Happy Casa Brindisi: Randle ci sarà, Patterson in forse. Ed occhio alla travelling rule…

BRINDISI – Ad una prevendita al momento un po’ a rilento fanno da contraltare le tantissime novità e suggestioni di una vigilia di campionato “frizzantina” come poche altre.

La presentazione del nuovo Title sponsor ha riacceso gli animi di dirigenti e tifosi, che dopo gli anni di tranquillità garantiti dall’importante sostegno di Enel, erano obiettivamente disabituati a dover programmare il futuro partendo da zero ed a dover costruire tutto basandosi solo sulle proprie forze. E per il momento è possibile sostenere che la società presieduta dalla coppia fissa Marino-Marinò ci è riuscita in pieno.

Poter contare su Happy Casa per la stagione in corso, e forse anche per le successive, consentirà infatti ai dirigenti di coprire – almeno parzialmente – il delta economico lasciato sguarnito dal disimpegno di Enel e di iniziare a guardare oltre il proprio naso, circostanza che nelle settimane scorse era impossibile si verificasse, tanto erano assorbiti i soci dall’impellenza di affrontare il contingente.

Alla novità appena richiamata, si aggiunge poi la morbosa curiosità di vedere all’opera la squadra, fino ad adesso mostratasi indecifrabile, anche per via dei numerosi infortuni occorsi nella fase del precampionato. Per la gara di domani, comunque, l’Happy Casa Brindisi si presenterà al completo, avendo recuperato anche Randle, una delle stelle più attese del campionato, che seppure non ancora al 100% potrà apportare l’esperienza necessaria nella gara d’esordio, durante la quale è immaginabile che i giovani stranieri della New Basket potranno incontrare qualche difficoltà nell’approccio, favorita anche dall’insolito orario.

Dall’altra parte ci sarà una Torino costruita per raggiungere i play off e per giocarseli alla pari con tutti. Coach Banchi rappresenta una garanzia, e seppure in estate si siano registrate clamorose esternazioni di malcontento da parte del coach rispetto alla costruzione del roster, il talento tra le fila dei piemontesi non sembra davvero mancare. Gli ospiti non sanno ancora se potranno disporre del proprio giocatore di punta, ovvero la guardia-ala tiratrice Patterson (24 pt., 4 ass., 6 rimb. ed il 35% da tre nell’ultima stagione in G-League), mentre potranno certamente contare sul play Garrett, capace di smazzare assist a grappoli e di rendersi pericoloso dal palleggio. In posizione di ala agirà “sua maestà” Sasha Vujacic, una vita trascorsa in NBA a bucare le retine di tutta America. Completano il settore degli esterni le conferme Poeta ed Okeke e la guardia Jones, proveniente dal campionato slovacco e con buoni numeri nella Fiba Europe Cup (14 pt., 4 ass., 4 rimb.). Sotto canestro coach Banchi ha l’imbarazzo della scelta: nello starting five partiranno il riconfermatissimo Deron Washington (giocatore totale in grado di compiere sempre la giocata più utile alla squadra) ed il pivot ex Roma Mbakwe, che dominò letteralmente il campionato italiano nel suo anno da rookie. Dalla panchina si alzeranno invece l’ala-pivot di 206 cm. Stephens, reduce da una stagione da senior a Georgia Tech, dove si è messo in mostra soprattutto per il suo atletismo e la sua pericolosità perimetrale; Antonio Iannuzzi, rivelazione dell’ultimo campionato con la maglia di Capo d’Orlando e capace di chiudere la sua prima stagione in Serie A ad oltre 9 punti e 4 rimbalzi di media; il riconfermato Valerio Mazzola, oramai una certezza sotto canestro anche nel massimo campionato.

A bocce ferme, il divario tra i due roster sembra davvero considerevole, ma le motivazioni e le suggestioni che il pubblico del PalaPentassuglia saprà creare e trasmettere, unite alla possibile assenza di Patterson, potrebbero restringere la forbice.

Ed a proposito di pubblico, c’è da scommettere sul fatto che dai gradoni del vecchio impianto brindisino si leveranno più proteste del solito nei confronti degli arbitri: la “travelling rule” introdotta dalla FIBA, ovvero l’adeguamento del regolamento sull’infrazione dei passi a quello adottato in NBA, è infatti destinata a creare sconquasso tra i tifosi meno avvezzi a visionare le gare disputate Oltreoaceno. Dopo anni di fiscali chiamate arbitrali su ogni virata ed ogni minimo spostamento del perno, infatti, da adesso in poi il primo passo effettuato in fase di ricezione non sarà più conteggiato dagli arbitri. Detto in soldoni, i passi consentiti in situazioni dinamiche diventeranno di fatto tre, con tutte le conseguenze positive del caso per i rookie americani e per la spettacolarità del gioco, e con le conseguenze negative del caso per gli esteti del basket (europeo), abituati alla perfezione dei movimenti ed alle chiamate arbitrali “scientifiche”.

Su il sipario dunque sulla sesta stagione consecutiva di Brindisi nell’Olimpo del basket, e come sempre…”In alto i cuori e fuori la voce!”.

Andrea Pezzuto
Redazione

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