Happy Casa, inopportune le campane a morto. Il calendario è dalla parte dei biancazzurri, a patto che si ritrovino

BRINDISI – Premesso che Milano, Brescia ed Avellino non sono avversarie con le quali poter misurare il valore dell’Happy Casa (forse Brescia potrebbe esserlo, ma solo sulla carta), la modalità con la quale sono giunte le ultime tre sconfitte risulta obiettivamente indigesta.

Vero è che la pausa sembra aver sottratto energie mentali alla truppa di Vitucci, ma è altrettanto evidente come la partenza di Lalanne, nonostante le ottime prestazioni sfoderate da Lydeka, si stia facendo sentire nell’economia del gioco dei biancazzurri.

Brindisi, infatti, da quando si è privata del centrone haitiano perde costantemente (ed in alcuni casi pesantemente come avvenuto a Brescia, dove il computo è stato di 48 a 35) la lotta a rimbalzo e segna con il contagocce, attestandosi sotto la  propria media realizzativa. Comprendere dove finiscano i demeriti di Brindisi ed inizino i meriti dei pur bravi avversari affrontati risulta difficile, però un termine di paragone – seppure non del tutto attendibile – lo fornisce la trasferta di Venezia, l’ultima gara giocata con Lalanne in campo, nella quale gli uomini di Vitucci sfiorarono il colpaccio, sciorinando un basket efficace, come sempre avvenuto dall’avvento del coach veneziano.

Adesso, però, la squadra sembra aver perso completamente la bussola: Vitucci, in verità, aveva lasciato trasparire nervosismo per la partenza di Lalanne, conscio evidentemente di quanto fosse importante il giocatore nello scacchiere biancazzurro e di quanto fosse difficile trovare nuovi equilibri con giocatori dalle caratteristiche decisamente differenti, come quelle portate in dote da Lydeka e Iannuzzi.

Se il primo, nonostante le 34 primavere e lo scarso atletismo, sta sorprendendo tutti per l’ottimo impatto avuto sulla squadra, anche in termini di produzione offensiva e di presenza a rimbalzo, il secondo, per il momento, non sta aggiungendo nulla all’apporto al quale ci aveva abituato Oleka. Certo, per come conosciamo Iannuzzi siamo certi che verrà fuori alla distanza e saprà rendersi utile alla causa, ma per il momento le sue difficoltà si riverberano pesantemente sulla squadra, che con un Donzelli nuovamente fuori uso ed uno Smith che sembra in crollo fisico, avrebbe un gran bisogno di nuova linfa sotto canestro.

E qualche segnale negativo è giunto anche da Tepic, l’uomo della svolta, apparso invece in affanno nelle ultime tre giornate.

Insomma, i segnali negativi, obiettivamente, non mancano, ma appare inopportuno suonare le campane a morto, e ciò sia per la scarsa attendibilità delle partite disputate contro avversarie nettamente fuori portata e sia per il calendario che attende i biancazzurri, i quali ospiteranno al PalaPentassuglia Pesaro, Capo d’Orlando e Cremona.

Ciò, a patto che già da domenica prossima contro i marchigiani si riveda la squadra ammirata fino ad un mese fa. Viceversa, il suono delle campane inizierebbe a diventare inquietante.

Andrea Pezzuto
Redazione

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