LATIANO – Si è riaperto il caso che coinvolge il parroco di Latiano, don Angelo Altavilla, accusato di truffa ai danni di una anziana, affetta da Alzheimer. Il prete sarebbe diventato erede unico della donna, facendosi intestare beni mobili ed immobili pari a circa un milione di euro.

Il fatto si protrae nel corso degli ultimi anni (dal gennaio 2011), quando il parroco latianese, facendosi nominare erede universale, si sarebbe fatto intestare un appartamento, un garage, una casa in campagna, 50 alberi di ulivo ed una liquidità pari a circa 400mila euro, per un totale molto vicino al milione di euro. In questi anni, infatti, transitano consistenti bonifici bancari in favore del prete da parte dell’anziana: prima 88mila euro, poi 150mila euro, altre 3mila euro e, poi, 100mila euro. La sventurata donna, intanto, è morta il 30 aprile 2014. La denuncia nei confronti del parroco è arrivata da parte dei familiari dell’anziana il 26 febbraio 2015. L’accusa rivolta a Don Angelo Altavilla è quella di truffa e circonvenzione di incapaci.

Nel settembre 2016, la pm Valeria Farina Valori chiese l’archiviazione del procedimento a carico del monsignore. Ad inizio di questo mese, però, il caso è tornato alla ribalta. Il gip del Tribunale di Brindisi, Maurizio Saso, ha rimesso gli atti al pm, chiedendo di formulare a carico del parroco l’imputazione entro dieci giorni.

Ora spetterà agli inquirenti un approfondimento processuale, cercare di sbrogliare il bandolo della matassa e stabilire se le accusa dei familiari della donna costituiscano ingiuria o siano fondate, potendosi intravedere i reati di truffa e circonvenzione di incapace, che potrebbero portare alla condanna di don Angelo Altavilla.

Ad ogni modo, si tratta di un’altra brutta tegola sul mondo della Chiesa.

Tommaso Lamarina
Redazione

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