BRINDISI – L’immagine finale di uno stremato e commosso Brian Randle portato in trionfo dai tifosi è quella che meglio racchiude le emozioni vissute all’interno del PalaPentassuglia. Il giocatore si è congedato da Brindisi e dal basket giocato come meglio non avrebbe potuto, confermando ancora una volta la grande umanità e professionalità – prima ancora del grande talento – che lo hanno reso un campione del basket europeo.
Ma la vittoria ottenuta contro Bologna nasconde tante altre storie, come quella del ritorno del folletto Nic Moore, che oltre ad aver trascinato la squadra alla vittoria con i suoi 26 punti, ha dimostrato di essere cresciuto in personalità e leadership, qualità che lo staff tecnico accoglie come manna dal cielo.
E poi è stata la vittoria di Dell’Agnello, perché la sua difesa a zona match up ha letteralmente irretito l’attacco della Virtus. Il coach livornese ha cavalcato questa variante tattica per gran parte dell’incontro, speculando sulle pessime percentuali al tiro da fuori dei bolognesi (la presenza di un lungo in punta ha spesso costretto gli avversari ad alzare la parabola di tiro) ed al contempo riuscendo a togliere il gioco in pick&roll e quello interno agli uomini di Ramagli. Vedere la squadra negli ultimi minuti di gioco involarsi ripetutamente in contropiede, poi, ha rappresentato un’autentica liberazione, ed i 23 punti realizzati nell’ultimo periodo confermano la bontà del lavoro svolto dai giocatori e dallo staff.
Nelle pieghe della partita è nascosta un’altra storia da raccontare, quella di Marco Cardillo da Benevento, giunto nella massima serie a 30 anni ma capace di dominare mentalmente e fisicamente Alessandro Gentile: una delle chiavi di lettura della vittoria ottenuta dalla Happy Casa è da ascrivere proprio alla clamorosa difesa del capitano brindisino.
Ed una menzione la merita anche Obinna Oleka, il quale, seppure sia stato messo – a giusta ragione – sulla graticola da tutto l’ambiente, è sceso in campo con un ardore, quasi una ferocia, che lo hanno portato a catturare 9 rimbalzi e ad effettuare 1 stoppata in 8 minuti di gioco. Certo, le lacune tecnico-tattiche continuano ad essere evidenti, ma per la prima volta Oleka ha messo in campo quanto richiestogli, ovvero energia e rimbalzi.
Infine, ma non meno importante, è stata la vittoria del pubblico e della società.
Il primo ha trasformato ancora una volta il PalaPentassuglia in un’autentica bolgia, e dopo un ruolino di marcia da 1 vittoria e 6 sconfitte, davvero poche tifoserie sarebbero riuscite a fare meglio di quella brindisina. Il calore riservato a Brian Randle attraverso striscioni, cori ed applausi, poi, non ha costituito altro che la ciliegina sulla torta di una domenica da 10 e lode sugli spalti.
La seconda, invece, dopo tanti sforzi compiuti e tanti bocconi amari mandati giù è stata finalmente ripagata, seppure in parte, da una cascata di emozioni che solo una partita di basket è in grado di regalare. E gli sforzi della società non finiscono qui, perché già dalla gara di Sassari in programma tra 15 giorni il roster biancazzurro potrebbe impreziosirsi della presenza di un lungo che, nei piani dello staff, dovrà provare a cambiare l’inerzia della stagione biancazzurra.
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Andrea Pezzuto Redazione |