accordati per rivedersi nella giornata di  oggi. Si è deciso per il tardo pomeriggio, perché D’Attis ha fatto sapere che in mattinata sarebbe stato a Roma.

Tutta la città è in attesa di vedere chi sarà Uomo “di parola” e chi no.

 

Pamela Spinelli
Direttore responsabile

1 COMMENTO

  1. Complimenti sinceri per questo gran pezzo giornalistico, esaustivo e rivelatore delle distorte logiche che animano i mediocri protagonisti della malinconica commedia umana che si sta rappresentando nel teatrino della bassa politica locale. E si continua a spalare…

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