La nuova offerta culturale del TeatroDellePietre: filo conduttore della stagione “l’attesa”

Il TeatroDellePietre torna a Brindisi per presentare ufficialmente la propria offerta culturale in città per il 2019.
Supportati da Enel, attenta alle proposte culturali a Brindisi fin dai tempi del progetto “Dentro/Fuori: carcere & dintorni, che ha visto la compagnia teatrale agire nella Casa Circondariale di Brindisi, il Teatrodellepietre si prepara per offrire alla città una serie di appuntamenti teatrali.
Il progetto “Voce, luci & ombre” ogni anno “indossa” un tema differente attorno al quale ruotano i reading e le performances teatrali. Quest’anno il filo conduttore sarà l’attesa. Ma di cosa?
“Cominceremo oggi 23 gennaio nella Chiesa dei Cappuccini, vicino all ex ospedale Di Summa con la performance “DecaDance” alle ore 20 per raccontare questa specie di medioevo che stiamo vivendo oggi. In attesa di tempi migliori, denunciamo la crisi generale che l Italia, anzi l Europa, sta vivendo” spiega una nota.
L’ingresso è libero con contributo €5 ma occorre prenotazione al 327.3928001
“Un boato di cose fa da sfondo alle nostre vite. Tutto ci esplode addosso. È una guerra tra gli ultimi quella che si sta attuando, una guerra tra nuovi poveri che include ogni cosa. In queste battaglie quotidiane combattute sui social e che includono ogni forma di comunicazione, il “pensiero sociale” sembra non essere più di alcuna utilità. Oggi funziona la persona che urla di più, l’attacco volgare e becero, il grido di guerra del selvaggio, l’istinto, l’individualismo : le televisioni, la politica e i giornali sembrano essere solo lo specchio del più.
In DecaDance, che è il titolo della prima performance, racconteremo e balleremo la decadenza, il medioevo dei sentimenti, l’incertezza politica e sociale mescolando presente, passato e futuro.
È come se perdessimo quotidianamente la minaccia di un pericolo incombente, i tg ci abituano al peggio e viviamo costantemente nella paura e nel rancore.
Tutto sembra essere invischiato in un pensiero nero, ci sentiamo infelici e siamo corruttibili tutti, occupati a difendere il piccolo spazio di mondo che pensiamo ci spetti. Nessuna spettacolarizzazione, il reading si concentra sull’aspetto poetico e sceglie le parole più calme per descrivere una società ossessionata dall’apparire e dalla posizione sociale, concentrata nella sua auto rappresentazione narcisistica, per ribadire una purezza e bontà di intenti solo ostentata ma mai sentita davvero.
Ci imbellettiamo e imparrucchiamo per nascondere i nostri malesseri: la “luccicanza” abbaglia ma lo specchio che inganna, perché la luce non farà altro che evidenziare i nostri difetti.
A una crisi dei valori rispondiamo con un teatro della crisi: morale, religiosa, di costume. Tutti i riferimenti sono cambiati, anzi non abbiamo più riferimenti, e ci siamo impoveriti: economicamente, culturalmente, socialmente. Le prospettive sono pessime per tutti. Ogni forma di pensiero sembra essersi annullata.
Il nuovo non avanza, il nuovo arretra, e si inoltra dentro un Medioevo dei sentimenti con poca umanità in cui il valore della vita è sceso ai minimi termini.
Siamo diventati insensibili emotivi. Se è vero che i social ci hanno trasformato in feroci giudici – e ci indigniamo per ogni cosa nascosti dagli schermi dei nostri tablet criticando quanto ci circonda – è anche vero che non troviamo però mai il coraggio di agire davvero. La società sembra andare dritta verso un abbrutimento sempre più totale, siamo sempre più soli.
Abbiamo tutti paura. Il nuovo è diventato una minaccia, il nuovo non ci interessa più, ci spaventa. Rivogliamo indietro le nostre sicurezze. La realtà attorno fa paura. Ovunque sorgono nuovi muri: reali o scritti e disegnati sulle nuove mappe sociali.
Il teatro è quel luogo – non fisico – fuori dalla realtà eppure intriso di essa, una dimensione a cui si accede attraverso l ascolto, che poi è il modo più immediato per fruire di quello spicchio di bellezza nascosto dentro di noi dato dall’immaginazione e dalla fantasia. A “teatro” ci andiamo per sentire.
In DecaDance mettiamo in scena tutte le nostre contraddizioni ed idiosincrasie per raccontare questo presente confuso. Senza giudizio. Confidando in un futuro migliore. E chissà, essendo la rassegna in divenire, che alla fine non ci sia proprio quel futuro ad attenderci. Quel futuro che auspichiamo per tutti fatto di amore, bellezza, rispetto e tolleranza.

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