Il Prefetto di Brindisi.

Ho dichiarato stima e simpatia per il Prefetto di Brindisi a seguito delle dichiarazioni rilasciate alla stampa in occasione del suo insediamento nella città: ebbi ad avvertire la sensazione che l’Uomo avrebbe contribuito in maniera determinante per la impostazione e possibilità di soluzione dei numerosi e gravi problemi che la classe politica ed amministrativa brindisina aveva creato. Ho prestato attenzione all’attività istituzionale del Prefetto e rilevo oggi, in occasione della nota di commiato rilasciata a termine dell’incarico del commissario prefettizio dr. Santi Giuffrè, la non comune classe di un Uomo di Stato di saper parlare alla cittadinanza e agli amministratori, che dovranno reggere le sorti del Comune, con il cuore e senza infingimenti sugli obiettivi raggiunti e da raggiungere per una “diversa” Brindisi, suggerendo, persino di maggiormente seguire le questioni relative alla Scuola ed ai giovani e alla rigorosa osservanza delle “regole”.    Ed è proprio su quest’ultimo argomento che oso, molto sommessamente e in disparte da inesistenti toni professorali o di gretta saccenteria, osservare la necessarietà di qualche precisazione. Non sono da ritenere detrattori  coloro che si ostinano a rilevare caparbiamente e de visu l’inosservanza delle norme che regolano la complicata gestione di un Ente Locale, anzi ciò serve a riavvicinare istituzioni e cittadini a quell’Organo di Governo e al suo rappresentante che è la inossidabile forza di mantenimento per la rigorosa osservanza della normativa vigente. E’ di tutta evidenza che le positive e rilevanti azioni poste in essere in regime commissariale non  possono e non devono essere offuscate da provvedimenti di dubbia regolarità e trasparenza: vi sono legittimi rimedi per sanare amministrativamente detti atti ed è in tal senso che ben può essere svolta la funzione del Prefetto. Non appaiano, la osservazione sulla non osservanza (absitiniuraverbis) delle regole su alcuni provvedimenti o la diversità di vedute complessive su problematiche dell’Ente (situazione finanziaria del Comune e società partecipate, debiti fuori bilancio di enorme portata) o la non condivisione della procedura seguita per i pareri espressi dal Collegio dei Revisori, atti di intralcio alla normale attività della Amministrazione, ma correttamente azioni mirate a quella osservanza di legalità e trasparenza da più parti auspicata.In buona sostanza, se vi sono, come presumo esservi, delibere adottate in buona fede nel non rispetto delle regole e della trasparenza le stesse vanno immediatamente riviste e riportate a norma. A tale riguardo e per economia di tempo si suggerisce la lettura degli ultimissimi atti datati, 21-25-27 c.m.,  adottati dal commissario in cui più visibili sembrano emergere le discrasie amministrative rapportate al rispetto delle regole. Un solo ed unico accenno va fatto sulla questione dei debiti fuori bilancio che, sia chiaro, se illegittimamente riconosciuti non potranno ricadere sui cittadini. Dovrebbe essere noto che la formazione di debiti fuori bilancio, in quanto evento eccezionale, costituisce una irregolarità contabile e deve essere necessariamente accompagnata da un motivato parere dei Revisori sulle delibere di riconoscimento del debito che non avviene in automatico e richiede la eventuale individuazione di responsabilità dei funzionari non essendo ammissibile la generica dichiarazione di responsabilità dell’apparato. Conseguentemente di difficile comprensione appaiono le recenti deliberazioni di debiti fuori bilancio distinte dai nn. 60-62 e 63, adottate appena due giorni addietro nel non rispetto della normativa e peraltro prive di parere motivato del Collegio dei Revisori.Ma non basta. Anche debiti fuori bilancio possono rilevarsi dalla mancata opposizione a numerosi giudizi per decreti ingiuntivi intentati nei confronti dell’Ente  e per non parlare delle ingenti somme milionarie conseguenziali  all’eventuale chiusura negativa delle azioni di contenzioso in atto che porterebbe a registrare la voce debiti fuori bilancio a cifra da capogiro. Questa situazione non può essere avulsa dallo stato generale del Comune laddove viene ritenuto inopportunamente non allarmante il quadro finanziario dell’Ente e delle sue partecipate sicchè piaccia o non ai nuovi amministratori l’obbligo di affrontare prioritariamente detta problematica.

Franco Leoci

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