BRINDISI – La giornata di ieri è stata l’occasione per vedere presso la Piazza della Vittoria in Brindisi tanti uomini e donne testimoniare la loro sensibilità verso un problema che sta passando nei media solo attraverso le cronache nere: la violenza sulle donne non vista solo come violenza fisica, ma violenza in tutte le altre manifestazioni che comunque incidono sulla psiche e sulla libertà di pensiero ed azione.

Il linguaggio utilizzato dai media e il giudizio su chi subisce violenza, su come si veste o si diverte, è una aggressione nell’aggressione. Così come il ricondurre questi drammi a questioni etniche, religiose, o a numeri statistici, toglie senso alla tragedia e al silenzio di chi l’ha vissuta.

Quella per cui ieri la CGIL è scesa in oltre 100 piazze d’Italia è la Mobilitazione recante lo slogan RIPRENDIAMOCI LA LIBERTA’, per manifestare contro la violenza sulle donne perpetrata con ogni mezzo,  contro la depenalizzazione dello stalking e contro la narrativa con cui stupri e omicidi diventano un processo alle vittime.

Contestualmente veniva sottoscritto dai presenti un appello, disponibile anche online e che può essere sottoscritto da ognuno di Voi semplicemente digitando il titolo dell’appello, che sino ad oggi ha raccolto oltre 12 mila adesioni in tutta Italia, il cui testo è : “Avete tolto il senso alle parole” e chiede a tutti coloro che possono e vogliono, siano essi uomini, politica, media, magistratura, forze dell’ordine,  mondo della scuola e della cultura in senso ampio,  di cambiare rotta,un cambiamento sul linguaggio che riguarda la violenza di genere. Soprattutto da quando, anche attraverso i social, sono aumentati i commenti che offendono le donne per quello che indossano o per i modi di vivere.

Pochi giorni fa la Puglia è stata triste protagonista dell’ennesima violenza che ha colpito mortalmente due ragazze: Nicolina e Noemi.

Questo tipo di cronache sono ormai sempre più frequenti, per questo dobbiamo prendere le distanze da coloro che rendono il problema una strumentalizzazione per motivi estranei e non cercano di arginare ciò che sta a monte: una cultura ed un pensiero distorto e malato.

Anche narrare del problema deve essere oggetto di revisione, se la cronaca di una tortura non porta alla specificazione delle singole azioni compiute, perché mai se l’oggetto della violenza è lo stupro si deve entrare in particolari morbosi e malati, che magari, oltre a ferire ancora una volta la vittima,  possono anche sviluppare – in gente non solida mentalmente – emulazioni a catena.

Inoltre, si è inteso ribadire la gravità della depenalizzazione dello stalking, decisa dal Parlamento, che potrà essere scontato in alcuni casi pagando una multa. Siamo alla inciviltà conclamata!

Una delle compagne ieri nella manifestazione tenutasi a Roma ha concluso così il suo intervento:

“ Vogliamo pari dignità, la libertà di uscire e vestirci come vogliamo, di avere un figlio senza essere licenziate, di lasciare il nostro compagno senza venire uccise. E quando vi chiedono come ci vestiremo quest’inverno, mi piacerebbe rispondere che ci vestiremo di libertà”.

Per questo motivo ieri a Brindisi c’erano tanti cittadini, tutti con qualcosa di rosso addosso  ed ognuno di loro intendeva testimoniare la propria vicinanza al problema e la voglia di restituire libertà  a chi la violenza l’ha subita , oltre che dimostrare tutto il proprio dissenso per tutto ciò che viene dopo aver subito uno stupro, e rappresenta di fatto l’ulteriore violenza nella violenza.

Il segretario generale Antonio Macchia

La segretaria provinciale Filomena Schiena

 

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