“I suoni della Devozione” diretta e ideata da Roberto Caroppo dal 1999, una rassegna con oltre sessanta esclusivi concerti da tutto il mondo, che rientra da diversi anni a pieno titolo nelle iniziative previste dal Comune di Brindisi per il periodo del Natale è stata esclusa quest’anno dal programma delle iniziative per il Natale
I suoni della devozione è un prestigioso festival internazionale che si è svolto nelle chiese storiche della città di Brindisi, dedicato al periodo dell’Avvento che nel corso del tempo ha rappresentato un raffinato e affollato suk musicale, un crocevia di linguaggi, anche di quelli meno conosciuti e più lontani, patrimonio immateriale della tradizione del mondo.
Voci di popoli attraversati dai conflitti e la loro capacità di trasformare in sublimi canti le ferite, sono stati ospiti della rassegna dividendo con un pubblico sempre più numeroso e fidelizzato l’emozione più grande di concerti per i quali è stato scelto il nostro tempo del Natale: Rozaneh (Iran), Dijvan Gasparyan (Armenia), Martin O’Connor (Irlanda), Karen Matheson Band (Scotland), Janet Arbison e Belfast Harp Orchestra (Irlanda), Maire Ni Chatasaigh (Irlanda), Shine (Scotland), Timna Brauer e Elias Meiri (Yemen-Israele), Orchestra araba di Nazareth (Israele/Palestina), Kathryn Tickell band (Inghilterra), Savina Yannatou e Primavera en Salonico (Grecia), Silvia Malagugini e la Compagnia Nona Sima (Francia), Dave Swarbrick (Inghilterra), Zar (Danimarca), Moni Ovadia, Ensemble Micrologus, Peppe Barra e Lino Cannavacciuolo, Enzo Avitabile, Luigi Lai e Baba Sissoko, Elena Ledda, Theatrum Instrumentorum, Chominciamento di Gioia, Musica Officinalis, Gianni Perilli, Solis String Quartet, Alice, Antonella Ruggero e Arkè String Quartet, Ambrogio Sparagna, La Confraternita de Musici, Franca Masu e Fausto Beccalossi, Peppe Servillo, Nafra (Malta), Robin Brown and the Triumphant of Delegation (U.S.A.), Grainne Hambly Billy Jackson (Irlanda), Hevia (Asturie,Spagna)e Blackvoices (Inghilterra), Michele Gazich, Quintana Ensemble del Mediterraneo, Raffaello Simeoni con Gabriele Russo e Goffredo Degli Esposti di Ensemble Micrologus, Michele Gazich, Trio Fassler-Kolbener (CH) e in ultimo lo scorso anno il prestigioso trio femminile Lamorivostri, la più importante voce popolare della Puglia Maria Moramarco e Uaragniaun e dalla Notte della Taranta Enza Pagliara accompagnata da Dario Muci e Marco Bardoscia, Raffaello Simeoni, Patrizia Bovi, Leah Stuttard, Arturo Stalteri, Sancto Janne, Claudio Prima & Progetto Se.Me, La Manticora, Jodel-Duett Kiser-Hodel, Il Duo Rocca-Benigni e dal Libano Lamia Yared.
Questo il programma proposto all’Amministrazione comunale di Brindisi per il 2024
InUnum Ensemble
il canto di Hildegard von Bingen
Elena Modena – voce, arpa medievale, lyra, viella grande, percussione
Ilario Gregoretto organo portativo, flauti diritti, cialamello, organistrum, campane
InUnum ensemble è sorto nel 2003 e fa capo al Centro Studi Claviere di Vittorio Veneto (Treviso). Si dedica al repertorio sacro occidentale dei secoli XII-XV, producendosi in luoghi di rilievo artistico e pregnanza spirituale, in particolare in Italia, Austria e Germania. L’ultimo CD, edito da Tactus nel 2021, “La leggenda di Vittore e Corona nei codici del Medioevo”, in formazione a quattro elementi (Caterina Chiarcos, Elena Modena, Anna Passarini, Ilario Gregoletto), è stato recensito molto favorevolmente sulle riviste «Musica» (ottobre 2021), «MusicWeb international» e «Early Music Review» (aprile 2022). Tra i numerosi programmi a tema, tre monografici sono dedicati a Hildegard von Bingen: L’invisibile rivelato: il manifestarsi della santità profetica di Ildegarda di Bingen, sulla proiezione integrale delle miniature del Lucca-Kodex (Ms. 1942, Biblioteca Statale, Lucca); Aurea materia, sulla proiezione di miniature dallo Scivias-Kodex (Eibingen, Abtei St. Hildegard); Nello specchio di Ildegarda, concerto multimediale e coreutico (con danze in cerchio create da Carolina Botti sulle musiche di Ildegarda). In formazione a due (Elena Modena, Ilario Gregoletto) ha inciso due CD con canti di Hildegard von Bingen: Divina dulcedo et laudatio (2013, CSC003) e Il canto di Ildegarda (2020, CSC004). Il primo è legato al volume degli Atti del convegno nazionale “Ildegarda fra il suo e il nostro tempo”, realizzato a Vittorio Veneto nel 2012 nell’ambito del ciclo di convegni “Mistica, Musica e Medicina” ideati da Elena Modena, che nel 2024 giunge alla XIII edizione con il titolo “Nel carisma di Ildegarda”. Su invito della St. Hildegard-Akademie Eibingen, l’ensemble si è esibito nel 2022 a Roma, presso la chiesa di Santa Maria dell’Anima, e a Bingen, presso l’Abtei St. Hildegard, in occasione del Giubileo di Santa Ildegarda, nei dieci anni dalla proclamazione della Santa a Dottore della Chiesa. Fra i secoli XII e XIV il Medioevo nasce un repertorio musicale che, pur essenzialmente legato al contesto liturgico, è frutto di una creatività nuova rispetto alla grande tradizione gregoriana. Ai numerosi codici europei conservati si affiancano le prime composizioni d’autore, a partire da una donna consacrata di qualità eccezionali, Hildegard von Bingen, in un tempo che segna l’ampliarsi del repertorio grazie alla fiorente poesia religiosa coeva. Stili e forme diverse che si intrecciano al canto di Ildegarda, prima musicista nota in Occidente: il suo ampio repertorio liturgico, pregno di fervore contemplativo, tocca temi e figure salienti, che fanno da trama a questo percorso. Vi si alternano brani devozionali e di riflessione teologica in forma sia strofica sia narrativa; la tessitura polifonica, sino a tre voci, è realizzata con il sostegno di strumenti medievali a corda e ad arco, a fiato e a percussione, di cui è presente ampia testimonianza nella documentazione iconografica del tempo e molto significativamente negli scritti della stessa Ildegarda.
L’Orchestrona della scuola di musica popolare
di Forlimpopoli
Viaggio nella musica popolare e non….
L’Orchestrona della Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli è un progetto che nasce oltre una ventina di anni fa da un’idea di Davide Castiglia, oggidirettore dell’ensemble, e che incarna in se molti degli aspetti e delle finalità proprie alla Scuola Forlimpopolese.
Si tratta di una formazione assolutamente atipica, una commistione ben riuscita tra una banda e un’orchestra che non è in realtà nessuna delle due e che, negli ultimi anni, si è trasformata, nella struttura e nel repertorio, fino a diventare una straordinaria macchina da ballo folk.
Ma la musica popolare non è solo uno strumento per far muovere i piedi, fisarmoniche, violini, violoncelli, contrabbassi, cornamuse, flauti, chitarre e percussioni con le loro voci, i loro timbri sollecitano anche le orecchie e il cuore, e soprattutto il suono acustico di questi strumenti puo’ esplorare qualsiasi tipo di musica dando nuova interpretazione in ambiti anche molto lontani dal suo genere.
L’Orchestrona è e vuole essere tutto questo per farsi ambasciatrice della bellezza e della ricchezza delle musiche, degli strumenti e dei repertori di tradizione popolare e…………..non.
Arturo Stàlteri
THE SNOW IS DANCING
Arturo Stalteri è un pianista compositore e storico conduttore di Rai RadioTre che ha alle spalle anni di carriera a cavallo fra la musica colta, le esperienze minimaliste e quelle del progressive italiano con i Pierrot Lunaire. Molte sono le sue collaborazioni sia con artisti internazionali come Roger Eno, Alvin Curran, Harold Budd e David Sylvian sia con italiani come Grazia Di Michele e Rino Gaetano.Il concerto di Arturo Stàlteri è un omaggio alla neve, alla sua impalpabilità, alla sua purezza.
Prendendo spunto dall’omonima composizione di Claude Debussy (che chiude il recital), il pianista romano percorre un cammino, diafano e imperturbabile, in cui il pianoforte diviene diario di emozioni e stupori. Ma THE SNOW IS DANCING è anche un omaggio alla magia del Natale.
Stàlteri infatti non si negherà il piacere di interpretare alcune melodie ispirate alla fertile tradizione della festa più bella dell’anno.
Alcuni momenti: The Snows of Caradhras, omaggio al Trilogia IL SIGNORE DEGLI ANELLI, antica passione di Arturo.
Falling Snow, ovvero lo scendere silenzioso della neve,Land of Icicles, una visita alla terra delle stalattiti di ghiaccio, Come la Neve, breve canto fiabesco. Hans im Schneesturm, ispirato al libro di Thomas Mann LA MONTAGNA MAGICA e, ancora: Christmas Day, scritta dallo stesso Stàlteri, e Away in a Manger, tradizionale.
GINEVRA DI MARCO E FRANCO ARMINIO
È STATO UN TEMPO IL MONDO
accompagnati da Francesco Magnelli e Andrea Salvadori
Ginevra Di Marco, fra le più raffinate interpreti del panorama italiano, nel suo percorso artistico incrocia volti, suoni, memorie, fa suoi canti in lingue diverse, si confronta con artisti italiani e internazionali in un continuo scambio musicale e umano.
Le canzoni di Ginevra Di Marco, che interpreta i testi sociali e civili della musica folk e popolare, così come canzoni della sua storia personale fonde il suo universo interpretativo con le poesie di Franco Arminio, creando un nuovo spettacolo. “È stato un tempo il mondo”, verso di una canzone dei CSI, dà il titolo alla serata per ricordarci cosa è stato il mondo e cosa sta diventando, attraverso canzoni popolari, poesia popolare, canzoni d’autore, momenti intimisti e di festa.
Franco Arminio è nato e vive a Bisaccia, in Irpinia d’Oriente. Ha pubblicato molti libri, che hanno raggiunto decine di migliaia di lettori. Ha guidato molte azioni contro lo spopolamento dell’Italia interna e ha ideato la Casa della paesologia a Bisaccia e il festival La luna e i calanchi ad Aliano.
“Siamo vicini nello sguardo sulla vita, l’essere sensibili al silenzio, ai margini, al non clamore, alla bellezza dei paesi abbandonati, al sacro che ci sta intorno e che la nostra vita frenetica non contempla più, visioni che invece sentiamo essere motivo e scopo, tra gli altri, della nostra musica.
Franco Arminio è nato e vive a Bisaccia, in Irpinia d’Oriente. Ha pubblicato molti libri, che hanno raggiunto decine di migliaia di lettori. Da anni viaggia e scrive, in cerca di meraviglia e in difesa dei piccoli paesi; è ispiratore e punto di riferimento di molte azioni contro lo spopolamento dell’Italia interna. Ha ideato e porta avanti la Casa della paesologia a Bisaccia e il festival “La luna e i calanchi” ad Aliano. È collaboratore di diverse testate fra le quali il Corriere della Sera, è documentarista e attivo in battaglie civili, come la lotta contro la chiusura dell’ospedale di Bisaccia e la creazione di discariche in Alta Irpinia. Ha scritto numerosi libri e ha vinto diversi premi (Stephen Dedalus, Primo Levi e Volponi) e realizzato alcuni film.
Si autodefinisce paesologo, rappresentante-creatore di questo modo di vedere l’uomo come vittima di un processo in cui la chiesa, il capitalismo e l’inquinamento condividono la responsabilità del farci credere che bisogna sempre correre per raggiungere qualcosa, quando invece tutto quello che ci serve è già qui a portata di mano.
ZAMPOGNERIA
Suoni per l’avvento
Pietro Cernuto
voce – flauti e doppi flauti – zampogna a paro – tamburello
Alessandro Mazziotti
flauti e doppi flauti – bombarda – ciaramella – zampogna di canna, zampogne a chiave, zoppa, gigante – cornamuse – cromorni – voce
Marco Tomassi
Zampogne e sordellina
Zampogneria è un ensemble composto da tre musicisti che, dopo aver acquisito un solido bagaglio tecnico-culturale, soprattutto nel campo della musica popolare, frutto di anni di ricerca effettuata direttamente sul campo e di una intensa attività concertistica svolta con le più svariate formazioni, sia in Italia che all’Estero, si uniscono per dar vita a un progetto particolare e forse unico nel suo genere. L’ensemble propone uno spettacolo originale in quanto saperi, tradizioni e culture millenarie, si incontrano con nuovi linguaggi musicali in cui si allarga l’orizzonte delle opportunità e i “suoni della memoria” possono contribuire a comporre la musica del nostro futuro. La particolarità del progetto sta nel fatto di pensare al futuro degli strumenti tradizionali mantenendo ben salde le radici del passato e operare una innovazione della/nella tradizione in modo “eco compatibile”, ovvero, sperimentando modalità esecutive tradizionali sia in ambito di musica antica che in generi musicali moderni e/o urbani, senza per questo, modificare gli strumenti originali. Vari strumenti quali zampogne, zampogna e cornamusa, zampogna e voce, zampogna e flauto, doppi flauti, marranzani, duo di voci, e tante altre combinazioni, si alternano tra loro durante l’esecuzione dei diversi brani proposti in concerto, arrangiati e curati dagli stessi componenti del gruppo. Il repertorio comprende e alterna arrangiamenti di brani appartenenti alla musica di tradizione popolare italiana in genere, cercando di mettere in evidenza soprattutto i diversi stili e linguaggi rintracciabili nei molteplici balli, nei ritmi e nei canti, radicati nelle culture musicali dell’Italia, culla del Mediterraneo.
Sonantiqua si è esibita in importanti festival nazionali e internazionali quali:
Festival di Strasburgo;
Spello Splendens;
Festival di Chambord;
Festa di San Quintino a Yvelines;
Istituto Culturale Italiano di Strasburgo;
Les allées chantant de l’Isère (Francia);
Musée de l’Ancien Evèché di Grenoble;
Museo Hector Berlioz di La Cote Saint André;
Museo d’Arte Sacra Contemporanea di Saint Pierre de Chartreuse.
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