“Il Pinocchio del depuratore”

La sera del 29 marzo nella sala del Consiglio comunale di Avetrana ha avuto luogo un incontro dei comitati e dei movimenti che chiedono la delocalizzazione del Depuratore consortile Manduria-Sava. Tra gli altri era presente anche Giuseppe Coco, coordinatore cittadino di Manduria di IDEA. All’esposizione del consigliere regionale Francesca Franzoso, cui va riconosciuto il merito di essere stata l’unica tra i consiglieri regionali del territorio a sentire l’obbligo di partecipare, che ha sostenuto sia la necessità immediata di realizzare il depuratore sia che nel rispetto delle norme deve per forza avere lo scarico in un corpo idrico superficiale e dunque a mare, Giuseppe Coco ha fatto rilevare che corpi idrici superficiali sono anche le lame, ossia quei canali erosi dall’acqua in ere geologiche precedenti e che pertanto vi si può scaricare rispettando pienamente le norme come accade in tante città italiane ubicate a centinaia di chilometri dal mare e privi di fiumi. Coco ha fatto rilevare anche come sia in capo al Presidente della Regione Puglia la responsabilità massima di aver innescato la polemica tra le popolazioni interessate (Sava – Manduria – Avetrana) senza essere riuscito finora a far redigere ed approvare un progetto rispettoso delle norme, che preveda la realizzazione di un depuratore lontano dalla costa almeno cinque chilometri per scongiurare ora e per sempre qualsiasi forma di scarico a mare, neppure quella emergenziale che emergenziale non sarà. l’AQP e la Regione, secondo l’esposizione di Coco, dispongono di un unico progetto approvato e munito di parere favorevole sulla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), infatti, tutti gli studi di fattibilità successivi elaborati sulla base delle promesse elettorali di Emiliano (Buffer, bacini di filtrazione e quant’altro), costituendo scarico sul suolo a meno di 2,5 Km. dal mare, in sede di nuova VIA hanno ricevuto una sonora bocciatura da parte dell’Autorità Regionale di Gestione del Servizio Idrico Integrato e il richiamo al rispetto delle norme del D.Lgs. 152/2006 da parte del Ministero competente. Stando così le cose, la decisione della Regione di riprendere al più presto i lavori si giustifica soltanto se da parte di Emiliano, all’opposto di quanto promesso ai cittadini di Manduria e Avetrana e assecondando il legittimo interesse dell’appaltatore e dei tecnici coinvolti nella progettazione e direzione dei lavori, è stato deciso di portare a termine il progetto già appaltato e dunque con il depuratore a Urmo e lo scarico a mare, sia pure con la piena consapevolezza che non sarà solo emergenziale dato che ad oggi non sono stati stanziati fondi per la realizzazione del sistema di convogliamento delle acque reflue depurate in agricoltura per mezzo del Consorzio di Arneo e che qualunque progetto che preveda trincee, buffer, bacini di filtrazione e quant’altro a meno di due chilometri dal mare non potrà mai essere ritenuto idoneo e validato poiché in contrasto con l’attuale quadro normativo. Per queste ragioni, continua Coco, il Movimento IDEA si è schierato dalla parte della gente che chiede la delocalizzazione al punto che, su sollecitazione del suo presidente provinciale avv. Salvatore Fuggiano, il senatore Quagliariello, con atto n. 4-01495 pubblicato il 28 marzo nella seduta n. 104, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e noi di Manduria abbiamo dichiarato e chiediamo ai nostri concittadini di partecipare convintamente al raduno previsto in Piazza Garibaldi il prossimo 7 aprile alle ore 20:00 per manifestare sia contro la localizzazione del depuratore a meno due chilometri dal mare, a circa 400 metri dalle prime sorgenti del fiume Chidro e a ridosso delle case di Urmo, e di quelle della fascia costiera di Manduria sia contro chi fa politica prendendo in giro la gente ed indossando strumentalmente magliette con la scritta “NO SCARICO A MARE”.

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