“I commercianti in difficoltà nel pagare i tributi non sono evasori ma debitori!”

Roberto Cavalera e Gianluca Quarta

Commissione congiunta Attività Produttive/ Bilancio con la presenza delle associazioni di categoria:

I commercianti in difficoltà nel pagare i tributi non sono evasori ma debitori!

Forza Italia ribadisce la necessità di ritirare o abrogare attraverso petizione popolare il regolamento sul piano dei tributi che vedrà penalizzate le attività commerciali brindisine.

Il pagamento dei tributi è un dovere da parte di tutte le attività ma la sospensione della licenza per 90 giorni per debiti superiori a mille euro provocherà solo la chiusura delle stesse.

Il Comune ha strumenti importanti per il recuperaro del credito (pignoramento, decreto ingiuntivo, fermo amministrativo ecc) ma non ha la capacità di metterli in atto a causa della proprie mancanze gestionali preferendo la strada più semplice della cappio al collo ai commercianti!

È un atto irresponsabile in quanto non ci si rende conto della progressiva desertificazione degli esercenti.

In futuro, dovremo allora aspettarci che coloro i quali non pagano la Tari per il proprio appartamento vengano messi fuori da casa?
Ovviamente è impensabile!

Il sindaco Rossi ritiri il regolamento, avvii un percorso di partecipazione democratica così come sbandierato in campagna elettorale e di fatto mai effettuato durante la propria gestione, inviti a partecipare le associazioni di categoria e solo dopo i dovuti passaggi nelle commissioni consiliari si porti in approvazione il nuovo regolamento.

Infine si attui un piano di rateizzazione del debito, sostenibile.

La fretta di approvare il piano di pre-dissesto ha portato al dissesto definitivo miglia di famiglie brindisine.

Con forza ribadiamo il giudizio negativo su questa amministrazione continuando la raccolta firme per l’abrogazione di questo scellerato piano dei tributi.

I Consiglieri Comunali di Forza Italia

CONDIVIDI

1 COMMENTO

  1. Il giudizio è sempre negativo quando ad amministrare sono gli altri.
    Nessuno mi pare abbia mai chiamato evasori le persone in difficoltà.
    Bisogna fare distinzione tra chi in difficoltà lo è davvero e chi approfitta di pratiche poco etiche per aumentare i propri guadagni.
    Il commercio sta subendo più di tutti la crisi economica, vuoi per le nuove logiche di vendita legate alla rete, vuoi per la minore capacità di spesa delle famiglie ma se un’attività in perdita da diversi mesi non riesce a rientrare nei debiti, sia che siano con enti pubblici che con i privati, è destinata a fallire.
    Se fallirà nessuno recupererà nulla di quanto è dovuto instaurando una spirale che porta al deterioramento di altri soggetti, vuoi il comune, vuoi fornitori o collaboratori, vuoi i dipendenti.
    Quindi ad un certo punto, conclamato che la situazione non può cambiare e che l’attività non potrà rientrare nei pagamenti che si fa? Si persevera continuando a fare ulteriore debito?
    A me cittadino dipendente non è consentito, a parte che le tasse le pago a monte, se non corrispondo i tributi ci rimetto anche le mutande.
    Forse si dovrebbe riflettere su questo concetto perché in qualche modo il disavanzo è stato creato e al netto di cinesi e prestanome (anche riguardo a questioni di regolamenti si riesce a fare distinguo stereotipando le persone ainoi) siamo noi brindisini a spendere più di quanto si incassi.
    Mi stupisce che un discorso così banale venga strumentalizzato da chi ha fatto dell’imprenditoria il suo cavallo di battaglia.

LASCIA UN COMMENTO