La Regione aggiorna il Piano Energetico, si va verso la decarbonizzazione. Il prof. Magno spiega i possibili scenari

BRINDISI – La Regione ha annunciato che il Piano Energetico Ambientale Regionale adottato nel 2007 verrà aggiornato. Questo annuncio apre scenari imprevedibili in quanto non è al momento valutabile l’incidenza che lo stesso potrà avere, ad esempio, rispetto ad un’accelerazione del processo di dismissione della centrale Enel di Cerano, che secondo l’A.D. della società, Francesco Starace, dovrà avvenire entro il 2025-2030.

La disciplina normativa in campo energetico è assoggettata alla legislazione concorrente di Stato e Regione, tuttavia non esiste un Piano energetico nazionale, pertanto le singole regioni, nel rispetto dei principi sanciti dallo Stato, possono legiferare autonomamente recependo le direttive europee. Per avere un quadro più chiaro del possibile impatto del nuovo PEAR sulle politiche energetiche in Puglia – ed a Brindisi in particolare – abbiamo contattato il Professore Francesco Magno.

Professore, cosa potrà cambiare con il nuovo PEAR?

“E’ difficile fornire una risposta al momento: di certo potranno essere disciplinate le energie alternative che prima non erano contemplate, quali ad esempio quelle che provengono dai rifiuti. L’energia da fotovoltaico ed eolico, invece, è ben disciplinata nel Piano Paesaggistico Territoriale Regionale”.

A proposito di rifiuti, il nuovo PEAR potrà anche indirizzare scelte come quelle legate al progetto presentato da A2A. Qual è il suo parere a riguardo?

“Nell’incontro avuto con i vertici di A2A abbiamo espresso chiaramente la nostra posizione: non siamo abituati ad assumere posizioni preconcette e quindi attendiamo il Piano di monitoraggio, attraverso il quale potremo controllare tutte le possibili criticità legate al progetto dell’impianto di compostaggio, soprattutto rispetto alle emissioni odorifere. D’altronde, il vecchio impianto di compostaggio, in linea d’aria, dista dal centro abitato anche meno rispetto a quello che potrebbe sorgere all’interno della vecchia centrale Edipower”.

Tramite il PEAR Michele Emiliano potrà finalmente dare seguito concretamente ai suoi propositi di decarbonizzazione. Questo potrebbe accelerare i tempi di una dismissione della centrale Enel di Cerano?

“Teoricamente potrebbe, ma bisognerà capire precisamente quali indirizzi conterrà il PEAR. C’è da considerare anche che la Comunità Europea spinge verso la co-combustione del carbone con il CSS (quello che si voleva bruciare all’interno di Edipower, ndr), e questo perché il CSS non può andare in discarica ed i termovalorizzatori sono saturi; oltre alla trasformazione a gas della centrale reclamata da Emiliano, dunque, c’è anche quest’altro scenario. Enel, comunque, ha ribadito più volte di essere disinteressata a tale conversione: d’altronde bisogna considerare che il metano è pur sempre un combustubile fossile. Ed a tal riguardo non riesco a comprendere come sia possibile che nessuno si stia interessando al fatto che da Brindisi, precisamente da contrada Pignicedda, passeranno – per via della infrastruttura del TAP – circa 30 miliardi di metri cubi di gas, con tutte le ricadute ambientali del caso: possibile che nessuno rivendichi indennizzi anche per la città di Brindisi?

Aggiungo che parlare di decarbonizzazione significa anche controllare e contingentare le emissioni di carbonio tout court, non solo quelle legate al carbone, che è comunque giusto eliminare dalle politiche energetiche regionali”.

In definitiva, quali scenari preconizza per la centrale Enel?

“A mio avviso la Regione adotterà il proprio PEAR ed Enel, non essendoci un Piano energetico nazionale, adirà la Corte di Giustizia Europea, la quale si esprimerà sulla legittimità degli indirizzi regionali”.

 

 

 

Andrea Pezzuto
Redazione

LASCIA UN COMMENTO