Inchiesta porto, il Riesame accoglie in parte il ricorso del Pm: sospensione di 8 mesi per il Presidente Patroni Griffi e per il funzionario Di Leverano

LECCE – Il Tribunale del Riesame di Lecce ha accolto in parte il ricorso presentato dal sostituto procuratore  Raffaele Casto, il pm di Brindisi che aveva chiesto l’arresto ai  domiciliari o, in subordine, la misura interdittiva dall’incarico per un  anno per Ugo Patroni Griffi (indagato per falso in atto  pubblico per induzione nella procedura relativa alla realizzazione della recinzione di via Del Mare a Brindisi) e lo ha sospeso per otto mesi.

Stessa sorte è toccata anche all’ing. Francesco Di Leverano, funzionario dell’Authority.

Griffi, stando al Pm Casto, avrebbe indotto il Comune (commissariato dopo la caduta della amministrazione Carluccio) a revocare l’ordinanza con cui si intimava la sospensione dei lavori per la recinzione di via del Mare, dopo una transazione tra i due Enti che prevedeva la realizzazione di alcune opere e la rinuncia al contenzioso amministrativo tra Comune ed Authority, con quest’ultima che aveva ottenuto la sospensiva dell’ordinanza emessa.

Di Leverano, invece, risponde di frode in pubblica fornitura. L’inchiesta conta complessivamente 13 indagati, tra tecnici e funzionari. Tra questi, anche l’ex sub commissaria Mariangela Danzì. La decisione del Riesame resterà sospesa finché non sarà definitiva.

In merito a questa storia, va senza dubbio ricordato che il Consiglio di Stato, entrando nel merito, aveva sospeso per intero l’ordinanza del 20 dicembre 2016 prot. n.108858 del Comune di Brindisi, con la quale l’Amministrazione aveva ordinato alla stessa Autorità portuale di sospendere le opere di recinzione in corso lungo la via del Mare, di  ripristinare immediatamente lo stato dei luoghi e di rimuovere le opere realizzate, in quanto abusive.

Nello specifico, il Consiglio di Stato aveva definito illegittima l’ordinanza comunale in quanto la demolizione della recinzione avrebbe privato Brindisi del porto, rilevando che “la via del Mare nella città di Brindisi è una strada urbana dall’approssimativo andamento nord/sud, che corre per circa un chilometro e mezzo dalla piazza Vittorio Emanuele alla via Spalato, e separa il centro urbano, alla sua destra, dalle acque del porto, con i relativi impianti, che si trovano alla sinistra. Nel quadro di una complessiva riqualificazione del locale “waterfront”, ovvero del lungomare da essa rappresentato, è stato previsto di intervenire, a cura dell’Autorità portuale, su una recinzione che, estendendosi parallela alla via per tutto il suo tracciato, ha il fine di sicurezza di separare la zona doganale dal resto della città”. 

La recinzione, in sintesi, si rende necessaria perché il porto possa funzionare regolarmente e, di conseguenza, si legge nella sentenza del Consiglio di Stato, “all’esame caratteristico della fase cautelare, l’interesse dell’Autorità portuale alla piena operatività dell’infrastruttura va tutelato con carattere di prevalenza”.

La recinzione, in sintesi, può essere sostituita, ma mai eliminata (senza che ce ne sia una più o meno similare), altrimenti nessuna nave potrebbe attraccare nel porto interno di Brindisi. la posizione di nac (che ha fatto l’esposto) è appunto questa rimuovere la recinzione e trasferire tutto il traffico al porto esterno.

Il Pm Casto, invece, sostiene che l’ordinanza di revoca sarebbe sbagliata e che, pertanto, il Comune avrebbe commesso un falso, indotto in questo dalla famosa transazione tra Autorità Portuale ed Amministrazione comunale.
Ma a questa tesi, la risposta viene già dal Consiglio di Stato con il suo pronunciamento, quando afferma che la recinzione era necessaria per questioni di sicurezza.
Ad ogni modo, la decisione del Riesame resta sospesa finché non sia ritenuta definitiva.
Le motivazioni saranno depositate nel termine di 30 giorni.

 

Pamela Spinelli
Direttore responsabile

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