La Uilm lamenta irregolarità riguardo alcuni lavoratori impiegati in un appalto della Asl

BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo la nota della Uilm che lamenta irregolarità riguardo alcuni lavoratori occupati in un appalto della Asl.

Forse qualcuno si ricorderà di tre dipendenti che hanno manifestato, nel mese di marzo 2017, prima davanti all’Asl di Brindisi e poi davanti all’ospedale A. Perrino, perche licenziati dalla cooperativa At Work.

In realtà i Sigg. Carbonella Antonio, Di Campi Luigi e Stano Gregorio erano stati assunti da Andrea lecci della Sigea, che a sua volta li aveva dirottati verso la cooperativa At Work.

Si precisa che tra i fondatori della cooperativa At Work compare la Sig.ra Roberta Cesarotti, figlia di Ettore Cesarotti procuratore speciale della Sigea srl.

La Uilm aveva lamentato pubblicamente e anche presso l’ Asl Di Brindisi come mai in un appalto pubblico si perpetrassero delle ingiustizie verso i lavoratori senza che la stessa Asl intervenisse mai, infatti i 3 lavoratori unitamente agli altri loro colleghi non solo percepiscono una paga di 5 € e 81 centesimi lordi l’ora, ma gli stessi sono costretti a svolgere manutenzioni edili con un singolare contratto Metalmeccanico che nulla a che a vedere con quello di Federmeccanica.

Allora i dipendenti si recano presso gli uffici della Uilm e denunciano il tutto e dapprima, durante un’ assemblea sindacale si iscrivono al sondacato, poi, a dire dei dipendenti, vengono “invitati a desistere e quindi cancellano subito l’iscrizione.

La cooperativa in questione dopo poche settimane licenzia i fautori della missione sindacale sostenendo che non ci sono commesse, ma il tutto risulta non veritiero, infatti viene impugnato il licenziamento e dopo le manifestazioni di protesta appare un alrticolo su di un quotidiano locale in cui Ettore Cesarotti fa delle affermazioni che ledono i 3 lavoratori uscendo di fatto allo scoperto in quanto giuridicamente lui non sare stato legittimato a proferire parola se realmente il sub appalto della Sigea con la Coop. At Work fosse tra due vere aziende.

A questo punto i dipendenti non ci stanno, oltre al danno di essere stati licenziati anche la beffa di sentirsi additati come dei delinquenti e dei ladri, a quel punto decidono di querelare Ettore Cesarotti e quindi giovedì 13 aprile si sono recati in Procura della Repubblica per depositare l’atto di citazione e chiedere che venga tutelata l’immagine.

Alla luce di quanto sopra ora chiediamo noi, ma quando si spendono fir di milioni di Euro pubblici, ci sarà qualcuno che controlla che tutto proceda regolarmente?

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