Il 2 maggio scorso l’avvocato Domenico Attanasi è stato ospite, insieme ad altri esponenti politici locali, di una trasmissione radiofonica avente ad oggetto le imminenti consultazioni elettorali nella città di Francavilla Fontana.

Nel corso del dibattito l’avv. Attanasi si è limitato a sottoporre alla valutazione degli altri interlocutori il tema della composizione delle liste, partendo dal dato del tutto anomalo che sta caratterizzando la presente competizione elettorale e costituito dalla presenza di un candidato ogni 50 elettori circa.

La questione, che in molti hanno simpaticamente liquidato con la carrellata di strafalcioni elettorali presenti sui social, è invece molto seria, anche perché sia sulla competizione elettorale in generale, che sulla composizione delle liste, si sono molto opportunamente accesi i riflettori di una task force composta dalla Prefettura di Brindisi e dalla Procura della Repubblica. L’auspicio che si è già pubblicamente manifestato è quello che le predette istituzioni vigilino attentamente sulle modalità di reclutamento dei candidati, su quelle di accaparramento del voto da parte dei candidati stessi e sul ruolo di eventuali soggetti non candidati ma gravitanti intorno alla scena politica quali “sponsor” di candidati, in modo tale da scongiurare fenomeni di inquinamento delle istituzioni purtroppo noti alle cronache nazionali.

Insomma, l’occasione data dal confronto con gli altri esponenti politici nella fase dicompletamento delle liste era davvero molto ghiotta per discutere seriamente di un tema molto importante se non decisivo sotto il profilo del decoro delle nostre istituzioni e della legalità .
Peraltro, l’avv. Attanasi non ha fatto riferimento specifico ad alcuno schieramento, tantomeno a quello che sostiene la candidatura a sindaco di Maurizio Bruno.

Sennonché, le suddette forze politiche coalizzate con Bruno, sentendosi evidentemente chiamate in causa, o forse insoddisfatte delle repliche del proprio autorevole esponente presente negli studi radiofonici, hanno diramato un comunicato stampa dai toni surreali, oseremmo dire addirittura divertenti, se la questione non fosse invece drammaticamente seria.

Nello stesso comunicato gli estensori accusano infatti l’avv. Attanasi di avere offeso “centinaia” di candidati e di avere sostenuto la incredibile tesi secondo la quale la politica dovrebbe essere riservata alle persone “ricche”, “ben vestite”, “laureate” e con uno “studio professionale avviato”.

Si tratta di parole che l’avv. Attanasi non ha mai pronunciato, e per la verità nemmeno mai pensato, se è vero come è vero che gli stessi appartenenti alla lista IDEA non corrispondono a questo fantomatico identikit “genetico” frutto esclusivamente di un malevolo travisamento operato dagli autori del comunicato e della loro personale fantasia.

Per fortuna la registrazione della trasmissione è ancora disponibile sulla pagina social dell’emittente, cosicché chiunque lo vorrà potrà verificare quanto sia farneticante e falsa l’attribuzione all’avv. Attanasi di tali affermazioni.

Peraltro, e sorvolando sulle risibili e infantili accuse di “classismo sartoriale” e “culturale”, preme sottolineare come sia davvero paradossale che l’accusa di “classismo economico” provenga da uno schieramento che a campagna elettorale non ancora ufficialmente iniziata ha messo in campo uno spiegamento di mezzi, per l’appunto economici, davvero impressionante per una semplice competizione amministrativa, com’è dimostrato dal fatto che già da tempo sono presenti sul territorio numerosi comitati elettorali, anche di singoli candidati al consiglio comunale.

Si ribadisce invece, e per concludere, la necessità che i ruoli istituzionali siano ricoperti da persone dotate di competenze minime (il che non equivale a dire che debba trattarsi necessariamente di “laureati”), consapevolezza e onestà intellettuale.

Del resto, pur senza la laurea, ma – per l’appunto – con un minimo di senso di responsabilità e di pudore intellettuale, un comunicato così strampalato e fuorviante come quello diffuso dalla coalizione di Bruno non sarebbe mai stato scritto.

Soprattutto, se i sostenitori di Bruno non hanno argomenti ulteriori da spendere rispetto al solito strumentale e puerile refrain degli “uomini del popolo” contro i “radical chic” (la definizione – oltretutto falsa – è stata coniata proprio dai bruniani), allora farebbero decisamente più bella figura a tacere.

Idea per Francavilla

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